di Graziella Zaccone Languzzi
1) La gestione dell’acqua e dei cimiteri non andrebbe esternalizzata e la loro gestione dovrebbe rimanere in mano pubblica. Per le risorse idriche pubbliche e la loro gestione dovrebbe prevalere il buon senso e il rispetto del referendum del 12 e 13 giugno 2011, con cui 26 milioni di cittadini italiani (conta ancora qualcosa la loro volontà?) sancirono che sull’acqua, bene primario e diritto di tutti, non si sarebbe potuto più fare profitto, e affidarne la gestione ai privati (ivi compresi, ovvio, società e gruppi quotati in Borsa, anche se con azionisti pubblici). Ad Alessandria oggi l’acqua è ancora in mano ad AMAG (soggetto a partecipazione pubblica al 100%), mentre in altre parti della provincia non è già più così. I cimiteri invece sono in gestione a privati, con risultati discutibili. Abbiamo infatti risolto il problema del degrado in cui si presentavano tali aree? No a quanto pare, perché ogni tanto si leggono le lamentele effettuate dai cittadini che inviano foto ai giornali locali denunciando situazioni che con la privatizzazione non dovrebbero esserci: “Cimiteri e degrado: il caso di San Giuliano Nuovo”. 21 settembre 2023: “Caduta calcinacci al cimitero di Castelceriolo, assessore Falleti: “Già fatto il sopralluogo per la riparazione”.
Consiglio la lettura dei due articoli, e la domanda è: devono essere i cittadini a denunciare ai giornali il degrado di parti cimiteriali? Se accade questo significa che vi è poca presenza e poco controllo sui cimiteri soprattutto dei sobborghi, perché perlomeno quello cittadino grazie alle visite culturali di Italia Nostra almeno per la parte monumentale è curato, il rimanente no. Hanno trasferito la gestione delle aree sepolcrali alessandrine ad una società perché il Comune non riusciva più a gestirli, e poi siamo di punto a capo? La gestione dei 14 cimiteri del Comune di Alessandria è stata affidata in concessione alla “Cimiteri Alessandrini Srl”, composta da imprese e consorzi e pare con una decennale esperienza nella cooperazione sociale e nel volontariato, insieme a due imprese locali: “Esternalizzazione del Servizio di Gestione dei Cimiteri siti nel territorio del Comune di Alessandria”. Pertanto dal giorno della stipula del contratto di concessione, tutti i servizi cimiteriali veri e propri, dalla manutenzione delle aree verdi, degli immobili e delle strutture, ai servizi di pulizia e sanificazione dei locali, sono passati alla responsabilità della nuova società incaricata della gestione. Qui si leggono le dichiarazioni del responsabile della società: “Nuova gestione unica per i servizi cimiteriali di Alessandria: investiti 29 milioni di euro”. Ma se i cittadini si lamentano significa che qualcosa non sta funzionando, il Comune, a partire dall’assessore e dai dirigenti preposti a questo settore, dovrebbe impegnarsi e andare a verificare lo stato attuale dei nostri cimiteri nei sobborghi, e la parte non monumentale di quello urbano, considerate le dichiarazione dell’Assessore Faletti in merito: “Ritengo importante che i cittadini sappiano di non essere soli e che l’amministrazione è in prima linea per affrontare e gestire i problemi, per quanto siano complessi, e nonostante tutte le criticità”. Assessore, ma le criticità che vi erano prima ora con tale affidamento non dovrebbero più esserci…o no?
