di Pier Luigi Cavalchini
Gli esperti giocatori dell’Ancona, Gatto, D’Eramo, Moretti, Brugni e, ancor di più l’allenatore Colaritto non credevano ai loro occhi quando, al quinto minuto del secondo tempo i Grigi di mister Rebuffi facevano il più classico degli “harakiri” andando a regalare un gol su retropassaggio. Una giocata facile facile che è diventata un macigno per una squadra senz’anima e, soprattutto, senza lo spirito giusto per reagire alle avversità. Ciò che, infatti, ha fatto innervosire di più i quaranta fedelissimi “grigi” presenti allo “Stadio del Conero “ di Ancona è stata l’evidente mancanza di reazione, verrebbe da scrivere “di orgoglio” a fronte di una contingenza negativa, che ci può stare, ma non può condizionare in modo determinante una partita che si poteva tranquillamente pareggiare.
Per questo il 3 a 0 finale fa male ancor di più, perché le sgroppate a vuoto di Perseu e Galeandro, l’inconsistenza di Rizzo e Filip, l’animosità di Nunzella e, nella seconda parte di partita di Lombardi e Martignago, non hanno portato a nulla. Anzi…sono state le premesse per disequilibri di reparto che sono costati il terzo gol ai Grigi. Di nuovo insufficiente la prestazione della difesa e, soprattutto, del portiere Marietta, poco reattivo in uscita al quarantaquattresimo del primo tempo, quando – per la prima volta – i marchigiani erano riusciti a confezionare una veloce azione in contropiede liberando alla fine D’Eramo che, da par suo, ha tirato all’incrocio completamente libero da difensori e portiere. Di lì è iniziata la disfatta dell’Alessandria.
Per la verità i Grigi, ancora una volta in maglia bianca con fascia trasversale, hanno iniziato bene la partita, affrontando nel modo migliore il posizionamento a quattro in difesa e a tre a centro campo della squadra avversaria. E’ Checchi ad avere una buona occasione al sesto minuto, proprio sotto i sostenitori, molti, dell’Ancona. A questa occasione, prontamente – anche se non in modo pericoloso – risponde Alessio Di Massimo dei rossi marchigiani.
Addirittura la squadra di Rebuffi potrebbe andare in vantaggio se l’ottimo Perucchini non si fosse esibito in un salvataggio da manuale. Impegno, attenzione, tecnica e velocità nei movimenti che caratterizzeranno il buon lavoro fatto da questo esperto portiere che, almeno in due occasioni nell’arco della gara, ha salvato la porta anconetana. Ancora Rizzo e Pellegrini sugli scudi in due azioni offensive degne di nota, che hanno mostrato che l’Alessandria sullo slancio c’ è ma manca nella reazione e nella capacità di leggere lo svolgimento delle partite. Si è trattato di due conclusioni dal limite, poco fortunate…ma almeno ci si è provato. Quando sembrava che si arrivasse al riposo col giusto risultato di parità, visto quello che le due squadre erano riuscite a fare, ecco che Brugni e Gatto inventano un contropiede veloce che trova la squadra grigia impreparata…appoggio a D’Eramo e, come già segnalato, gol facile.
Ci si attendeva una “furiosa” reazione dei Grigi, invece si è rischiato ancora sia a fine primo tempo sia in apertura di ripresa. Sembrava quasi che le forze fossero venute meno all’asse portante dei Grigi alessandrini. Continui rilanci lunghi, Perseu e Galeandro perennemente fracobollati da due o tre avversari, poca capacità di allargare il gioco e, soprattutto, imprecisione in difesa. Gravissimo l’errore di Checchi che non si avvede dell’arrivo di Moretti, passa debolmente indietro a Marietta che tenta un rilancio disperato ma viene stoppato e, poi, infilato dallo stesso Moretti. Davvero un brutto momento per i Grigi che tardano a riorganizzarsi e solo in due occasioni, durante i venti minuti centrali del secondo tempo, provano a impensierire Perucchetti e compagni. Prima è Rota a farsi parare un tiro ravvicinato che avrebbe dovuto giocare diversamente e non con un tiraccio alla cieca. Poi, con sempre Perucchetti protagonista, è il nuovo entrato Martignago a impegnare severamente la retroguardia marchigiana. La mezz’ala grigia tira una sassata sotto la traversa, ma il numero 1 dell’Ancona ci arriva e respinge in angolo. Così come, su un bel tiro di Gazoul a incrociare, di nuovo Perucchetti si fa trovare pronto e vola alla sua destra deviando in angolo. Siamo al trentacinquesimo del secondo tempo e da questo momento della partita, con le sostituzioni dei più “provati” fra gli anconetani, il confronto ritorna sulla falsa riga di quello visto nel primo tempo, con le squadre a fronteggiarsi soprattutto a centrocampo.
I Grigi a spingere, seppur debolmente, e i padroni di casa ad agire di rimessa. Ci prova ancora l’Alessandria, con la forza della disperazione, per cercare di accorciare le distanze, ma non riesce a far nulla di consistente. Su una ripartenza sulla destra dell’Ancona, sarà poi Mattioli a chiudere definitivamente il match con la terza segnatura ma, a quel punto, il destino dei Grigi era segnato. Sia ben chiaro…nonostante le paratone di Perucchetti, non ci sentiamo di invocare la sfortuna o la particolare abilità altrui. Se ben organizzata, una pressione “come Dio comanda” si fa sentire in tutti i modi possibili: nella velocità con cui si palleggia, nella volontà di andare verso il campo avversario, nella corsa continua e asfissiante per cercare di sradicare il pallone a chi vorrebbe far scorrere il tempo, nel provare e riprovare, a destra, a sinistra, al centro, con cross alti, con traversoni a fil di terra, con triangolazioni veloci o con lanci a terra in verticale con collegamento diretto con i terminali offensivi E, soprattutto, con la capacità di realizzare i gol quando se ne ha la possibilità. L’Ancona non ha molto più di noi, forse solo due cosette: sulle palle alte i loro difensori “liberano” sempre e inesorabilmente e, nelle poche occasioni avute, sono stati freddi e precisi nelle realizzazioni. Impariamo dagli errori e andiamo avanti, ma attenzione: le partite a disposizione sono sempre di meno.
Ancona 3 – Alessandria 0
Marcatori: 45′ D’Eramo (An), 51′ Moretti (An), 89′ Mattioli (An)
Mister Rebuffi dopo Ancona Alessandria