di Graziella Zaccone Languzzi
1) All’Italia dei NO, anche di casa nostra, uno 0 senza attenuanti. Dalla sindrome Nimby (non nel mio giardino) si passa alla sindrome Nimto (non durante il mio mandato elettorale), e a farne le spese sono sempre lo sviluppo del territorio, e le persone in cerca di un lavoro, spinte ad accontentarsi di assistenza pubblica. Questa brutta pagella mi è sollecitata da questa notizia: “Il sindaco Abonante ribadisce il no alla logistica PAM al Quartiere Europa: ora la parola al TAR”. In sintesi: “In attesa della pronuncia del TAR sul procedimento autorizzativo del Polo Logistico del Villaggio Europa la Giunta comunale di Alessandria, riunitasi venerdì 9 settembre, ha deciso di prorogare la sospensione dell’esecutività della delibera di Piano esecutivo convenzionato, per ulteriori 9 mesi”. Insomma una barricata di grosse “travi”, neanche parlassimo di una grande industria chimica, o del Deposito Nazionale Scorie Radioattive. Tale decisione la ritengo un atteggiamento “di comodo”, in primis per annullare la posizione dell’amministrazione precedente, e per lisciare il pelo all’alleato grillino. Abonante e i suoi il loro obiettivo lo raggiungeranno di sicuro: il progetto non passerà, l’attesa costerà denaro e questa opportunità sarà piazzata da un’altra parte, come del resto da tradizione della sinistra alessandrina, refrattaria ad ogni tipo di lavoro, tranne quello pubblico ben pagato e poco faticoso. A forza di dire NO a tutto, nessun investitore sarà più interessato a questa città, che diverrà sempre più un ‘buco nero’, senza lavoro quindi reddito, un aiuto all’indotto, introiti per le casse del Comune e opere di urbanizzazione, tutta roba di cui ne abbiamo tanto bisogno. E’ questa la prospettiva fino al 2027? Messi come siamo sia a livello locale e nazionale, occorre una politica più coraggiosa che non abbia paura di affrontare e gestire il malcontento se si tratta di investire nello sviluppo della città e del paese per uscire dall’immobilismo. Posti di lavoro tanti o pochi ben vengano, non tutti hanno santi in paradiso che procurano il posticino comodo in qualche ente parastatale. Non siamo nati ieri, e a forza di dire NO da anni su molte situazioni, ecco i risultati odierni: disoccupazione, povertà, vita grama.
Voto: 0 (zero)
2) Il conguaglio per il riscaldamento recapitato a metà agosto da molti fornitori di calore, compreso il teleriscaldamento, è solo il preavviso della tempesta che si scatenerà in autunno su famiglie e imprese: “Caro-energia, la catena del fresco sotto scacco. Derizio: Pronto a non pagare le bollette”.
Marco Derizio, amministratore del gruppo, furibondo per una situazione definita ‘fuori controllo’ dichiara: “Sono pronto a non pagare le bollette e spero che tanta gente faccia così. Vorrei non ricevere la bolletta di luglio perché nessuno era preparato a questi eventi e oggi stiamo andando a mettere in discussione tutte le imprese italiane per uno scenario che non dipende da noi”. Attenzione, qui a lamentarsi non è il piccolo bottegaio di frutta e verdura, e se questa è la situazione per Derizio saranno giocoforza in moltissimi a non pagare le bollette, famiglie o imprese. Quindi aumenterà esponenzialmente il numero dei morosi, mentre il Governo Draghi fa ‘ridere i polli’ con le sue decisioni ridicole ed inadeguate. Nessuno scostamento di bilancio, nessuno stanziamento in favore delle imprese e delle famiglie danneggiate dal rincaro stratosferico delle bollette di luce e gas. La Germania ha invece già messo sul tavolo 65 miliardi, che rappresentano un paracadute sostanzioso per evitare il fallimento di migliaia di imprese, e un sostegno alle famiglie. Stessa cosa hanno fatto Francia e Svezia. Presto anche altri Stati si muoveranno con sostegni adeguati. In Italia, invece, l’attuale esecutivo preferisce temporeggiare fino a quando sarà troppo tardi e non ci sarà più nulla da fare per evitare la caduta del Pil e l’esplosione della disoccupazione. Il prossimo governo che uscirà dal voto del 25 settembre si troverà una situazione drammatica da gestire, anche per colpa degli errori commessi in questi mesi. Per i quali però, pagheranno solo imprese, lavoratori e famiglie. Pensate all’Italia due anni, e a come siamo messi oggi: ecco, questo è il risultato del lavoro di Super Draghi, che a coro unificato ci fu presentato come l’Uomo della Provvidenza, ed è stato semplicemente un Monti 2. La vendetta.
Consiglio questa lettura: “Il conflitto russo e noi. Sanzioni, un po’ di onestà non avrebbe guastato”.
Voto: 2
3) Dieci anni di Governi dei “Presidenti” (Monti – Conte 2 – Draghi) ecco dove ci hanno portato: “Allarme Caritas: Aumentano le richieste di aiuto e la crisi è anche alimentare”. E ancora: “Crisi: in provincia sale l’indebitamento e si fanno prestiti per pagare le bollette”. Come siamo arrivati a questo punto? E la politica che fa? Mentre il Quirinale stranamente tace, la politica strarnazza come le oche in una campagna elettorale incomprensibile. Emerge chiaramente dai loro battibecchi una sconcertante stupidità, e la distanza siderale dalla situazione che sta vivendo una grande percentuale di italiani, con un Governo Draghi che ha fatto poco prima e pure ora, nonostante il momento gravissimo. L’allarme della Caritas alessandrina è in sintonia con quanto si legge nei titoli dai quotidiani della scorsa settimana, ne cito alcuni: “famiglie in mano ad usurai”- “In Italia un esercito di nuovi poveri” – “E’ emergenza sociale” – “Università: studenti perdono la borsa di studio e si riducono a dormire in stazione” . L’allarme arriva anche dall’Eurostat e dell’Istat, che dichiarano che la povertà assoluta interessa oggi in Italia 5,6 milioni di persone. Dopo il Covid e con la guerra in atto, l’impennata delle bollette causata soprattutto dagli speculatori e già annunciata nel secondo semestre 2021, non voglio illudermi sul dopo elezioni. Il rischio, lo sappiamo bene, è che la volontà del popolo valga come il due di picche a briscola: dopo pochi mesi potremmo ritrovarci in sella i soliti noti, che hanno prodotto il disastro di oggi, ma sono benvoluti colà dove non si vota, ma si decide tutto. Questa notizia la dice lunga sull’inconcludenza del Governo Draghi e prima del Conte 2. In breve: al 2 settembre 2022, tra i Governi Conte e Draghi, sono 392 i decreti legge “inattuati” o “scaduti”, per circa 7,8 miliardi. Dei 271 del governo Draghi, 64 non sono ancora scaduti, 118 sono senza termine e 92 sono scaduti. Giudicate voi, e il Quirinale tace.
Voto: 2