I sindaci dell’Alessandrino sul Deposito Nucleare Nazionale: “Chiediamo incontro al Ministro Pichetto Fratin, la nostra provincia non è adatta”

Legambiente: "Giovedì a Bosco Marengo incontro sul nuovo Programma Nazionale per il nucleare" CorriereAl

Nuova considerazione dei Sindaci sulla questione Deposito Nucleare.
Il Governo ci ascolti, il nostro territorio non è idoneo per ospitare un’infrastruttura di questo genere. Richiesto un incontro al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

In qualità di Rappresentanti degli Enti Locali i Sindaci dei Comuni di Alessandria, Bosco Marengo, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Bormida, Frugarolo, Fubine Monferrato, Oviglio, Quargnento, Sezzadio ed il Presidente della Provincia di Alessandria hanno espresso con una lettera inviata giovedì 5 gennaio al nuovo Governo le loro perplessità e criticità in merito al processo di studio e consultazione pubblica effettuata da Sogin S.p.a. relativamente alla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) allo scopo di pervenire all’approvazione della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) per la localizzazione del Deposito Nucleare Nazionale.

Innanzitutto – commenta il Sindaco di Castelletto Monferrato, Gianluca Colletti – abbiamo voluto ricordare quanto i nostri Comuni, la nostra Provincia e la regione Piemonte abbiano già dato in termini di pressione ambientale. I nostri luoghi che hanno vissuto nel ‘900 le diverse fasi dell’industrializzazione e dello sviluppo tecnologico italiano, portando crescita e lavoro non solo per i piemontesi, hanno subito pesanti ricadute negative sull’ambiente determinanti forti esigenze di costose ed impegnative bonifiche. Gli esempi più conosciuti sono quelli della lavorazione dell’amianto (ex Eternit di Casale Monferrato) o del sito dell’ex Acna di Cengio, che per decenni ha inquinato il fiume Bormida, ed i cui rifiuti speciali, dopo la chiusura, sono solamente oggetto di messa in sicurezza locale e non sono ancora stati smaltiti. Non dobbiamo dimenticare il polo chimico di Spinetta Marengo sede di attività tecnologicamente avanzate ma rientranti tra quelle a “rischio di incidente rilevante” con le conseguenti fasce territoriali di rischio.

Inoltre è evidente di come da parte del nostro territorio non ci sia mai stato un atteggiamento pregiudiziale verso gli insediamenti o le infrastrutture come testimoniano gli impianti del vecchio ciclo del nucleare a Bosco Marengo o a Trino Vercellese e Saluggia posti ai confini della provincia o la costruzione del terzo valico nel settore ferroviario, però è evidente che il nostro territorio non può essere oggetto di ulteriori e rilevanti pressioni ambientali avendo invece necessità di bonifiche, migliore compatibilità ambientali e trasformazioni ecologiche.
Per illustrare le nostre preoccupazioni, le perplessità e le osservazioni degli amministratori locali e dei cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica sulla citata CNAPI – continua Colletti – abbiamo inviato oltre alla richiesta di incontro con il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin una sintetica memoria della Provincia di Alessandria oltre alle puntuali osservazioni tecniche riferite ai Comuni compresi nelle aree esaminate. Come si può rilevare dagli studi e analisi commissionati dai Comuni, gran parte del nostro territorio presenta diverse criticità di carattere idrogeologico, dissesti, frane, zone sottoposte ad alluvioni tali da costituire ampie limitazioni all’utilizzo del suolo anche in considerazione della conformazione pedemontana.

A ventaglio lungo le aste fluviali dei bacini del Tanaro e del Po sono presenti aree a rischio idraulico, idrogeologico e di stabilità del suolo ove è necessario individuare interventi urgenti di difesa e messa in sicurezza del suolo prima di pensare ad un’installazione di qualsiasi infrastruttura impattante per il nostro territorio. Ricordiamo le grandi alluvioni del bacino del Tanaro (1994) e del bacino del Po (2000) oltre a ripetuti eventi nei sottobacini alessandrini. Nella memoria tecnica allegata redatta dalla Provincia oltre a dette considerazioni si fa riferimento puntuale alle questioni legate alle falde sotterranee potenzialmente interessate dalla costruzione del Deposito ai fini dei criteri di esclusione preventiva applicabili alle localizzazioni proposte.

Inoltre la zona alessandrina è rilevante per le attività agricole, zootecniche e selvicolturali che si svolgono come testimoniano anche le attività agroindustriali ed agroalimentari insediate tra cui quelle collegate alle produzioni vitivinicole, cerealicole, corilicole, di allevamenti, con produzione di prodotti DOP e IGP, consolidate in veri propri poli dolciari o agroalimentari (ad es: Novi Ligure ecc).

Alcuni Comuni di cui si tratta sono inseriti dal 2014 nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco con decisione n. 38 COM 8B.41 che ha iscritto il sito “i paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato”.

Alcune delle aree individuate da Sogin per l’installazione del Deposito Nazionale di rifiuti ricadono sul sito Unesco precedentemente nominato. Con delibera n. 13 del 16 marzo 2021 l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato richiede esplicitamente che vengano considerate altre aree per la realizzazione del Deposito Nazionale.

Le nostre posizioni basate su aspetti tecnici e non ideologici, sono interamente approfondite e riportate nella documentazione inviata a Sogin S.p.a. nella fase della “consultazione pubblica”, che abbiamo inoltrato al nuovo Governo per una Sua diretta disamina.

Nel contempo – prosegue il Sindaco Colletti – abbiamo comunicato al nuovo Governo che a nostro parere Sogin non ha approfondito adeguatamente le nostre controdeduzioni alla loro proposta di installazione del Deposito Nazionale. Di fatto le osservazioni presentate avrebbero dovuto comportare da subito un’esclusione dei territori dell’alessandrino in quanto incompatibili con i criteri generali di localizzazione e con la normativa di riferimento.

Ci auguriamo di avere presto un incontro con il Ministro Pichetto – conclude Colletti – per confrontarci direttamente e liberarci una volta per tutte di questa sconsiderata proposta di installazione del Deposito Nazionale di scorie nucleari sul nostro territorio. Se non avremo adeguate risposte ci organizzeremo con la popolazione per una grande mobilitazione di piazza.