Questi sono i giorni della ricorrenza dell’alluvione 2000 ma è anche il periodo più a rischio idrogeologico per il nostro territorio casalese: i mesi di ottobre e novembre portano normalmente periodi di pioggia diffusa e persistente.
Noi non ci facciamo certamente ingannare dalle temperature estive di questi giorni che sfiorano i 23/25 gradi ma guardiamo con apprensione alle previsioni meteo macro che configurano verso fine ottobre/inizio di novembre l’arrivo di perturbazioni che potrebbero portare vortici di pioggia per alcuni giorni sulle nostre zone.
Siamo pronti ad affrontare queste emergenze? I lavori fatti garantiscono un adeguato livello di sicurezza? Se arrivasse una piena del Po come a metà ottobre 2000 il territorio casalese andrebbe nuovamente in difficoltà…Non siamo pessimisti ma realisti.
Troppi ritardi nel completamento dei lavori di messa in sicurezza, troppe incongruenze nello stabilire le portate del fiume Po a Casale Monferrato e conseguentemente gli argini presentano alcune criticità che non sono state risolte negli anni. Perchè siamo pessimisti? Perchè da anni ci informiamo e leggiamo i documenti tecnici, le direttive, le progettazioni di Aipo e AdBPo ( Enti con cui è difficile dialogare da anni..) dove loro stessi evidenziano queste criticità, ritardi e criticità che il nostro Comitato evidenzia da tempo.
Negli ultimi anni percepiamo inoltre un disinteresse e quasi un fastidio da parte di molti Enti (locali, regionali, nazionali ) a parlare di messa in sicurezza idrogeologica, ora va di moda la “transizione ecologica“ e si spende molto più sulla “rinaturazione “del fiume che sulla sua messa in sicurezza.
Alla resa dei conti non abbiamo ancora capito quanti e quali investimenti del PNRR verranno fatti per la effettiva messa in sicurezza del Fiume Po, dalle informazioni recuperate sino ad ora parliamo di cifre inconsistenti, d’altra parte servivano almeno 30 miliardi di euro per la messa in sicurezza idrogeologica dell’Italia ma il PNRR ne prevede circa 2,5 miliardi (neanche un decimo!) 2,5 miliardi che spartiti tra tutte le regioni prevedono briciole per il Piemonte.
Sarebbe utile capire tra l’altro con quale criterio è stata fatta la spartizione regionale dei fondi…se il Piemonte ha avuto circa 1 miliardo di euro di danni nell’ottobre 2020 ci si aspettava una priorità e una certa consistenza nell’erogazione dei fondi verso la nostra Regione, ma così pare non sia stato. Dove sono e quanti sono comunque i progetti previsti sul nostro fiume?
Da anni denunciamo che non si spende abbastanza nella prevenzione salvo poi spendere almeno 10 volte tanto nel ripristinare i danni che ogni anno si verificano in Italia.
La “roulette russa” del dissesto idrogeologico per ora è toccata alle regioni centrali e soprattutto alle Marche, l’auspicio ovviamente è che non vi siano più altri territori coinvolti e soprattutto non ne sia coinvolto il nostro, visto l’attuale momento economico il territorio casalese non sarebbe in grado di sopportare una emergenza e i danni a cose e persone come nell’ottobre 2000.
Gli alluvionati di Terranova e Motta de Conti danneggiati 2 anni fa hanno ricevuto per ora solo un anticipo di rimborso del 35% sul 50% dei danni subiti e molti alluvionati scoraggiati hanno ritirato la denuncia danni per non pagare anche i costi delle perizie asseverate.
Questi sono i fatti che purtroppo non ci permettono di essere molto ottimisti a meno che le cose non cambino radicalmente nei prossimi mesi, questa è la nostra speranza ed il motivo per cui lottiamo ancora dopo 22 anni…
Per il Consiglio Direttivo C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese
Massimo De Bernardi – Portavoce e Vicepresidente