di Ettore Grassano
Perchè mai il sindaco Abonante e l’alleanza ‘campo largo’ che lo sostiene non vogliono che si concretizzi il progetto del nuovo Ospedale di Alessandria? Davvero la miopia politica può arrivare a tanto, per cui se un progetto è stato portato avanti dai tuoi avversari politici tu lo fai naufragare deliberamente, anche se si tratta di opportunità straordinaria per la tua città, e provincia?
Questi i legittimi interrogativi con cui i tanti partecipanti all’incontro organizzato lunedì sera dalla Lega di Alessandria sul nuovo ospedale sono tornati a casa. La risposta è destinata ad arrivare in tempi abbastanza brevi, poichè l’Inail ha dettato tempi e condizioni precise per finanziare con 300 milioni di euro il progetto: “entro fine settembre dobbiamo presentare un progetto cantierabile – ha spiegato con semplicità e chiarezza l’assessore regionale a Sanità e Edilizia Sanitaria Luigi Icardi – il che significa non solo aver individuato l’area, ma anche aver completato la gara”. Insomma, in sostanza siamo già in ritardo, e bisogna procedere da ieri.
Prima dell’assessore, i diversi relatori che hanno preso la parola (il professor Gianfranco Cuttica di Revigliasco, ex sindaco di Alessandria e attuale consigliere comunale, Enrico Bussalino, presidente della Provincia, Federico Chiodi, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asl Al, l’on. Rossana Boldi, responsabile sanità della Lega in Piemonte, il professor Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità in Regione Piemonte, l’on. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario regionale) hanno analizzato la questione ospedale da un punto di vista di percorso storico: Cuttica ricordando le diverse tappe fondamentali dal 2018 ad oggi, Molinari inquadrando il percorso nelle scelte politiche regionali e nazionali dal 2010 in avanti, con un centro sinistra, da Monti/Balduzzi a Chiamparino, impegnato a tagliare risorse e servizi, e la Lega a difendere i territori), per spiegare come si è arrivati ad oggi.
Più volte è stato ribadito che il nuovo ospedale, hub di riferimento per tutto il basso Piemonte, alessandrino e non, è un tassello fondamentale del mosaico che comprende il riconoscimento del primo Irccs pubblico del Piemonte tra Alessandria e Casale, la trasformazione dell’Aso in Azienda Ospedaliera Universitaria, il completamento dei corsi della Facoltà di Medicina e la realizzazione del campus universitario. “Gli investimenti in sanità creano sviluppo e valore per tutto il territorio”, ha sottolineato Rossana Boldi, “e questo non significa ignorare che la sanità soffre oggi anche di altri mali, e di questioni da risolvere: ma occorre scommettere sul futuro, avere una visione”.
Nella sala, super gremita, non c’erano solo tutti gli esponenti comunali, provinciali e regionali della Lega, e tanti militanti, ma anche cittadini comuni, e poi i vertici dell’Aso e dell’Asl, e alcuni esponenti politici di altri partiti (Buzzi Langhi, Demarte, Straneo, per citarne alcuni), oltre all’on. Felice Borgoglio.
Ma stiamo al punto. Ci sono i soldi (300 milioni di euro dell’Inail, vincolati a una tempistica definita), ma è sulla sede che ancora ci si arrovella.
La prima ipotesi, ex Piazza d’Armi degli Orti (la migliore in assoluto per sinergia con campus Università, Disit, 118, Ospedale Infantile) è stata messa fuori gioco dal nuovo Pai (e qui ci sarebbe da aprire un’enorme parentesi: perchè Campus sì e Ospedale no? E se tutti gli Orti sono di nuovo a rischio alluvione, cosa è stato fatto in questi ultimi 29 anni? E cosa si farà ora per mettere in sicurezza migliaia di persone? Pare servano almeno altri 150 milioni di euro). La seconda ipotesi invece, individuata dalla Regione Piemonte dopo il niet sugli Orti, e per comodità chiamata Borsalino (quartiere Galimberti), è ritenuta sicura sia dai tecnici della stessa Regione che della Provincia (“serviranno solo 6 milioni di euro per ulteriori interventi”, ha precisato l’assessore Icardi), e anche sufficientemente sinergica rispetto agli altri tasselli già citati. Certo, andrà approvata rapidamente una variante urbanistica da parte del comune di Alessandria, trasformando quei terreni agricoli in area edificabile: ma volere è potere, in questi casi.
Tutto a posto dunque? Eh no, perchè appunto il sindaco Abonante e la sua giunta/maggioranza hanno controposto come sede (mica ci si può accodare a quel che dicono gli avversari politici: ad un anno dalle elezioni regionali poi, suvvia…) l’area Panorama in zona Europista. Quella stessa, per intenderci, su cui avrebbero fino ad un anno fa voluto veder fiorire solo papaveri, tanto che si è aperto un contenzioso con chi lì invece avrebbe voluto far crescere un proprio insediamento logistico. Perchè la logistica no, e un mega ospedale sì chiedetelo al sindaco, e ai suoi consulenti. Lunedì sera l’assessore Icardi ha precisato che “si tratta dell’area più distante da campus, università, ospedale infantile, 118, e la cui messa in sicurezza costerebbe almeno quanto l’intervento agli Orti, e con tempi certamente incompatibili con quelli dell’Inail”.
Quindi che succederà, concretamente? Al sindaco Abonante resterà il cerino acceso in mano, e si prenderà la responsabilità di dire agli alessandrini, “no, il nuovo ospedale non si fa, ci spiace”, solo perchè il progetto è frutto di un percorso pluriennale targato Lega, e centrodestra?
“Ma figurati – ci ha sussurrato un acuto osservatore a fine serata – : il Comune non ha alternative, la variante può farla in pochi giorni, e deve farla. Ma attenzione, perchè si aprirà un’altra questione basilare: il progetto del nuovo ponte Bormida andrà completamente rifatto, e la nuova infrastruttura andrà collocata a destra rispetto a quello esistente, per chi arriva in città, e non a sinistra come da progetto attuale”. Destra o sinistra, il ponte sulla Bormida è un altro progetto su cui non cincischiare troppo, sindaco Abonante. O prima o poi Alessandria si troverà isolata rispetto al traffico in arrivo non solo dalla Fraschetta, ma da Novi e Tortona.