Ivaldi (Alessandria Civica): “Lo sviluppo della città passa dal rapporto con gli stake holders del territorio”. Valfrè e giardini della stazione simboli da recuperare

di Ettore Grassano

Bene la strada intrapresa sul fronte del risanamento dei conti, ma non basta. Un comune capoluogo di provincia deve mettere in campo una progettualità forte, che guardi al futuro, e sappia anche essere punto di riferimento di un territorio più ampio. E lì ancora non ci siamo, o meglio siamo alle affermazioni di principio: ma servono i fatti.

Questo, in sintesi, quanto emerge dalla chiacchierata con Gianni Ivaldi, capogruppo di Alessandria Civica a Palazzo Rosso, che esprime un assessore (Cordara) e due consiglieri (Venturino, e lo Ivaldi), e che in questo primo anno di mandato non ha lesinato qualche critica (“sempre costruttiva: siamo stati eletti per pensare al bene della nostra città, e per fare cose concrete e non proclami ideologici”) alla maggioranza, soprattutto sul fronte del decoro cittadino dai giardini della stazione all’ex caserma Valfrè. Ivaldi del consiglio comunale è ormai un veterano (in passato è stato capogruppo Pd, candidato sindaco come civico, presidente del Cissaca), e non gli manca l’esperienza per aiutarci a capire quali sono le leve su cui puntare per rendere Alessandria un po’ più accogliente, reattiva e vivace, ma anche di non lasciare indietro i più deboli.

Presidente Ivaldi, che voto darebbe a questa maggioranza, in sella da poco più di un anno?
Non sono un professore, non do pagelle agli altri: e poi oggettivamente è presto, un bilancio serio si potrà fare a metà mandato, non prima.

Però….
(sorride, ndr) Però qualche riflessione possiamo farla. Credo che Alessandria abbia due grandi priorità: il risanamento dei conti, potendo contare come tutti su risorse sempre più scarse, e lo sviluppo, la progettualità futura. Ebbene, sul primo punto ritengo che l’assessora al Bilancio, Antonella Perrone, stia facendo un ottimo lavoro. Lasciamola lavorare….

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E’ tutto il resto che manca, insomma. Il rapporto con gli stake holders della città, ad esempio…
Non cado nelle sue provocazioni. Però è senz’altro vero che oggi un comune capoluogo deve costruire solide alleanze con tutti quei mondi che possono rappresentare una leva sussidiaria importante, in termini di competenze e di risorse. Penso ad alleanze territoriali (con altri comuni che rappresentano un’area vasta, per progetti congiunti), o anche a tematiche specifiche, come la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, guardando a territori più ampi, come la Liguria. E poi ci sono le alleanze culturali, e sociali, che ho sperimentato credo efficacemente quando sono stato alla guida del Cissaca: là sviluppammo importanti sinergie con Valenza, che si trovava in una situazione un po’ particolare sul fronte socio assistenziale. E abbiamo cercato di lavorare molto sul fronte del welfare di comunità, costruendo rapporti molto buoni, ad esempio, con il terzo settore, fondazioni private, bancarie e non, con i club di servizi e le aziende che operano sul territorio. Mi sento di suggerire questo metodo e percorso anche per concretizzare altri progetti, utili alla nostra città. Ho sempre avuto a cuore il tema della domiciliarietà e dell’autonomia della persona, sui quali ai vari livelli è importante continuare e sviluppare idee e progetti.

Parliamone: il nuovo ospedale si farà, finalmente?
Si deve fare, è un’opera fondamentale non solo per la città, ma per tutta la nostra provincia, e per l’intero Piemonte Sud. Ora un punto fermo è stato messo, e il Comune ha proposto alla Regione quattro ipotesi di sede, ognuna con le proprie problematiche, risolvibili. Alla Regione, che tramite 300 milioni Inail finanzia l’opera, di decidere in tempi brevi, e di fissare gli step e le tempistiche conseguenti. Purché, come ho sempre detto, si pensi ad una struttura che si sviluppa in orizzontale, e non in verticale. E a condizione che sia chiaro anche l’utilizzo futuro del Santi Antonio e Biagio: del resto anche lì si stanno facendo interventi rilevanti, è evidente che quello spazio è una risorsa pubblica importante, da valorizzare. E’ altrettanto importante investire nella medicina territoriale, oggi è carente e i pronto soccorso sono intasati, nella prevenzione e nella continuità assistenziale. E’ fondamentale la partecipazione dell’amministrazione comunale alle politiche sociosanitarie del territorio, in quanto mancano figure mediche importanti di specializzazione, la qualità e l’integrazione dei servizi sociosanitari non sempre sono adeguate.

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Altra opera fondamentale, non ci sono dubbi, perché collega Alessandria non solo con Spinetta e i sobborghi della Fraschetta, ma con Tortona e Novi Ligure. Conosciamo le vicissitudini che ci hanno condotto sin qui, ultima tappa il nuovo Pai (piano di assetto idrogeologico) regionale, che prevede nuove regole di sicurezza, e un aumento dei costi per la realizzazione del Ponte. Peraltro l’opera si lega anche all’ubicazione del nuovo ospedale, per cui occorrerà procedere in maniera conseguente, e sincronizzata.

