La nuova Alessandria di Alain e Enea: e forse con qualche santo protettore

di Pier Luigi Cavalchini

Sanctum Vectorium (*) ora pro nobis, prega per noi. Si dovrebbe cominciare così una litania ispirata da una società, o serie di società, che si fregiano del termine “Vectorium” e che presenta il termine “Benedixit” alla seconda strofa. Società (“Vectorium” e “Benedixit”) che fanno capo, fra le molte altre interessenze di cui si è sentito discutere in questo delicato passaggio di proprietà, ad Alain Pedretti e ad Enea Benedetto.

Come avrete capito stiamo parlando della vendita ormai conclusa dell’Alessandria Calcio al duo italo-francese che promette – almeno a parole – sfracelli. Infatti Enea Benedetto, ufficialmente, sarà il nuovo presidente dell’Unione Sportiva Alessandria 1912 coadiuvato da Alain Pedretti già massimo responsabile dell’A.S. Cannes e riconosciuto operatore immobiliare, oltre che interessato in vari campi commerciali.

Un duo che, si diceva, “promette sfracelli”, perché alla prima occasione (a fine partita pareggiata con il San Donato) non ha lesinato elogi alla storia sportiva dell’Alessandria U.S., facendo presente che il nome Alessandria è ormai entrato nelle orecchie e nella testa di chi mastica calcio sia direttamente, sia indirettamente. Non solo, hanno registrato con favore il fatto “di poter partire da un buon livello calcistico, essendo stata evitata la retrocessione” con l’aggiunta gustosa di un “siamo qui per allestire una squadra di qualità all’altezza dei sostenitori e della città”.

Come si dice in questi casi, e soprattutto nella landa brumosa di “Mandrogneland”, staremo a vedere. O meglio, dato l’impegno dei giovani che hanno appena salvato la squadra e dell’ottimo lavoro di mister Lauro, non staremo (inizialmente) solo a vedere ma saremo pronti a supportare squadra, staff tecnico e presidenza, perché la competenza della piazza alessandrina è nota.
Si entusiasma e ti porta in cielo, ma se la prendi in giro sono problemi. Ci veniva un altro sostantivo plurale iniziante per c…. ma ci siamo capiti. E siccome siamo in una fase post stress da sforzo (per fortuna con esito positivo) ci possiamo permettere qualche digressione. E allora proviamo a volare: per il momento non costa nulla.

Cominciamo con i presagi. Sanctum Vectorium (*) (alias sanctus Victor) fu papa nel III secolo dopo Cristo, conosciuto per aver condotto, con successo, confronti – anche accesi – con alti porporati religiosi delle varie fazioni della Cristianità di allora, con esito finale positivo. Magari era gente di Siena o di Lucca oppure di Vercelli: anticipando “confronti” sportivi che in un modo o nell’altro dovremo affrontare.

Ma torniamo al nostro Victor: considerato papa dal pugno di ferro e con capacità dialettiche e pratiche non comuni, tanto che ciò che aveva in mente lo impose alla Chiesa. E il fatto di avere come sponsor uno che “benedixit”, cioè seppe benedire, quindi essere bene augurante, non può che portar bene. Oltre al fatto di essere, sempre il nostro Vectorium, proveniente dal nord Africa, probabilmente dall’area di Alessandria: non la nostra, quella d’Egitto, ma comunque il “richiamo” c’è.

Chissà. Faremo come quel simpatico sostenitore del Padova di due anni fa, che si presentò sia nello stadio di casa sia al Moccagatta con l’effigie di Sant’Antonio, sperando in una grazia (che non arrivò). Il nostro Victor, sicuramente, sarà di altra pasta e saprà parlare alle alte sfere nei modi più opportuni. Magari pure alla Madonna della Lega Calcio.

Mentre scrivo mi fatto notare che anche il carcere di Milano potrebbe avere interessenze con il nostro Vectorium/Victor: ma facciamo finta di niente, e pensiamo positivo.

Per esempio proviamo ad immaginare quale squadra possa essere seriamente competiva per il prossimo anno, tenendo conto dell’anagrafe dei giocatori di quest’anno e del loro rendimento.
Subito promossi Lamesta, Galeandro, Martignago, Nichetti, Checchi e Mionic, forse Nunzella e Speranza; poi, non volendo guardare la data di nascita, “pigliatutto” Liverani e Sini, forse Sabbione e Guidetti. Il resto possiamo anche lasciarlo andare.

Non è detto che tutti vogliano restare, anzi, ma – nel caso – potrebbe essere un nucleo base su cui operare. Al duo italo-francese chiederemmo di evitare stravolgimenti con cambi radicali di dieci/undicesimi della rosa in campo, ma spesso siamo stati smentiti, per cui non andiamo oltre l’auspicio.

Tutto qui. Auguri di buone meritate vacanze ai nostri eroi e richiesta pressante di entrare subito nel merito a direttore sportivo (quando indicato) e a tutto lo staff tecnico. Non c’è tempo da perdere per una buona preparazione fisica e mentale: le prove che, già da agosto, dovremo affrontare saranno più che impegnative.

“(*)concedeteci la forma in ‘accusativo’.”