Voto: 2
2) Lo scontro dialettico di giovedì 6 ottobre durante il consiglio comunale di Alessandria sulla Casa delle Donne, a cui è stata assegnata gratuitamente l’ex Mensa Guala, costi utente e tributi comunali inclusi, è stato ‘pepato’. Una mozione firmata da tutto il centrodestra ha chiesto la revoca della convenzione al collettivo femminista, dopo che quest’ultimo lo scorso 15 settembre aveva respinto con insulti all’ingresso i tre capigruppo di minoranza Roggero, Locci e Buzzi Langhi, durante l’inaugurazione del Festival Transfemminista e Queer. “Casa Donne, Locci paragona l’assessore Laguzzi a Mussolini: Si è assunto la responsabilità di un atto illegale”. A tale richiesta, l’assessore alle Politiche Sociali, Giorgio Laguzzi ha risposto con questa frase “A un certo punto bisognerà mettere la parola fine a questa discussione, abbiamo agito in una situazione di emergenza per una situazione che andava avanti da tempo. Forse per voi era una situazione di comodo lasciare quella situazione così. Ora noi rivendichiamo la scelta che abbiamo fatto. Abbiamo dato uno spazio in più per affrontare i temi di contrasto alla discriminazione di genere…” Abbiamo agito in una situazione di emergenza? Ma quale emergenza? L’occupazione abusiva di un bene privato? Quanto è accaduto in Consiglio comunale ha portato “Svegliati Alessandria” a produrre un filmato dal titolo: “Le norme vanno fatte rispettare ai nemici, per gli amici vanno invece interpretate …”
Al sindaco e all’assessore Laguzzi consiglio la visione e l’ascolto per intero: soprattutto la parte finale dimostra qualcosa di interessante che obbligherebbe un controllo. Questa vicenda di regalie immobiliari mi impone di ricordare a “lor signori” l’appello del Consigliere Gianni Ivaldi di Alessandria Civica (lista che fa parte della maggioranza che sostiene Abonante): “In aumento i senzatetto: Ivaldi chiede al Comune come sta affrontando l’emergenza freddo”. Servono spazi coperti per i senzatetto e l’ex mensa Guala è grande a sufficienza per utilizzarne una parte e dare ristoro a chi è sfortunato. Un po’ di umanità da parte delle signore ricambierebbe la tanta generosità che offre loro la cittadinanza alessandrina, mantenendo i costi dei consumi e la gratuità dell’immobile comunale.
Voto: 2
3) Bella notizia: stop all’intervento di rinaturazione del Po, progetto ritenuto rischioso per le piene. Su questo progetto a gennaio 2023 il Comitato casalese alluvionati C.AL.CA. aveva inviato un appello a Giorgia Meloni e ai ministri: “Il C.Al.Ca contro la rinaturazione del Po: Si privilegi la sicurezza”. Mesi di silenzio, poi nella nostra provincia la prima notizia è uscita il 7 ottobre da Confagricoltura di Alessandria: “Rinaturazione del Po: progetto sospeso. Confagricoltura Alessandria: “Una utile pausa di riflessione”. Ho voluto scoprire cercando sul sito dell’ Aipo (Agenzia Interregionale del fiume PO) il perché di questa marcia indietro all’intervento di rinaturazione del Po, per un costo di ben 357 milioni di euro previsti dal Pnrr, ritenendolo all’improvviso un rischio per le piene. Di cosa si parlava? “Il Programma di Azione del progetto di Rinaturazione del Po: si passa alla fase operativa”. Ma sul sito AIPO non ho trovato nessuna dichiarazione, neppure nel sito di ADBPO, solo sul web articoli su articoli di giornali lombardi. Che è successo? Ritengo le date molto importanti, e scopro che il 28 luglio sul sito AIPO si leggeva: “Progetto “PNRR – Rinaturazione del Po”, si procede secondo la tabella di marcia”, e il 21 settembre sempre AIPO rimandava a ADBPO, con tutti gli interventi e le schede sul sito. Citando gli allegati 6.1-6.2 veniva comunicato che si passava alla fase operativa, per poi ritrovarci attorno al 7 ottobre con la notizia sullo stop. Cosa è accaduto tra il 28 luglio e il 7 ottobre? In una Conferenza dei Servizi Aipo ha incontrato tutte le categorie principali coinvolte, tra cui Confagricoltura, Federlegno e Associazione nazionale dei Pioppicoltori. Presenti i rappresentanti delle quattro Regioni interessate, l’Autorità di Bacino e i ministeri di Agricoltura e Ambiente. In quella Conferenza sono emerse molte criticità sul progetto per come è stato pensato, soprattutto in ragione delle ricadute che avrebbe avuto sul territorio, con danni irreversibili al mondo della pioppicoltura, alla filiera del legno e, tramite gli espropri, al mondo agricolo nel suo complesso. Come il Comitato casalese alluvionati C.AL.CA., le associazione degli imprenditori agricoli avevano chiesto che venisse ripensata la destinazione dei 357 milioni di euro previsti dal Pnrr alla voce “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, in favore di una gestione locale sostenibile di fiumi e torrenti, che prevedesse la pulizia degli alvei e il consolidamento degli argini. Un boccone amaro per AIPO e ADBO ? Amen! Un gran bel passo in avanti è stato fatto, ora si spera che quei fondi risparmiati siano investiti sulla questione idraulica, certamente prioritaria contro il dissesto idrogeologico.
Voto: 8