C.AL.CA. scrive al Premier Meloni: “Per le difese spondali in Romagna come sul Po si utilizzino anche i fondi del PNRR”

Il C.AL.CA. – storico Comitato Alluvionati del Casalese, è tornato a scrivere al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai Vicepresidenti del Consiglio, ai vari Ministri competenti in argomento, alla Regione Piemonte, Prefettura di Alessandria, Provincia e Comune di Casale, Autorità di Bacino, Aipo e rispettive segreterie e funzionari di ogni istituzione ed enti preposti alla difesa del suolo ed economici (molti gli allegati inoltrati). Sono 23 anni che facciamo sentire la nostra voce, non siamo impreparati a trattare questo settore, ma non ci ascoltano e nel frattempo continuano ad accadere tragedie che mietono vittime, distruzione di territori e le sue economie, ma cessato lo Stato di Calamità è finita, ogni promessa rimane tale.

L’oggetto del documento inviato alle autorità nazionali, regionali, locali tratta la componente dei fondi stanziati in funzione dello Stato di Calamità della Emilia Romagna.


Egr. Signori, appresa la notizia di un primo importante stanziamento del Governo per 2 miliardi di euro in favore dei territori e delle popolazioni colpite dalle alluvioni in Emilia Romagna con la presente siamo cortesemente a richiedere chiarimenti sulle motivazioni per cui non si possano utilizzare in seguito anche parte dei fondi del PNRR utilizzandoli per il ripristino di argini, difese spondali e per le infrastrutture duramente colpite dalle 2 alluvioni di maggio che hanno colpito l’Emilia Romagna così come per la messa in sicurezza del fiume PO.

I giornali e le principali televisioni nazionali continuano ad evidenziare la possibilità di usare almeno i 2,5 miliardi di euro previsti a pag. 150 del PNRR al punto “M2C4 ( Missione 2 Componente 4) Tutela del territorio e della risorsa idrica – investimento2.1 : Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”.

L’investimento di circa 2,5 miliardi di euro in realtà è articolato in due sub investimenti:
2.1 a) strutturali e non strutturali nei territori più a rischio a cui sono destinati 1.287 milioni di euro, con interventi effettuati entro la fine del 2021 la cui titolarità è in capo al Ministero per la TransizioneEcologica (MITE) oggi MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica)
2.1 b) in favore delle aree colpite da calamità a cui sono destinati 1,2 miliardi di euro per il ripristinodelle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

Quello che nessuno dice è che l ‘investimento di 1,2 miliardi di euro (punto 2.1b) in capo al Dipartimento della Protezione Civile è stato sostanzialmente già assegnato a fine 2021 alle varie Regioni e riconfermato con accordi per ogni regione ad inizio del 2023, la cifra disponibile è stata suddivisa in 400 milioni di euro per “progetti in essere “ e 800 milioni di euro per la realizzazione di “nuovi progetti” con l’obiettivo del ripristino delle condizioni iniziali nelle aree colpite dalle calamità , in sostanza questo 1,2 miliardo di euro è servito e servirà più che altro a ripristinare, ad esempio per il Piemonte, le infrastrutture e opere danneggiate dagli eventi metereologici dell’ottobre/novembre 2019 e ottobre 2020.

Per quanto riguarda gli investimenti in capo al MASE notiamo che ad oggi sono previsti 1,148 miliardi di euro da distribuirsi su 639 progetti di cui non conosciamo le finalità visto che non sono rintracciabili nei Link del Ministero. Desideriamo anche evidenziare in questa occasione il nuovo appello per il fiume Po con le dichiarazioni del dott. Alessandro Bratti – Segretario Generale della Autorità di Bacino Distrettualedel Fiume PO, appello ripreso su alcuni giornali nazionali il 20 maggio e che qui sotto riportiamo sinteticamente : «Tutti sono allertati, la situazione è monitorata costantemente racconta, ma non voglio fare la Cassandra, perché se dovessero cedere gli argini del Po sarebbe una catastrofe.
Eppure la situazione non è tranquillizzante. Il 16% delle arginature del grande fiume è a rischio soprattutto nel tratto mediano piemontese-lombardo e nel Delta del Po le criticità salgono al 50%. Bisogna intervenire. «Quando chiedevo soldi per sistemare gli argini in tempo di siccità mi prendevano per pazzo. Ma sapevo che l’acqua sarebbe arrivata a valanga. dice sconsolato. Servono 550 milioni per le opere più importanti, possono essere finanziati con il Pnrr. Ho scritto al ministero delle Infrastrutture, ma dopo due mesi non ho ancora risposte. Spero che l’emergenza di questi giorni serva a sensibilizzare tutti sulla necessità di agire prima che altre devastazioni facciano capolino aggiunge Bratti Purtroppo anche in passato le nostre richieste sono rimaste lettera morta. La sistemazione degli argini avrebbe dovuto essere inserita nel Pnrr già dal governo Conte 2, ma è stato solo silenzio. Pure dal governo Draghi….».

In conclusione le domande e le richieste che cortesemente vi rivolgiamo, pur in questi difficili momenti, sono queste:

• Perchè per il ripristino di opere ed infrastrutture in Emilia Romagna e per la manutenzione esistemazione degli argini del fiume Po non vengono usati altri fondi del PNRR visto chesostanzialmente ne sono stati destinati precedentemente 2,5 miliardi ?
• Se, come dichiara il dott. Bratti, i progetti per la messa in sicurezza del fiume Po sono già disponibili dal 2018 perchè non tentare di portarli a termine entro i prossimi 3 anni?
• Perchè non è possibile dirottare verso la sicurezza idrogeologica della Emilia Romagna e della Pianura Padana una parte dei 6 miliardi programmati dal PNRR dell’investimento “2.2 Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni“?

Senza la sicurezza idrogeologica con buona parte del territorio romagnolo ancora sommerso dalleacque e altri territori italiani perennemente a rischio diventa difficile per gli alluvionati , soprattutto per chi ha perso dei cari o a perso tutto quello che aveva in casa e sul lavoro (a cui vatutta la ns. Solidarietà), capire il vero significato delle parole “resilienza“ e “valorizzazione del territorio“ , questo pensiamo lo comprenda bene anche l’Unione Europea e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che domani insieme a Lei, Presidente Meloni , sorvolerà le zone emiliane romagnole colpite dalle recenti alluvioni.

Per il Consiglio Direttivo C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese
Massimo De Bernardi – Portavoce e Vicepresidente