di Pier Luigi Cavalchini
Ancora un’altra giornata da dimenticare con un inizio di secondo tempo poco determinato, con libero passaggio dei vari Eleuteri e DeNuzzo, attaccanti di una buona Fermana, e con poca propensione al pressing alto che, come ben sappiamo, è una delle principali forme di condizionamento del gioco nel football e non solo. “Pressing alto” significa identificare per tempo le fonti di gioco, sapere quando stare a fianco di questi particolari giocatori e, se del caso, raddoppiare la presenza. Certo…ci vuole fisico e cervello, ci vuole preparazione tecnica e visione di gioco, ci vuole anche posizionamento chiaro in campo che, in un campionato difficile come la Serie C, diventano le premesse base per ogni buon risultato.
Nel caso del pareggio della Fermana, frutto di una pressione continua nei primi venti minuti del secondo tempo, sostanzialmente meritato anche se – a quanto pare – risultato di una svista arbitrale – ci si è trovati con una difesa mal disposta e poco reattiva sul lancio di Giandonato, da cui è poi scaturito il passaggio-gol.
A parere di molti la scelta di rendere valido il gol, nonostante la posizione di off-side di Busatto, è stato un errore grave della signora Sperotta, arbitro poco preciso nella sua funzione ma, non vogliamo andare oltre, e vorremmo provare a capire…esattamente…cosa non riesce a funzionare nella squadra dell’Alessandria. Perchè non è ammissibile fare un solo punto in due partite non difficili in casa come quelle con la Lucchese e con i marchigiani della Fermana.
Si comincia con una bella fetta di Moccagatta reso vivo da un migliaio circa di giovani promesse del calcio della nostra provincia, giovani e giovanissimi che hanno reso più piacevole lo scorrere dei novanta minuti e, come vedremo, hanno emozionato gli stessi giocatori in maglia grigia. L’inizio, soprattutto i primi dieci minuti, sono però un vero incubo per l’Alessandria.
Solo una volta riesce a superare il centrocampo e fino a quando non mette a posto qualche marcatura, con Gazoul e Speranza a dar manforte ai quattro difensori, i giocatori in maglia giallo-blu hanno avuto vita facile, mostrando abilità nel dribbling e nel saper liberare un uomo all’esterno. Proprio Eleuteri e DeNuzzo creano più di un grattacapo e solo i rinforzi segnalati prima rendono meno problematiche le operazioni in difesa e in fase di impostazione.
La prima vera occasione, in contropiede, è comunque dell’Alessandria che tramite il continuo e prezioso lavoro di interdizione e regia di Martignago riesce ad offrire a Cori l’opportunità del vantaggio. Sacha Cori ci prova ma la sua correzione di testa va a lato. Lentamente le due squadre cominciano ad essere pari sia nel gestire i duri scontri a centrocampo, sia nel lanciare i propri attaccanti. Ancora Martignago avrebbe la palla buona per il vantaggio ma insiste nell’azione personale e tira alto. Ma il gol è nell’aria ed è proprio il tandem Cori – Martignago a confezionarlo.
Il portiere marchigiano non interviene su un traversone basso dalla sua sinistra ben calciato da Cori e dà la possibilità a Martignago di battere a rete in perfetta tranquillità. Siamo solo al ventesimo minuto e l’Alessandria è già in vantaggio. E qui siamo alla prima risposta al quesito espresso in avvio… “Come mai non si riesce a vincere?”. Bene.
Una delle motivazioni sta sicuramente nell’incapacità degli avanti “grigi” a chiudere le partite con due o tre gol di scarto, pur avendone le opportunità. Nel caso specifico di occasioni per il “due a zero” i nostri “orsacchiotti” ne hanno avute due, entrambe sprecate. La prima, di nuovo sul piede di un quasi ottimo Martignago (il “quasi” è riferito alla sua imprecisione nel tiro), al minuto 39. Buoni scambi in velocità con Speranza e Nichetti a centrocampo e poi, una volata in solitaria, verso la porta, tiro dal limite e applausi…ma niente gol. La palla passa mezzo metro sopra l’incrocio dei pali della squadra ospite.