Intanto lei ogni tanto solleva anche (in quasi totale solitudine) la questione ex Caserma Valfrè: qual è la soluzione?
A me pare inaccettabile che uno spazio così importante, in pieno centro cittadino, sia lasciato in abbandono, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare in termini non solo di decoro, ma anche di sicurezza. Vogliamo aspettare che succeda qualcosa di eclatante per occuparcene? Oggi la struttura, che ha la storia militare gloriosa che tutti gli alessandrini ricordano, è ritornato sotto la responsabilità diretta del Demanio, ma non è una giustificazione per disinteressarcene. Tutti ricordiamo i grandi eventi organizzati in quello spazio una decina di anni fa, e più recentemente l’efficiente hub per le vaccinazioni anti covid. Ora non possiamo lasciare una struttura simile nel degrado più totale. Se non si utilizzano i fondi Pnrr per recuperare uno spazio simile, per cosa li usiamo? Che sia il nuovo Tribunale con annessa cittadella giudiziaria e archivio di Stato, oppure polo fieristico, è assolutamente necessario elaborare un progetto intelligente per il recupero dell’area.

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Alessandria città delle piste ciclabili e del decoro pubblico: solo negli slogan elettorali, Presidente Ivaldi?
Non deve essere così, e mi rivolgo in particolare agli assessori che si occupano di viabilità e decoro. Le aree verdi e in particolare quella più grande davanti alla stazione ferroviaria deve tornare a essere uno spazio di qualità, vivibile per tutta la nostra città, oltre che un biglietto da visita per chi arriva in treno. Tagliare l’erba è fondamentale, ma non basta. Facciamo in modo che a vivere davvero i giardini siano i nostri ragazzi, gli anziani, le famiglie: oggi non mi pare davvero che sia così. E quanto alle piste ciclabili, possiamo e dobbiamo fare molto di più. Penso al recente esempio della pista ciclabile che collega il centro con i quartieri Pista e Cristo che ad un certo punto in via Borsalino si interrompe, per fare spazio ad un dehors. Non sono certo contrario a sostenere gli spazi commerciali, tutt’altro. Ma agli amministratori spetta anche il compito di trovare soluzioni adeguate, in simili casi.

Alessandria città insicura, o meglio caotica, in cui ognuno sembra fare ciò che gli pare, incurante del contesto, e degli altri: le risulta? A giudicare dalle cronache, e dalle segnalazioni sui social, si potrebbe pensare che sia così…..
Non generalizzerei, ma certamente occorre fare di più per garantire più qualità della vita e sicurezza a tutti i cittadini, a partire dai più fragili, e dai più deboli. Il 30% degli alessandrini è over 65 anni, siamo una città con tanti anziani. Il che deve essere visto come un valore, ma occorre che queste persone possano vivere serenamente, e sentirsi sicure. Penso, quindi, ad una miglior valorizzazione della polizia municipale, regolatore della vita sociale nello spazio pubblico. Non è solo una questione di organico, servono una migliore organizzazione e pianificazione delle attività. E’ necessario e urgente fare sistema con le forze del territorio, in particolare con quelle che si occupano di sociale, che hanno competenza ed esperienza in termini di disagio e in particolare di quello giovanile.
E’ il concetto di smart city, intesa non solo come illuminazione e raccolta rifiuti, ma come città intelligente. Amag spa deve definire al più presto nel progetto Smart city soprattutto per la raccolta differenziata tempi, obiettivi, e benefici chiari e misurabili per la nostra Comunità.


Vogliamo aprire il capitolo AMAG? Credo che manchi alla nostra multiutility un vero piano industriale: in quale direzione si vuole andare, e in che tempi? Le partecipate sono uno strumento importante dell’amministrazione comunale e, quindi, devono partecipare agli stessi obiettivi di risanamento dei conti e di rilancio della città’. Amag ha avuto un grande utile grazie alla vendita di Alegas, circostanza straordinaria. I rifiuti sono una partita fondamentale, e sul fronte della raccolta differenziata Alessandria è il fanalino di coda tra i capoluoghi piemontesi. Che facciamo, come invertiamo la tendenza? E sul fronte dello smaltimento, bene il risanamento di Aral, ma ora come procediamo nei rapporti con la Liguria, che appare un interlocutore fondamentale su questo fronte? Mi piacerebbe che su questi temi il consiglio comunale fosse maggiormente coinvolto, e che si confrontassero in modo costruttivo le diverse posizioni.

Presidente Ivaldi, un anno fa il suo nome circolò come possibile assessore, poi andò diversamente: oggi un po’ se ne rammarica?
(riflette, ndr) Fare l’assessore può essere molto stimolante, come lo è stato per me la presidenza del Cissaca. Ma gli incarichi si accettano non solo se ti vengono offerti, ma se ci sono le condizioni per realizzare davvero dei progetti. Fare l’assessore non è obbligatorio insomma, e un lavoro, anche piuttosto impegnativo, io già ce l’ho. Posso dare una mano alla nostra comunità anche come consigliere comunale, con interpellanze e interrogazioni. Sperando naturalmente che vengano ascoltate, e servano come stimolo alla nostra Giunta.