Il cortometraggio, ma è meglio definirlo film breve, dal titolo “Perché quando uno è re può ridere di tutto” verrà girato in Alessandria entro il prossimo autunno, essendo uno degli otto selezionati per la seconda edizione di Piemonte Factory, il Film LabContest regionale destinato a filmmaker under 30 che sono in procinto di essere girati uno per ciascuna provincia, avrà come loro la prestigiosa “prima” nella speciale sezione del Torino Film Festival 2023, che si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre.
Il progetto che verrà realizzato nel territorio della Città di Alessandria è della filmmaker Maria Allegretti, che vive in quel di Bologna dove frequenta la facoltà di Filosofia all’Alma Mater Studiorum ed è animata da una profonda passione per l’arte cinematografica che l’ha portata a frequentare la prestigiosa Scuola Holden di Torino, in modo particolare il percorso di regia e sceneggiatura, ed in parallelo ad affrontare un percorso di attività sia in ambito cinematografico, sia in quello della video arte.
D. – Maria, quella di Piemonte Factory è una nuova impresa per te: che cosa intendi raccontare con il tuo progetto cinematografico?
R. – Nel film racconto una storia di amicizia e supporto reciproco, nel contesto di una crisi che coinvolge una delle protagoniste. Mi fa piacere, a mano a mano che lavoro al progetto e ne parlo con le persone, notare come in un modo o nell’altro i sentimenti di cui parlo risuonino, si riferiscano a esperienze emotive comuni, per quanto i contesti e le generazioni siano varie. Il film vorrebbe essere una carezza, un elogio alla vulnerabilità, e un tentativo di riscrivere la storia delle persone che, come Elisa, si sono trovate a un bivio fatale e non hanno potuto fare la stessa scelta.
D. – Alessandria è un luogo nuovo per te, quindi hai già provato ad immaginarla nell’ambientazione che stai cercando, in attesa di fare dei sopralluoghi?
R. – Sì! La storia si svolge in un appartamento, e nell’ultima scena c’è la possibilità per una delle protagoniste, finalmente, di aprirsi al mondo esterno. Per quel momento così importante farò in modo di trovare una location che rispecchi la bellezza di un mondo ritrovato dall’interiorità, prima chiusa in se stessa, della protagonista.
D. – Che cosa ne pensi della forma narrativa ed espressiva del cinema e soprattutto quali credi possano essere i vantaggi per le location in cui viene girato?
R. – Ogni produzione artistica lascia un segno nel luogo in cui si svolge, innanzitutto perché la stessa organizzazione richiede tanto supporto da parte dei professionisti del luogo, e dalla stessa comunità: è sempre bello notare che la città è contenta del movimento culturale, ed è felice di esserne coinvolta. È importante per il progetto, ma è importante anche per il luogo, per il fermento e lo stimolo che crea, e per le occasioni di lavoro ed economiche che si generano a partire da esso.
D. – Il mercato delle produzioni audiovisive viene dato in crescita dall’Anica, l’associazione di settore, ma secondo te che cosa occorre fare per incrementare l’avvio delle giovani generazioni di sceneggiatori, registi, direttori della fotografia, scenografi,insomma i mestieri del cinema?
R. – Sicuramente cambiare la narrativa su una serie di mestieri dell’arte e della narrazione che spesso vengono inopportunamente relegati alla sfera delle “passioni”. Senza togliere che si tratti di ruoli che non possono prescindere dall’amore per essi, non dobbiamo tralasciare che si tratta di vere e proprie professionalità, e come tali richiedono un percorso di formazione e crescita, ma anche un rinnovato rispetto dal punto di vista professionale, e la creazione di nuove opportunità non solo puramente narrative ma anche professionali, di carriera.