di Ettore Grassano
Peste suina, siccità, PNRR come opportunità da non perdere. Ma anche le potenzialità dell’agricoltura di precisione, e il legame sempre più stretto che esiste tra agricoltura e turismo, enogastronomico e non. Con l’aiuto di Marco Protopapa, acquese, assessore regionale a Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca, tentiamo di disegnare la ‘fotografia dinamica’ di un settore quanto mai strategico dell’economia piemontese, e di capire come gli agricoltori, da sempre abituati a ‘gestire’ i cambiamenti climatici, e a trasformarli da ostacolo a opportunità, si stanno attrezzando per far fronte ad una realtà certamente complicata, che richiede la capacità di ‘gettare il cuore oltre l’ostacolo’, e di progettare ‘in campo lungo’, con la forza dell’esperienza, ma anche avvalendosi dei nuovi strumenti che l’innovazione tecnologica può e deve mettere a disposizione del comparto.
Partiamo dalla peste suina africana: tra ritardi, proposte, nuovi divieti, che previsione si può fare per estate e autunno? A quando il rientro alla normalità, e quale la quantificazione dei danni per la filiera?
Il commissario in una recente intervista si è detto fiducioso nel poter debellare la PSA nell’arco temporale di 36 mesi ma grazie all’ordinanza si potranno avere già a breve delle risposte per i territori. L’estate e l’autunno saranno sicuramente condizionati dall’ordinanza del nuovo commissario per la quale abbiamo chiesto chiarimenti su alcune modalità di attuazione. Per quanto riguarda la stima dei danni alla filiera, Assica (Associazioni industriale delle carne e dei salumi) ha rilevato nel 2022 una perdita che si aggira intorno ai 20 milioni di euro al mese sul territorio italiano per la mancata esportazione.
Gli ungulati erano problema serio anche prima, per l’agricoltura e non solo: si troverà un equilibrio nella loro gestione?
Questa situazione ha messo in evidenza un grave problema di gestione causato da diversi fattori. L’ auspicata risoluzione darà sicuramente il modo di creare nuove regole e attenzioni per tutto il comparto. Con la nuova ordinanza del Commissario Caputo è possibile il prelievo venatorio a tutti gli ungulati (escluso il cinghiale) sulla base di piani di prelievo che si sostanziano nel riequilibrare la fauna selvatica.
L’agricoltura fa i conti con un cambiamento climatico forse epocale: stagioni ormai ‘sballate’, e pesante crisi idrica. La Regione cosa può fare per supportare la filiera in una fase di inevitabile cambiamento?
L’attuale situazione climatica impone al comparto agricolo di ottimizzare l’uso della risorsa idrica e grande attenzione è stata rivolta al comparto irriguo. Il nuovo sviluppo rurale del Piemonte 2023 -2027 prevede un pacchetto di aiuti per almeno 55 milioni di euro rivolti sia alle aziende agricole per investimenti per un uso razionale dell’acqua di irrigazione, anche per lo stoccaggio della stessa e sia ai Consorzi irrigui per la creazione di nuovi impianti e per la manutenzione e il miglioramento della rete irrigua esistente. Una parte di questi fondi, 21 milioni, sono per impegni specifici per le risaie per favorire l’accumulo stagionale di acqua.
Ci sono coltivazioni ‘al passo coi tempi’ su cui conviene puntare?
Al convegno organizzato dalla Regione Piemonte a Torino nel mese di marzo sulla gestione della risorsa idrica in agricoltura, con la partecipazione di stakeholders istituzionali, del mondo universitario e della ricerca, e con la partecipazione di Israele, è emerso quanto sia strategico un approccio scientifico per affrontare il problema della siccità in agricoltura e la raccolta dei dati effettuata in questi ultimi anni è determinante per mantenere le coltivazioni. Mi riferisco al Progetto Seria che la Regione Piemonte sta portando avanti, un sistema di raccolta dati e servizi di supporto alle aziende agricole per la gestione delle produzioni integrate e biologiche e per affrontare le criticità climatiche e fitosanitarie. Questo per puntualizzare che occorre individuare nuovi cicli di produzione per le colture e nuove tecniche produttive per un minor utilizzo della risorsa idrica. Su questo fronte è necessario investire nell’uso delle tecnologie e a questo proposito nel mese di maggio l’Assessorato all’Agricoltura aprirà un ulteriore bando sulla misura del precedente programma di sviluppo rurale, per gli agricoltori dai 18 ai 40 anni per investimenti nelle aziende, che prevede un contributo fino al 65% a fondo perduto.
Tecnologie per l’agricoltura di precisione: stanno davvero diventando decisive?
