di Dario B. Caruso
Insegno da molti anni, conosco la situazione della Scuola Pubblica in maniera approfondita e chi, come me, ha un’esperienza analoga può confortarmi nel dire che stiamo assistendo ad un declino preoccupante dell’Educazione.
Nel 2001 Letizia Moratti, allora Ministro dell’Istruzione con il Governo Berlusconi II, abolì la riforma Berlinguer (varata da pochi mesi) e istituì una propria riforma che di fatto depauperava pesantemente lo studio delle discipline storiche e scientifiche nella Scuola Elementare e Media.
Inoltre la riforma Moratti previde l’utilizzo del computer fino dall’età di sei anni.
Questa introduzione fu accolta come vera manna; nella sostanza però le Scuole e soprattutto gli insegnanti non avevano gli strumenti – culturali e tecnologici – per poter applicare quelle modalità.
Negli ultimi vent’anni dunque abbiamo cresciuto studenti ignoranti in storia e geografia che da piccoli si sono arrabattati in maniera solitaria (badate bene: anche durante il tempo scuola) su computer obsoleti e di numero insufficiente.
Durante il Governo Conte II, a seguito della pandemia e dell’emergenza sanitaria che ci ha colpito, il Ministero riuscì a dare una forte sferzata in positivo.
La necessità di Didattica a Distanza ha fatto in modo che tutte le Scuole del territorio avessero risorse per organizzarsi dal punto di vista tecnologico: corsi di formazione per i docenti, acquisto di attrezzature per implementare davvero le sale multimediali e tutte le aule, prestito di devices per le famiglie che ne facevano richiesta, linee wi-fi veloci o quanto meno stabili nei plessi scolastici.
Non poco, visto le difficoltà oggettive del Paese.
Oggi il neonato Governo Meloni, quale primo atto simbolico intende rinominare il Ministero della Scuola come Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Non si critica un contenitore solo dalla forma sennò è giusto venir tacciati di pregiudizio.
Restiamo in attesa del contenuto.
Allora sì, potremo valutare e muovere giuste critiche.
Mi preoccupa un elemento.
Alle singole Scuole sono destinati molti denari, frutto del PNRR.
Ebbene, questi denari rischiano di non essere distribuiti poiché i progetti relativi richiedono una burocrazia folle e contengono lacci e lacciuoli che disincentivano i dirigenti scolastici e i gruppi di lavoro.
Inoltre la Scuola ligure si trova già in una situazione molto difficile, in regione seconda solamente alla tragedia della Sanità.