A spiegarlo il prof. Portinale: «costruiamo modelli di apprendimento automatico»
Come il deep learning multi-modale può essere, in campo medico, a supporto della decisione diagnostica e terapeutica? A dare una risposta a questa domanda è il Laboratorio integrato di Intelligenza Artificiale e Informatica in Medicina.
Un laboratorio nato dalla collaborazione tra il DiSIT – Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, diretto da Leonardo Marchese, e il DAIRI – Dipartimento Attività Integrate Ricerca Innovazione dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, diretto da Antonio Maconi, per sviluppare proprio nuovi percorsi di supporto all’attività dei medici per una migliore e più precisa cura dei pazienti.
A lavorare sul deep learning multi-modale, in particolare, è Luigi Portinale, professore ordinario di Informatica che si occupa di intelligenza artificiale da oltre 30 anni: «Il deep learning multi-modale – ha spiegato – consiste nella costruzione di modelli di apprendimento automatico in grado di sfruttare dati in modalità diversa, come ad esempio immagini, testi, serie temporali o altro. In medicina questo è particolarmente importante, in quanto i dati relativi ai pazienti sono normalmente disponibili in modalità diverse quali le cartelle cliniche elettroniche, le immagini diagnostiche o gli esami di laboratorio».
Questo renderà possibile, attraverso l’utilizzo di dati raccolti in forma anonima e aggregata, la costruzione di sistemi di ricerca in grado di supportare i medici nelle decisioni diagnostiche e terapeutiche sfruttando tutte le informazioni disponibili.