di Dario B. Caruso
Ci avviciniamo rapidamente al primo anniversario di guerra e altrettanto rapidamente ad un allargamento del conflitto.
I due paesi contendenti non intendono fermare lo scontro, situazione aggravata dal fatto che né gli Stati Uniti né tantomeno l’Europa hanno intenzione di forzare l’azione diplomatica.
In Italia l’unica preoccupazione sembra essere la presenza di Zelensky nel corso della serata finale del Festival di Sanremo.
In quell’occasione il leader ucraino – con la sua propaganda patinata – inciterà tutti gli ascoltatori a sostenerlo con l’ulteriore invio di armi pesanti e, a breve, di forze militari fresche, giovani aitanti votati al sacrificio.
Qualora all’ultimo istante (per un momento di lucidità dei responsabili Rai) Zelensky non dovesse partecipare alla kermesse (mai come quest’anno il termine sarebbe opportuno) l’obiettivo sarà comunque raggiunto: motivare i buoni per difendere il giusto.
Con questo trailer ci apprestiamo a vivere un febbraio freddo e insulso.
Altro che Covid.
Credo ci sia una sostanziale differenza tra assistere dal vivo ad un corpo dilaniato da una salva di mitragliatrice e vederlo in tivù.
In caso di guerra i medici e gli infermieri del 118 continuerebbero a fare i medici e gli infermieri, raramente potrebbero pensare di diventare cecchini.
Occorre infatti l’abitudine a vedere brandelli di carni, interiora e cervella sparsi un po’ qua un po’ là. Non ci si può mica improvvisare.
E poi vogliamo mettere il fascino di poter riprendere ad utilizzare le tessere annonarie come facevano i nostri nonni?
Fare quelle belle e sane lunghe code per mettere qualcosa in tavola per i bambini orfani e le donne vedove.
Fra le altre cose con le nuove normative UE potremo addirittura avere razioni di pane impastato con farina di grilli e bistecche di larve di mosca soldato (per restare in tema).
La terza guerra mondiale sarà una guerra buona.
Perché saranno i buoni a vincere. Così come accade nei fumetti della Marvel.
Nei fumetti, appunto.