Riabilitazione e Medical Humanities al centro del Borsalino Day

A parlarne i direttori Marco Polverelli e Luca Perrero in vista della due giorni di settembre

Scienze umane mediche. In inglese, Medical Humanities. Ecco il nuovo campo interdisciplinare e multidisciplinare che all’interno dell’azienda ospedaliera sta conoscendo una forte crescita e che assumerà un ruolo di primo piano in occasione della nuova edizione del ‘Borsalino Day’ che si svolgerà il 15 e 16 settembre all’interno del presidio riabilitativo.

La ‘due giorni’ avrà un taglio più scientifico e istituzionale il 15, mentre il giorno successivo (dalle 10 alle 13) la struttura sarà aperta alla cittadinanza all’insegna dello sport e della cultura. Crescono i progetti di Medical Humanities all’interno del ‘Borsalino’, come aumenta il rapporto con la società e le realtà istituzionali e del mondo dell’associazionismo e del volontariato. E poi ci sono il verde terapeutico e la narrazione terapeutica, che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei professionisti.

«Ed è proprio il rinnovo del giardino sensoriale del ‘Borsalino’, reso possibile grazie al contributo di ConfAgricoltura, che consentirà di valorizzare proprio il ‘verde terapeutico’, con concreti vantaggi ai pazienti, ma non solo. Penso infatti anche ai familiari e ai professionisti che lavorano nel Centro. Si tratta di dare vita a una dimensione gestionale che prende in carico il paziente nella sua globalità». Le parole sono di Marco Polverelli, direttore del Dipartimento di Riabilitazione dell’azienda ospedaliera di Alessandria.

Una delle caratteristiche del centro riabilitativo ‘Borsalino’ è la presenza di una molteplicità di figure che operano al suo interno e che trovano la massima espressione nel lavoro di équipe. Sono tutti profili che fondono le competenze con quelle strettamente connesse alla riabilitazione. Sono fisiatri, assistenti sociali, bioingegneri, psicologi, medici di medicina generale, educatori, professionisti della terapia occupazionale, fisioterapisti, infermieri professionali, assistenti domiciliari, logopedisti, tecnici ortopedici.

Gestire queste figure «è la risposta vera, e indispensabile, alla riabilitazione ad alta complessità del ‘Borsalino’ – puntualizza Polverelli – Abbiamo messo in campo uno sforzo mirato per coinvolgere i familiari non solo nella gestione quotidiana dei pazienti, ma anche per stimolarli a interazioni come il racconto della loro esperienza. Quello della famiglia è infatti un ruolo assolutamente centrale per ricollocare il paziente sul territorio».

L’approccio «vale per l’anziano che ha subìto una frattura e può tornare a una vita normale, per chi è stato colpito da ictus, non del tutto invalidante ovviamente, e ha la possibilità di recuperare al meglio, per i pazienti affetti da mieloma, che sono ad altissima complessità, ma che sono anch’essi in condizione di tornare a una vita pressoché normale (l’esperienza degli atleti paralimpici dimostra come sia possibile). Inoltre c’è un altro valore aggiunto al ‘Borsalino’: la riabilitazione cardiorespiratoria, che ha pochi eguali in altri territori».

Una storia esemplare di approccio e gestione di un paziente profondamente complesso è stata quella di Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus e della nazionale italiana. Ricoverato all’ospedale civile il 22 aprile 2022 in seguito a una emorragia cerebrale causata da rottura di un aneurisma, era stato operato dall’equipe di Neurochirurgia, diretta da Andrea Barbanera, con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, e poi trasferito al Borsalino nel mese di luglio. Tacconi è stato dimesso quest’anno a marzo dopo lunghi mesi di complessa riabilitazione.

«L’approccio multidisciplinare e interdisciplinare impone un salto di qualità notevole, che si è tradotto – sottolinea infine il dottor Polverelli – nel processo di sviluppo di percorsi ad alta specializzazione, come quelli che puntano sui fattori predittivi, prognostici, riabilitativi e cardiorespiratori in pazienti provenienti da aree geografiche ad alto inquinamento ambientale, sui fattori biologici, funzionali e ambientali in donne con linfedema (accumulo di linfa nei tessuti) correlato a carcinoma mammario e, infine, sulle alterazioni / interazioni muscolo-scheletriche in pazienti con disabilità motorie complesse ambiente – correlate». L’attività sviluppata dal centro polifunzionale ‘Borsalino’ rientra nella candidatura dell’azienda ospedaliera a Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) per patologie ambientali.

L’elemento caratterizzante, che emergerà anche durante l’evento del ‘Borsalino Day’ è quello dell’uniformità dell’approccio riabilitativo che costituisce un esempio, quasi unico nel panorama nazionale, di omnicomprensività di trattamento nel settore della sanità pubblica: «L’attività – spiega infatti Luca Perrero, direttore della Medicina Fisica, Riabilitazione e Neuroriabilitazione del centro ‘Borsalino’ – trova specifici ambiti di azione, in particolare sul fronte della disabilità neurologica complessa in pazienti con lesioni midollari o per esiti da coma. La peculiarità è quella della riabilitazione precoce nel paziente quando è ricoverato in ospedale e di quella post acuto precoce quando viene trasferito nella nostra struttura, dove accanto al lavoro di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, psicologi e di altri consulenti, tutte figure che operano in maniera sinergica e interdisciplinare, vengono affiancate la tecnologia e la robotica. Non a caso è stata aperta lo scorso anno una palestra robotica di grande valore riabilitativo». La precocità di intervento è essenziale, perché permette «di contrastare i danni secondari e terziari, consentendo contemporaneamente di iniziare il progetto riabilitativo volto al recupero del danno neurologico specifico», ha concluso il dottor Perrero.