di Ettore Grassano
Due anni di pandemia, più un anno di guerra. Come stanno oggi le imprese alessandrine (e astigiane), dopo un trennio vissuto ‘sulle montagne russe’, è proprio il caso di dire? Gian Paolo Coscia, Presidente (fino al 2025) della Camera di Commercio di Alessandria e Asti, e fino a fine 2023 alla guida anche di Unioncamere Piemonte, si trova certamente in un osservatorio privilegiato, fatto di numeri, classifiche, statistiche ma anche ‘sentiment’ delle imprese, che alla Camera fanno riferimento sia per una lunga serie di adempimenti formali e di legge, sia come preziosa interfaccia sul fronte della formazione, dell’aggiornamento professionale e tecnologico, e della promozione, soprattutto sui mercati esteri. Il Presidente Coscia, insomma, è l’interlocutore giusto per cercare di capire che 2023 attende le nostre imprese, e per capire se il bicchiere è più vuoto che pieno, o viceversa.
Presidente Coscia, che anno sarà questo per le imprese alessandrine, e astigiane?
Le variabili in campo sono tante, per cui sbilanciarsi non è facile. Di natura l’imprenditore è sempre ottimista, per cui tenderei ad evidenziare gli aspetti positivi. Ossia dopo i due anni orribili della pandemia, e nonostante l’effetto negativo della guerra tutt’ora in corso, nel 2022 molti comparti sono ripartiti, tornando ai livelli del 2019 o anche meglio in certi casi: pensiamo al mercato orafo, o anche a certe nicchie del mercato enologico, come il Gavi, in costante crescita. Certo, nel secondo semestre del 2022 a complicare di nuovo il quadro c’è stata l’esplosione dei costi delle materie prime, a partire da elettricità e gas. Costi che per una elementare legge di mercato hanno costretto tutti ad aumentare i prezzi finali di prodotti servizi, con l’effetto inflazionistico che tutti abbiamo toccato con mano. Nonostante questo però, ripeto, i segnali di reazione ci sono: occorre naturalmente che certe dinamiche internazionali tornano su binari di normalità, perché gli imprenditori possano ricominciare ad investire.
Tracciamo l’identikit aggiornato delle nostre aziende……
Alla Camera di Commercio di Alessandria e Asti sono iscritte circa 80 mila imprese, comprese le sedi operative decentrate di realtà che hanno altrove la loro sede centrale. Il 64/% delle aziende si trova in provincia di Alessandria, il 34% nell’astigiano. Parliamo complessivamente di circa il 15% del sistema di imprese piemontese, con una situazione che, per quasi tutti i parametri fondamentali, ci colloca nella media regionale. Se peraltro consideriamo l’ultimo ventennio, la crescita complessiva in Piemonte è stata pari a zero, ossia abbiamo vissuto una lunga fase di stabilità, che non significa staticità. Ci sono infatti comparti, come quello orafo, quindi del lusso, che negli ultimi anni hanno ripreso a correre, e il 90% della crescita nell’export (+18% nel 2022) si deve proprio al distretto orafo valenzano. L’altro 10% si distribuisce prevalentemente tra comparto plastico e enogastronomico.
L’economia del vino, cavallo di battaglia sia dell’alessandrino che dell’astigiano, ha risentito del conflitto russo ucraino?
In parte purtroppo sì, perché il mercato russo è un grande consumatore di vini aromatici, come il moscato e il brachetto. L’altro nostro grande bianco da esportazione invece, ossia il Gavi, continua ad espandersi su diversi mercati, e lì il problema è inverso: la domanda supera l’offerta. Tanto che si sta cercando di aumentare gli attuali 1.400 ettari a vite.
Automotive: se nel 2035 i motori di auto e camion saranno solo elettrici che ne sarà del comparto auto piemontese?
E’ un bel quesito, e mi auguro che ci si ragioni per tempo, prendendo le dovuto contromisure. L’indotto del motore ‘a scoppio’ esiste in parte anche nell’alessandrino e nell’astigiano, ma nel torinese raggiungiamo numeri molto estesi: complessivamente parliamo di 700 imprese, con circa 70 mila addetti. Che vogliamo fare, chiudiamo tutti i battenti, e ci attrezziamo per un percorso di conversione? E conversione di che tipo? Poi non serve essere nazionalisti ‘spinti’ per capire che il mercato delle batterie elettriche è quasi tutto cinese, e che l’Europa forse sta compiendo un azzardo pericolo….
Un fronte che vede la Camera di Alessandria e Asti impegnata in progetti di avanguardia è quello della formazione: che vuol dire da un lato rapporto con le scuole del territorio, dall’altro aggiornamento professionale per chi già lavora……
E’ un’area su cui stiamo investendo molto, in termini di risorse e di persone. Del resto il futuro dell’impresa passa di qui: rapporto con gli istituti superiori, per creare un rapporto di filiera con le imprese, e far capire da subito ai ragazzi e alle ragazze cosa significa entrare nel mondo del lavoro, in termini di opportunità e anche di doveri. E poi appunto aggiornamento costante per chi, imprenditori e loro dipendenti, nel mondo del lavoro già c’è, e intende rimanerci con un ruolo attivo e da protagonista. Cambiano gli strumenti della digitalizzazione, cresce la necessità di una cultura d’impresa fondata sulla rigenerazione e sul rispetto dell’ambiente. La Camera cerca di fornire occasioni, metodo, percorsi per accedere ad un aggiornamento costante.
L’esperienza di clara condicio, mirata al comparto dell’intermediazione immobiliare, è un bell’esempio di come istituzioni, enti e imprese possano fare squadra, per rendere un settore sempre più qualificato, certificato e etico…..
Clara condicio è uno splendido progetto, che la Camera è lieta di sviluppare in collaborazione con Fiaip, Appc, Associazioni di Consumatori e altri soggetti del comparto. Il mediatore immobiliare oggi deve essere sempre più qualificato, ha necessità di formazione di base e di aggiornamento, e soprattutto vanno del tutto sradicati alcuni fenomeni, che ancora esistono, di abusivismo che fanno danno sia alla gran parte di operatori seri e preparati, sia al cliente finale che magari non è in grado sul momento di rendersi conto dei rischi che corre, o si affida al passa parola o alla conoscenza diretta, e poi ne paga le conseguenze. Clara condicio è un progetto basato su diversi pilasti, e la sua implementazione è in avanzato corso d’opera, sia sul piano dell’applicazione delle regole che della formazione e della cultura professionale.
Presidente Coscia, la Camera ha un peso specifico anche nella Fondazione Slala, che si occupa di logistica, ma anche di mobilità. La vinciamo questa sfida o no?
La dobbiamo vincere per forza: l’Alessandrino e l’Astigiano sono retroporti naturali dei porti liguri di Genova e Savona, e le potenzialità che ne derivano per il territorio sono evidenti, e vanno in tante direzioni. Ovviamente però per fare logistica avanzata non bastano i capannoni, ma servono le infrastrutture di trasporto: strade, autostrade, ferrovie. Ma questo vale anche per la mobilità delle persone: penso a collegamenti ferroviari veloci Alessandria (e Casale) e Milano, ma anche alla necessità di potenziare la linea Torino Genova, oltre all’ottima idea di quadruplicare i binari del tratto ferroviario Tortona Voghera. Più riusciamo ad investire oggi in infrastrutture (compreso il Terzo Valico, che in tanti all’inizio non volevano, ndr), più creiamo le condizioni per lo sviluppo dei prossimi decenni.