di Dario B. Caruso
Erano gli anni Ottanta.
Cominciavo la mia attività musicale muovendo i primi passi nella Savona di allora, vivace e ricca di luoghi d’incontro.
Noi di quella generazione, neppure ventenni, al termine dei concerti andavamo a cenare.
Uno dei locali che frequentavamo con più piacere era la Pizzeria “da Nicola”, un luogo allegro, colorato, ricco di suoni e di profumi, le pareti ricolme di opere d’arte, tele e ceramiche, foto autografate e dediche di attori, sportivi, musicisti e personaggi televisivi.
È un carnevale.
È l’arte e lo spettacolo a portata di mano, i grandi nomi in cartellone al Teatro Comunale Chiabrera si possono incontrare proprio lì, a tavola, senza trucco e con le loro paturnie di persone semplici, dismessi gli abiti di scena.
Nicola Marino è un padrone di casa sorridente, affabile, gentile, semplice nei modi ma colto e sensibile nella sostanza, attento certamente agli affari ma ancor più attento alle esigenze di tutti, anche dei diseredati.
Presenta le pizze e i piatti della tradizione campana con una passione unica.
Per coloro indecisi nella scelta, un buon compromesso è un piattone di spaghetti sciué sciué, semplici ma gustosi spaghetti di Gragnano con salsa di pomodoro alla napoletana e condimenti vari.
Come sia difficile oggi avere una parola per tutti è un’evidenza.
Si fatica a riconoscere il bello, a distinguere il vero, a raccontare il buono, ad insegnare il giusto.
Qualcuno riesce, in silenzio, a fare qualcosa di tutto ciò.
Nicola ad esempio ha coltivato un angolo di sud a Savona, ha regalato un seme di accoglienza a tutti i suoi clienti e amici, ha lasciato l’arte di una vita ai figli.
E ciò è immenso.