Accenti e ritmi [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

L’estate mi porta a divagare, nel tempo, nello spazio, nelle letture (nella musica no: lo faccio tutto l’anno, giorno e notte).
Leggo Noam Chomsky.
Ci sono sue affermazioni che vanno rilette con attenzione e – come accade con molti pensatori – riviste col senno del poi.
Oggi il linguista statunitense è quasi centenario e dunque si può cominciare a fare i conti con le sue considerazioni.
Il principio della rana bollita è forse quello che meglio ci rappresenta in questo scorcio di secolo, subiamo i lenti cambiamenti che peggiorano il nostro habitat e accettiamo inerti; quando decidiamo di ribellarci è troppo tardi: non ne abbiamo più le forze.
E soccombiamo.
Molte volte – anche su questa colonne – mi accade di raccontare storie di degrado che assomigliano spaventosamente alla rana di cui sopra.

Mi soffermo però sull’idea di animale sintattico che Chomsky delinea ne Il linguaggio e la mente.
Mentre leggo ascolto un canale radiofonico in sottofondo; trasmette le hit di queste settimane, prevalentemente musica trap e dance.
Il ritmo delle parole è talmente stretto e sincopato che mi distrae e infastidisce, costringe gli autori dei testi a spostamenti di accenti sovvertendo le regole di base della fonetica.
Ad esempio a-mó-re diventa à-mo-ré, oppure se-dì-le diventa sé-di-le.
Nel primo caso si tratta certamente di una storia di brevissima durata, nel secondo si tratta di un’auto che procede in retromarcia zigzagando.
Mi incuriosisco e sfrucugliando nel web trovo app che generano automaticamente testi rap seguendo algoritmi che non tengono in considerazione gli accenti (e quindi il ritmo della battuta tra accenti forti e deboli) ma solo la scansione metrica, il numero di sillabe.
Detto ciò, torno a bomba a Chomsky. Le quattro abilità linguistiche sono ascoltare, parlare, leggere e scrivere, queste in ordine cronologico di apprendimento.
Possiamo pensare – non senza ansia e preoccupazione – che i più giovani faranno la fine della rana bollita.

E poi ci si preoccupa dell’uso degli inglesismi.
Scusate cra ma ora cra cra devo proprio fare un salto in bagno cra cra cra