Assolutamente sì perché fondamentali per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla PAC e dal Programma di sviluppo rurale nazionale rivolti alla sostenibilità ambientale e ad un uso razionale delle risorse. Sono quindi strategiche per adottare sistemi di produzione in cui si ottimizza l’uso dell’acqua e si riduce la quantità di prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti.
Vino piemontese sugli scudi al Vinitaly, ma poi che succede? A casa nostra, nell’Alessandrino, quali vini hanno davvero un mercato internazionale, e in quali paesi?
Le stime 2023 dell’Osservatorio Ismea – Qualivita indicano che il comparto del vino DOP IGP in Piemonte vale 980 milioni di euro, a conferma del successo dei vini e distillati a denominazione certificata, apprezzati in tutto il mondo. Un risultato economico frutto del lavoro sinergico dei Consorzi di tutela, Enoteche regionali, associazioni di produttori, che la Regione continua a sostenere per la produzione di qualità e per la promozione nei grandi eventi nazionali ed internazionali. Nell’Alessandrino gli aromatici Brachetto d’Acqui e Moscato d’Asti, i bianchi Gavi e Timorasso, il Barbera d’Asti e il Grignolino sono eccellenze consolidate sui mercati esteri ma non solo questi che ho citato. Crescono il Cortese, il Dolcetto, il Freisa, che la Regione ha scelto come vitigni dell’anno. Inoltre la filiera vitivinicola dell’Alessandrino come avviene nel resto del Piemonte, rappresenta un valore aggiunto per la crescita del turismo enogastronomico nelle nostre colline del Monferrato, dell’Acquese e Ovadese.
Enogastronomia e turismo, binomio vincente. Come la Regione cerca di sostenere la filiera, anche con collaborazione tra assessorati diversi?
Le eccellenze enogastronomiche del Piemonte sono un valore aggiunto dell’offerta turistica piemontese. I turisti che scelgono la nostra regione per visitare i nostri borghi, praticare attività outdoor e raggiungere il capoluogo per i grandi appuntamenti sportivi e culturali internazionali, hanno al tempo stesso la possibilità di apprezzare la cucina piemontese con i cibi e vini di qualità, visitare le cantine e le aziende agricole e incontrare direttamente i produttori. E’ fondamentale dare un’offerta completa ai turisti e per essere competitivi è strategico il coinvolgimento di tutte le realtà economiche presenti a livello locale. Questa è la direzione verso la quale sta investendo la Regione, oltre al sostegno continuo per le attività di promozione dell’agroalimentare e del vitivinicolo, per lo sviluppo dei Distretti del cibo, delle Strade del vino e del cibo, dei Distretti del commercio, in cui soggetti pubblici e privati, dai Consorzi di tutela, alle Enoteche regionali, alle associazioni di produttori, alle Aziende turistiche locali, e realtà imprenditoriali, collaborano per portare avanti progetti di valorizzazione del territorio.
Agricoltura e PNRR: a che punto siamo? Come i fondi europei possono essere utilizzati per il rilancio dell’agricoltura di casa nostra?
Con il PNRR il Piemonte ha ottenuto 26 milioni di euro sulla misura a sostegno degli investimenti relativi all’innovazione e meccanizzazione del settore agricolo, ovvero per macchinari e attrezzature ibridi ed elettrici. Sempre a sostegno del comparto agricolo con i fondi del Pnrr il Ministero Masaf ha aperto il bando nazionale sulla misura Parco Agrisolare e il bando nazionale per incentivi per impianti fotovoltaici sui tetti agricoli.
Giovani in agricoltura: cresce il loro numero, e chi sono?
Sono giovani figli di agricoltori che portano avanti l’azienda di famiglia ma anche che avviano nuove realtà imprenditoriali e che la Regione ha sostenuto attraverso il cosiddetto “pacchetto giovani” attivato con il programma di sviluppo rurale 2014-2022, con risorse dedicate per l’insediamento dei giovani agricoltori e per il miglioramento del rendimento globale delle aziende. L’aiuto da parte della Regione prosegue con il nuovo sviluppo rurale del Piemonte 2023 – 2027, che prevede 453 milioni di euro complessivi per il favorire l’insediamento dei giovani. Ad ottobre 2023 aprirà il bando dedicato, che assegna un premio in conto capitale fino a 45 mila euro in pianura e fino a 55 mila euro in montagna.
Il ‘nodo’ manodopera: scarseggia davvero, e soprattutto come reperirla? La vecchia logica per cui chi è disoccupato, magari migrante senza nulla da fare, può andare a lavorare nei campi non è un po’ superata?
Il problema della manodopera soprattutto rivolto agli stagionali sicuramente riguarda molti settori lavorativi. Bisogna trovare soluzioni, già applicate comunque in certe situazioni, come creare offerte di lavoro continuative tramite una gestione che assicuri l’impegno tutto l’anno, diversificando sia a livello aziendale che culturale.