Massara (Avis Alessandria): “Situazione di vera emergenza: straordinario il contributo dei volontari, ma con questi costi e senza risorse il servizio è a rischio”

di Ettore Grassano

“Quando ho accettato l’incarico, quasi due anni fa, sapevo che sarebbe stato complicato, ma oggi la situazione è davvero drammatica. So bene che tutti gli alessandrini apprezzano il ruolo fondamentale svolto dall’Avis, ma vorrei che fossero anche più consapevoli delle difficoltà che stiamo affrontando. Con l’aiuto costante di services privati, mentre dalla mano pubblica forse ci saremmo aspettati un trattamento migliore: sono abbastanza diplomatico se dico così?”. Pino Massara, Presidente dell’Avis di Alessandria (il più importante della provincia, con oltre 3.000 donatori) sorride ma con una punta di amarezza: professionista affermato del mondo del risparmio gestito, da sempre impegnato nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, non ha saputo né voluto dire no quando gli è stato chiesto di assumere, con più oneri che onori, la presidenza dell’Associazione di Lungo Tanaro Sanmartino 4, e da subito ha affrontato la situazione ‘di petto’, senza nascondere i problemi ‘sotto il tappeto’ la grande mole di problemi, e anzi puntando (“con lo splendido direttivo che mi affianca, siamo un gruppo coeso e determinato a fare il bene dell’Avis, e di Alessandria”) sulla totale trasparenza, dopo anni di gestione quanto meno ‘opaca’.

Pino Massara con la Dottoressa Vivaldi, Presidente di Aido

“Non voglio annoiare i lettori con i nostri tecnicismi gestionali: diciamo che siamo impegnati in un percorso di profondo risanamento, e di rilancio ed efficientamento della sede. Abbiamo fatto fronte a circa 60 mila euro di debiti ereditati dalla gestione precedente, e siamo tornati in pieno possesso anche dei locali del pian terreno. E’ stato avviato un percorso di ristrutturazione dai costi rilevanti per le nostre forze, ma anche assolutamente indispensabile. Solo così infatti saremo in grado di fornire ai cittadini un servizio davvero moderno e qualitativo, e ai nostri 3 mila donatori un’accoglienza degna di questo nome: perché il sangue è davvero speranza di vita, di rinascita. I tanti volontari che, mediamente due volte l’anno, decidono di donare il proprio sangue a chi ne ha bisogno, meritano un trattamento di assoluto livello: e invece oggi dobbiamo fare i salti mortali anche per acquistare le medaglie per le premiazioni dei donatori più longevi”.

Chi conosce un po’ Pino Massara ne apprezza, tra le altre doti, la positività e l’ottimismo: per questo, quando lancia un segnale di allarme, conviene ascoltarlo con attenzione.

“L’aspetto più importante – sottolinea guardando il bicchiere mezzo pieno – è constatare l’entusiasmo del mondo Avis alessandrino, la passione e il tempo che tutti, non solo il presidente e i consiglieri, ma il grande esercito di volontari, mettiamo in questa missione. Non voglio essere retorico, ma davvero donare il sangue è il gesto di solidarietà più concreto che si possa fare. Significa davvero donare una parte di sé e della propria energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, a qualcuno che ne ha un reale ed urgente bisogno. Significa preoccuparsi ed agire per il bene della comunità e per la salvaguardia della vita. Credo che donare sia un dovere civico: la disponibilità di sangue è, infatti, un patrimonio collettivo a cui ognuno di noi deve poter attingere in caso di necessità, in qualsiasi momento. Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della nostra comunità è quindi una garanzia per la salute di tutti, donne, uomini, giovani, anziani, bambini, compresi noi stessi e le persone che più ci sono care”.

Su questo fronte, gli alessandrini sono da sempre in prima fila, anche se il sangue non basta mai, perché sono aumentate le terapie con emoderivati, sono aumentati gli interventi, la richiesta è sempre in crescita. Qualche esempio concreto: per un trapianto di midollo osseo servono 80 donazioni, 20 per un trapianto di fegato, 10 per il cuore, 4 ne necessita il trapianto di rene, 1 il parto cesareo. Per non dire naturalmente del plasma necessario per l’emodialisi, e per le trasfusioni da incidente o evento traumatico.

“Sul sito www.avis.al.it – spiega Massara – si trovano tutti gli orari, le indicazioni operative, i contatti. In sede lavorano comunque sempre tre impiegate part time, per cui indicazioni possiamo darle anche a chi passa di persona. I prelievi al momento vengono effettuati però, direttamente da noi, solo il venerdì mattina e il sabato mattina, su prenotazione, per evidenti ragioni di organizzazione logistica. Certamente ci piacerebbe estendere orario e giornate, ma esiste un oggettivo problema di reperibilità di personale specializzato, sia medici che infermieri. Anzi, se vogliamo lanciare un appello, molto volentieri: qui siamo tutti volontari, a partire da noi del consiglio direttivo, che è un consiglio estremamente operativo. Nessuno sta con le mani in mano, ognuno ovviamente per le proprie competenze. E siamo sempre aperti a nuove persone, motivate e disponibili ad aiutare il prossimo”.

Ma veniamo alle dolenti note, che sono legate al conto economico, e alle ingenti spese da affrontare. Anche su questo fronte, il Presidente Avis ha le idee chiarissime: “L’immobile in cui ha sede l’Avis di Alessandria è di proprietà del comune di Alessandria, ma abbiamo accettato comunque di essere noi a farci carico degli ingenti costi di ristrutturazione. Certo, non sarebbe male poter contare su un contributo da parte dei fondi Pnnr, ad esempio, ma al momento le nostre sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Non solo: ci amareggia non poco che, da quest’anno, da Palazzo Rosso sia arrivata una richiesta di forte aumento del canone di affitto. Siamo riusciti ad ottenere di convertire il pagamento in oneri di ristrutturazione e manutenzione, ma spiace constatare che altre realtà, con una mission e un percorso alle spalle forse un po’ meno solido dell’Avis, abbiano ottenuto trattamenti decisamente migliori. Cerchiamo di autofinanziarci con cene e contributi di privati, o di services come Rotary e Lyons: ma a fronte di certi costi, è davvero dura”. Qualsiasi riferimento alle cronache cittadine di queste settimane, ovviamente, non è puramente casuale.

“Addirittura – conclude Pino Massara – leggiamo che altrove vengono realizzati per associazioni private ampi parcheggi su aree pubbliche, a canoni irrisori. A noi è stato chiesto di ridurre significaticamente gli stalli a nostra disposizione, all’interno del cortile Avis: ma vi pare possibile chiedere a chi viene a donare il proprio sangue di parcheggiare a centinaia di metri di distanza dalla sede, e a pagamento? A noi francamente pare troppo: presidenza e consiglio daranno l’anima fino alla scadenza naturale del 2025: ma un minimo di collaborazione da parte delle istituzioni non ci dispiacerebbe”.

Questa la squadra del Consiglio Avis che affianca il Presidente Pino Massara:

Vvicepresidente: Marius Horhocea
Segretario: Barbara Rizzo
Tesoriere: Massimo Nisticò
Consiglieri: Fabrizio Gamba, Carlo Zoccola, Enrico Fracchia, Valentina Perrone, Monica Bogliolo, Francesco LoVetro, Edoardo Carovillano.