Stesso esito per la girata di testa di Gazhoul a fine primo tempo. Perfetta pennellata di Sini da fondo campo su punizione, si alza Gazhoul, prende la mira e…centra il portiere. Peccato, bastava angolarla ed era gol. Il giovane attaccante uscirà dal campo a fine primo tempo estremamente contrariato con una smorfia evidente sul viso.
Dopo il gol “mangiato” davanti alla porta della Lucchese sabato scorso, un altro “errore” pesante che, speriamo, non si ripeta più. Fra le due occasioni dei Grigi è da ricordare il pericoloso liscio in difesa di Speranza (autore comunque di un buon match) che involontariamente libera Neglia che tira benissimo ma a lato di un nulla.
Si rientra in campo con lo stesso atteggiamento offensivo evidenziato in avvio di partita dalla Fermana. Di nuovo movimenti veloci, appoggi sugli esterni, raddoppi e lanci improvvisi, anche da centro campo, sia rasoterra che “a spiovere”. Tutti movimenti che mettono in difficoltà Sini, Nunzella e compagni. Già al quinto Busatto avrebbe la palla buona per pareggiare ma Liverani si supera e doppia il miracolo già fatto pochi secondi prima su un tiro di Neglia.
Ma la pressione è continua e l’unica volta in cui Galeandro, nei primi venti minuti della ripresa, riesce a farsi vedere in area fermana, riesce solo a ciabattare un tiro impreciso e alto. A conferma di quanto scritto sopra. Inoltre, come seconda motivazione del “non si riesce mai a vincere” c’è la scarsa concentrazione in difesa, quasi un atteggiamento da partitella tra amici come se non ci si rendesse conto della posta in gioco.
Infatti, al minuto 18 della seconda frazione su lancio non irresistibile di Giandonato l’unico a farsi trovare pronto è Busatto che, senza problemi, insacca – in fuorigioco dubbio – raggiungendo il pareggio. Scarsa la reazione dell’Alessandria che si esaurisce in alcuni tiri ben parati da Nardi e in due punizioni ben tirate ma fuori di poco. E’ Nichetti ad avere la palla buona per il “due a uno” ma spreca, pur non pressato particolarmente, con un colpo di testa troppo rigido che fa andare il pallone alto sulla traversa. Un vero peccato.
Forse l’Alessandria si sarebbe anche meritata, ai punti, la vittoria, perchè complessivamente c’è stato impegno e attaccamento ai colori di casa. Ma sono mancate due cosette fondamentali (….dai e dai le abbiamo individuate…) la precisione e la freddezza quando si hanno le occasioni propizie e la troppa superficialità nel gestire le fasi delicate delle partite. Due “tasselli” su cui mister Lauro dovrà lavorare sodo…se non vuole trovarsi in una situazione ancor più drammatica di quella attuale.
Nota positiva finale: sia all’uscita dal campo di Gazoul che di Speranza ci sono stati sorrisi e ringraziamenti da parte dei giocatori verso i giovanissimi supporters che si sono letteralmente schiacciati contro la balaustra del “Rettifilo” per acclamare i loro beniamini. A Speranza è scappato un “a dopo” riferito ad un giovanissimo che gli porgeva carta e penna per un autografo. Situazione simile a fine partita con Martignago che si attarda, in compagnia di Nunzella, con un gruppo di giovani aspiranti campioni…Dal loro volto traspare sia felicità per l’incontro sia la tristezza per l’esito non voluto. Ma l’ingenuità e la positività dei piccoli è contagiosa e ad un “andrà meglio la prossima volta” hanno risposto con il pollice alzato… Speriamo sia di buon auspicio
Alessandria 1 – Fermana 1
Marcatori: 20′ Martignago (A), 64′ Busatto (F)
Mister Lauro dopo Alessandria Fermana
Riccardo Martignago dopo Alessandria Fermana