“L’eccellenza del distretto orafo di Valenza. Soluzioni dedicate per essere sempre competitivi nel mercato nazionale e internazionale” è il tema al centro del webinar dedicato giovedì scorso alle aziende del distretto piemontese dell’oro.
L’appuntamento è stato organizzato dalla Direzione Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo in collaborazione con la Divisione IMI Corporate e Investment Banking e la Direzione Studi e Ricerche del Gruppo bancario.
Partendo dalle previsioni di Intesa Sanpaolo sullo scenario macroeconomico e sull’andamento dei prezzi dell’oro, nel corso del webinar sono stati presentati un focus sul settore orafo con dettagli territoriali e un approfondimento sui prezzi delle commodity, con particolare riferimento al prezzo dell’oro. Sono state inoltre illustrate le soluzioni messe a disposizione da Intesa Sanpaolo per rispondere a tutte le esigenze produttive/finanziarie delle aziende orafe – dal prestito d’uso d’oro, alla vendita di oro con pagamento differito e a pronti – e i prodotti per la copertura del rischio di oscillazione dei prezzi delle materie prime, che il gestore Intesa Sanpaolo può proporre dopo aver valutato il livello di conoscenza ed esperienza dell’azienda in materia di strumenti finanziari e l’effettivo rischio cui è esposta.
«Valenza rappresenta il cuore del distretto orafo alessandrino e il tratto distintivo dell’industria locale, e può vantare un tessuto produttivo di altissima qualità – commenta Andrea Perusin, Direttore
Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo – Per il made in Italy quello dell’oro è un settore strategico, che pur nelle complessità dell’ultimo biennio ha dato prova di grande resilienza e competitività, con una forte spinta delle esportazioni, riqualificando l’offerta nel tempo e portando il nostro Paese a diventare riferimento per la gioielleria di alta gamma. In questo percorso di straordinaria crescita strutturale la sfida per le imprese del distretto valenzano è continuare a investire, a partire dalla formazione del capitale umano, in un circolo virtuoso di sviluppo economico, sociale e di benessere collettivo. Intesa Sanpaolo è pronta a mettere a disposizione risorse e consulenza per accompagnare le imprese del territorio, rafforzandone il ruolo sempre più di eccellenza nel mercato nazionale e internazionale.»
Il settore orafo italiano ha continuato a mostrare una buona evoluzione anche nel 2022 consolidando il processo di rafforzamento e crescita già avviato nel 2021 in risposta alla crisi pandemica.
Pur in un contesto complesso e incerto, si conferma centrale la capacità del comparto di competere con successo nel contesto internazionale: il settore orafo italiano ha realizzato 8,2 miliardi di euro di
esportazioni con una crescita di 1,5 miliardi (+22,5%) rispetto al 2021.
Gli Stati Uniti si confermano come primo mercato di destinazione: grazie anche a un cambio favorevole, l’oreficeria italiana ha mostrato un ulteriore rafforzamento, arrivando al 12,6% dell’import americano.
La lettura di questi risultati può essere integrata e completata con le evidenze emerse dall’indagine periodica presso un campione di imprese del settore condotta da Intesa Sanpaolo e il Club degli Orafi arrivata alla terza edizione nella rilevazione di dicembre 2022. Per il 2023 si confermano aspettative positive, seppure in rallentamento; per le imprese di maggiori dimensioni resta però un sentiment a maggioranza positivo sia per il mercato interno (56% dei rispondenti), sia per il mercato estero (61%). Gli operatori evidenziano le opportunità derivanti da una risoluzione del conflitto e dalla ripresa dei flussi turistici internazionali che è stata indicata soprattutto dai rispondenti di micro-piccole dimensioni con una percentuale del 60%; le imprese più grandi indicano invece le operazioni di acquisizione (44%) a dimostrazione di un’elevata sensibilità alle opportunità di rafforzamento dimensionale che il mercato può offrire. Si sono accentuate le difficoltà nel reperire manodopera, indicate da un rispondente su due (erano poco più di una su quattro nella rilevazione effettuata a inizio 2022), con punte dell’87% tra le imprese specializzate nella produzione. Si sono invece ridimensionate le problematiche legate alla gestione delle materie prime e degli approvvigionamenti.
