di Pier Luigi Cavalchini
Passo indietro nel gioco e nell’approccio psicologico per l’Alessandria che martedì sera cede tre punti ad un modesto Rimini, sicuramente alla portata della pur non eccelsa équipe di mister Rebuffi. Una partita che poteva essere tranquillamente vinta e che, invece, specie per le insufficienze di alcuni giocatori, è stata regalata agli avversari (con un “finale” di zero a uno).
Un Rimini estremamente concreto e cinico che si è affidato a due “fondamentali” tipici di questa categoria. Partenza veloce e sbarazzina, che spesso trova impreparata la squadra avversaria, e difesa arcigna, al limite del regolamento. Una componente, quest’ultima che, in presenza di un arbitro incapace, può diventare determinante.
I Grigi visti l’ultimo giorno di gennaio al Moccagatta hanno mostrato pecche in tutti i reparti e poca affidabilità in fase di impostazione dell’azione e di gestione del centrocampo, oltre che difficoltà in attacco. Il nuovo acquisto Sabbione non ha certo brillato in difesa e non si comprende perché non faccia valere il suo fisico possente e la sua altezza. Non è ammissibile che al quinto minuto del primo tempo un attaccante esperto come Del Carro venga lasciato libero di girare a rete di testa senza opposizioni di sorta. Sabbione, Nichetti (e forse altri) avrebbero dovuto far valere la loro altezza pressando il giocatore in maglia azzurra, cosa che non si è verificata. Un atteggiamento quasi “da allenamento” che l’Alessandria ha tenuto per metà primo tempo e che, sostanzialmente, ha pregiudicato l’andamento della partita. Dalla “vacanza generale” si salvano in pochi, sicuramente Marietta (vedremo poi perché), un ottimo Lamesta, il solito Galeandro e, quando è entrato, il giovane Gazoul. Per gli altri, al massimo, una sufficienza risicata e per qualcuno (Sabbione, Guidetti, Rota e, purtroppo, anche Martignago) una netta insufficienza.
Il Rimini inizia subito a mille e nei primi minuti colleziona angoli e azioni pericolose a raffica. I Grigi fanno le belle statuine e, al minuto cinque, su incursione di Fantini, cross di Laverone e incornata perfetta di Del Carro, subiscono il vantaggio dei romagnoli. L’Alessandria accusa il colpo e non riesce a riorganizzare una seria reazione. Anzi, alla prima nuova folata in attacco del Rimini, si vede costretta – con Sabbione – ad atterrare in area uno scatenato Fantini. Per la verità l’azione era viziata da un fallo di “gamba tesa” dello stesso ex-grigio ma l’arbitro sig. Grasso ”non ha visto nulla” (come gli succederà spesso nei novanta minuti di gioco). Lo stesso Fantini va, sicuro di se’, sul dischetto… ma viene ingannato da una mossa felpata di Marietta che para con sicurezza. Di qui (e da altre due o tre parate degne di nota) la valutazione positiva dell’ex “gardien de but” dello stesso Rimini.
Scampato il pericolo ed incitati dal non folto pubblico del Moccagatta, l’Alessandria, piano piano, prova ad imbastire qualcosa. Martignago avrebbe sui piedi una buona possibilità ma tira debolmente sul portiere al 12esimo minuto. Sempre Martignago, di nuovo con il sostegno del “motorino” Lamesta, neo acquisto di qualità, ha la possibilità di pareggiare al minuto 30 e poi ancora al trentaseiesimo ma, in entrambe le occasioni, sbaglia la mira. Va sottolineato in questa difficoltà a concretizzare per i Grigi la caparbia volontà dei riminesi nelle azioni di pressione e di disturbo.
Perfettamente riuscite, anche perché molti dei colpi e delle astuzie di Regini, Rosetti, Pasa e compagni, non sono stati visti dal sig. Grasso. Ma la “categoria” è questa e così occorre giocare.
Si va al riposo con pochissimi tiri in porta da ambo le parti, fasi di gioco convulse e continui falli e rilanci lunghi, ma con i portieri sostanzialmente inoperosi. L’entrata di Nunzella e Cori nel secondo tempo sembrano aver dato brio agli “orsacchiotti” e si è potuto apprezzare qualcosina in più. Il cambio Rota-Nunzella forse doveva essere fatto prima, così come sarebbe da rivedere la scelta di tenere in panchina Sini per un non ancora ben inserito Sabbione.
La dinamica del gioco, comunque, non cambia. Il Rimini, accusando un pochino la stanchezza dei primi minuti giocati “alla morte”, si limita a controllare con marcature asfissianti e veloci contropiedi, condotti da Fantini e Laverone. L’Alessandria arranca, continua nel più prevedibile e lento giro di palla trasversale e punge poco. Lo fa Galeandro al minuto 12 della ripresa con un guizzo felino su imbeccata di Nunzella, ma il mastino che ha a fianco lo disturba fino a condizionarne il tiro, debole e centrale. Zaccagno ringrazia e, praticamente, resterà inoperoso fino a due minuti dal fischio finale quando dovrà superarsi per deviare una staffilata dal limite del nuovo entrato Gazoul. Stavolta la mira era perfetta, come la forza data al pallone ma il guizzo felino del portiere romagnolo ha negato la gioia del pareggio ai Grigi. Ancora un centinaio di secondi per alcuni rovesciamenti di fronte, con le squadre molto allungate… e poi tutti negli spogliatoi.
Un Rimini cosciente delle proprie forze e dei propri limiti che con il minimo dispendio di energie ha fatto bottino pieno ad Alessandria andando a interrompere una fila di sconfitte e pareggi. Male, invece, l’Alessandria, supponente e distratta all’inizio e, soprattutto, poco incisiva con i suoi avanti, perennemente ingabbiati dall’attenta difesa azzurra.
Stavolta ci sentiamo di richiamare mister Rebuffi a scelte più efficaci e adatte al match. Con altre pedine, di sicuro, la partita sarebbe stata per lo meno “impattata”.