Preoccupazione per la presenza di mal dell’esca e la recrudescenza della flavescenza dorata
Partirà in ritardo di una quindicina di giorni la vendemmia 2023 sul territorio provinciale rispetto agli anni scorsi. Al momento non è ancora stato staccato nessun grappolo, si partirà nelle prossime settimane iniziando, come sempre, dalle uve base spumante, varietà Pinot e Chardonnay Alta Langa. Si proseguirà poi, a fine agosto, con le uve Moscato, Cortese, Timorasso, Arneis e, successivamente, Dolcetto, Nebbiolo, Grignolino e Barbera.
Rispetto allo scorso anno, da una prima stima di Coldiretti Alessandria, nonostante il bilancio idrico continui ad essere in negativo e i vigneti messi a dura prova da nottate con afa e temperature minime sempre molto alte, le previsioni danno un +10% di prodotto in modo omogeneo in tutte le zone della provincia.
L’uva è buona e sana, i grappoli si presentano decisamente più ‘pesanti’ dello scorso anno, a testimonianza della presenza di una maggiore quantità di acqua.
Si attende dunque un’annata di buona qualità e quantità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni: insomma, molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione, sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte.
Noti dolenti riguardano, invece, la marcata recrudescenza su tutto il territorio provinciale della flavescenza dorata, dell’oidio e, soprattutto, Mal dell’esca, la malattia della vite causata da un gruppo di funghi che colonizzano i vasi linfatici e il legno, compromettendo la ‘traslocazione’ dell’acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta, con danni gravissimi a tutta la produzione. Per questo occorre prestare la massima attenzione specialmente nei momenti in cui la vite è meno “presidiata”.
“Ogni vendemmia ha peculiarità diverse riconducibili proprio alle condizioni climatiche. Ma, affinchè il grappolo maturi bene e completi il proprio percorso di formazione, occorre la giusta quantità di acqua. In mancanza di essa l’acino appassisce e la maturazione non si completa: per molte aziende quindi, l’unica salvezza è l’irrigazione di soccorso, un tentativo estremo per accumulare risorse idriche e trattenerle nel suolo. Una pratica destinata, purtroppo, a diventare sempre più la normalità, soprattutto utilizzata dove i terreni sono più sabbiosi e dove la vite fa fatica a sopravvivere”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
La provincia di Alessandria vanta 12 Doc e 7 Docg, il comparto vitivinicolo alessandrino conta 10.669 ettari di superficie vitata per una produzione di 944.310 quintali nel 2022 e 661.010 ettolitri prodotti, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 600 quintali.
Oltre alle difficoltà climatiche, si aggiungono quelle legate all’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +54% negli ultimi due anni. E, nonostante negli ultimi 12 mesi i prezzi di gas ed elettricità siano crollati rispettivamente dell’85% e 79%, l’indice dei costi del vetro ha continuato a crescere nel 2023 del +24%.
Su questo scenario pesa anche l’aumento dei prezzi dei carburanti e un pesante deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa all’Italia oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
“Per difendere patrimonio vitivinicolo e territorio è necessario intervenire per contenere i costi di produzione con interventi immediati e strutturali – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico Con la vendemmia si attiva, infatti, un patrimonio di cultura, storia, economia e lavoro messo a rischio dall’entrata in vigore della legge sulle etichette allarmistiche del vino dopo che la Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso alla proposta irlandese, una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia. Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.