Il distretto orafo di Valenza rappresenta il tratto distintivo dell’industria alessandrina, nonostante il territorio presenti una buona diversificazione produttiva anche in altri settori (come Chimica, Meccanica e Metallurgia, Gomma e plastica, Agroalimentare e Vitivinicolo).
La specializzazione nella gioielleria incide fortemente sulle esportazioni: l’Oreficeria di Valenza rappresenta il 25% delle esportazioni alessandrine. Nel distretto orafo di Valenza sono presenti più di 700 unità locali, che impiegano quasi 5.500 addetti, il 18,4% degli addetti totali della gioielleria in Italia.
Valenza è tradizionalmente vocata alla gioielleria di alta gamma, grazie alla presenza di numerose imprese artigiane altamente specializzate (ad esempio nei castoni).
Il distretto orafo di Valenza mostra una maggior concentrazione nelle imprese di piccole dimensioni: l’83% impiega meno di dieci addetti e il 15% dai 10 ai 49 addetti. In queste imprese trova lavoro il 68% degli addetti del settore orafo della provincia di Alessandria.
Valenza, insieme agli altri due principali poli orafi italiani, Arezzo e Vicenza, rappresenta circa il 70% dell’export italiano del settore; nel 2022 Valenza ha esportato 1,7 miliardi di euro, in crescita di oltre
270 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
L’Oreficeria di Valenza può vantare un tessuto produttivo di grande qualità. È questa l’evidenza che emerge dall’analisi di 137 bilanci di imprese orafe di Valenza, nel confronto con quasi 9.000 imprese
del sistema Moda e 830 imprese dell’oreficeria.
Dal punto di vista della crescita del fatturato 2021 rispetto al 2019, il distretto ha ottenuto risultati migliori rispetto all’oreficeria italiana (+7,6% vs +5,7% in termini mediani), settore che si è distinto
positivamente rispetto agli altri comparti del sistema Moda, che nel 2021 non avevano ancora completamente recuperato i livelli del 2019 (-8,3%).
In termini di redditività il distretto di Valenza ha mostrato margini migliori rispetto al sistema Moda con un divario di circa 4 punti (11% vs 7%) e anche agli altri principali poli orafi italiani, a conferma dell’alta qualità delle produzioni del distretto.
La patrimonializzazione è alta anche tra le imprese più piccole ed è complessivamente salita al 44% nel 2021 dal 40% nel 2019; negli ultimi anni, inoltre, sono aumentate le disponibilità liquide delle imprese,
che nel 2021 sono arrivate a pesare più del 9% dell’attivo.
Risulta, inoltre, rilevante il ruolo dei fattori immateriali: le imprese certificate RJC (Responsible Jewellery Council) mostrano un’evoluzione migliore delle imprese senza certificazione sia in termini di
crescita del fatturato, che per la marginalità.
Nel distretto è poi particolarmente alta la quota di imprese che nei prossimi anni dovrà affrontare il passaggio generazionale (il 18,4% delle imprese ha tutto il board composto da persone over 65), da
gestire anche con l’ingresso nel board di giovani e donne.
Il Distretto Orafo Valenzano in pillole
• Il settore orafo italiano conferma la capacità di competere con successo nel contesto internazionale: 8,2 miliardi di euro le esportazioni nel 2022 (+22,5% vs 2021)
• L’Oreficeria di Valenza, che vanta un tessuto produttivo di grande qualità ed è tradizionalmente vocata alla gioielleria di alta gamma, rappresenta il 25% delle esportazioni alessandrine: 1,7 miliardi di euro le esportazioni nel 2022 (oltre + 270 milioni di euro vs 2021)
• Le aspettative per il 2023 sono positive, grazie anche alla ripresa dei flussi turistici internazionali e al ridimensionamento delle problematiche legate alla gestione di materie prime e approvvigionamenti, ma si accentuano le difficoltà nel reperire manodopera