Novi Ligure, commemorazione per il Giorno della Memoria

Per commemorare il Giorno della Memoria e ricordare lo sterminio del popolo ebraico durante l’ultimo conflitto mondiale, il Comune di Novi Ligure ha organizzato una serie di eventi culturali in collaborazione con Isral (Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Alessandria) e sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Novi Ligure.

Giovedì 26 gennaio, alle ore 10,30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Civica (via Marconi 66) si terrà una conferenza rivolta alla cittadinanza e ai ragazzi degli Istituti Scolastici cittadini dal titolo “La deportazione dal Piemonte”.
L’incontro sarà tenuto da Barbara Berruti, direttrice dell’Istoreto (Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino). Storica, archivista e ricercatrice, ha collaborato all’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, in rete da aprile 2016. Berruti, inoltre, è autrice di saggi e monografie sulla storia della seconda guerra mondiale, delle persecuzioni razziali e dell’Italia repubblicana. Ha partecipato più volte a trasmissioni tematiche televisive sui canali Rai.

Il programma prosegue venerdì 27 gennaio, alle ore 16, con l’inaugurazione della mostra documentaria “Il treno di Teresio. Qui non ci sono che uomini – I Deportati del Trasporto 81 – Bolzano – Flossenbürg | 5-7 settembre 1944”, allestita al primo piano della Biblioteca Civica. L’esposizione, che sarà introdotta e descritta dall’intervento di Cesare Manganelli (direttore della Biblioteca dell’Isral, storico della deportazione e autore di svariate pubblicazioni), ricostruisce le caratteristiche del trasporto di 432 prigionieri politici partito da Bolzano il 5 settembre 1944 e arrivato a Flossenbürg, nel nord-est della Baviera vicino al confine con la regione dei Sudeti, il 7 settembre. Si tratta del “trasporto 81”, secondo la ricostruzione fatta da Italo Tibaldi, un sopravvissuto del campo di Mauthausen, che attribuì un numero progressivo ai trasporti dall’Italia, giungendo a censirne 123. Tra i prigionieri spicca la figura di Teresio Olivelli, fondatore del giornale clandestino “Il ribelle” e animatore della resistenza cattolica in Lombardia, ricordato praticamente da tutti i superstiti come esempio di difesa della propria e altrui umanità nel lager e che il 17 giugno 2017 è stato riconosciuto Beato dalla Chiesa Cattolica. I 432 deportati provenivano da varie regioni, appartenevano a tutte le classi sociali ed erano espressione dei diversi orientamenti politici dell’antifascismo, nonché rappresentativi di tutte le componenti della Resistenza italiana ed europea: membri dei Cln, partigiani, antifascisti impegnati nell’aiuto di prigionieri alleati ed ebrei. Il lavoro di ricerca che ha permesso la realizzazione di questa mostra – avvalendosi di documenti concessi dal Memoriale del campo di Flossenbürg, di testi appartenenti alla memorialistica, di carte provenienti da archivi di diversi Istituti storici e Fondazioni e dei disegni di Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti del trasporto 81 – consente di conoscere le loro biografie, la loro vicenda politica, e di ricostruirne il percorso dall’arresto all’arrivo a Flossembürg e a quello che ne è seguito.

Sempre il 27 gennaio, ci si sposterà nell’Androne di Palazzo Dellepiane (Piazza Dellepiane) dove, alle ore 17,30, si svolgerà la cerimonia “Luci della Memoria”. Dopo i saluti del Commissario Straordinario Paolo Ponta, si procederà all’accensione dei lumi e alla lettura dei nominativi dei deportati della zona, a cura dei ragazzi dell’Istituto Amaldi. Contestualmente, sempre a cura dei ragazzi del Liceo cittadino, verrà allestita una breve rappresentazione intitolata “La valigia dei ricordi”. La cerimonia proseguirà subito dopo in via Cavour n. 67, davanti alla pietra d’inciampo (Stolpersteine) creata dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare il deportato novese Silvio Salomon Ottolenghi. Sul sampietrino di ottone, posto di fronte a quella che fu la sua abitazione, sono incisi i dati identificativi del deportato (nome, cognome, data di nascita, data dell’arresto, giorno della deportazione, data e luogo di morte) per restituirgli quella identità che il fascismo intendeva togliergli insieme al suo status di cittadino.

Si ricorda, infine, che dal 23 gennaio al 9 febbraio, presso i locali della Biblioteca Civica, in orario di apertura, sarà allestita una mostra bibliografica dal titolo “Leggere la Memoria”.

Per informazioni: Biblioteca Civica tel. 0143 76246