Il lato oscuro della luna [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

Sir Patrick Moore, astronomo inglese dilettante, membro della Royal Society, commentatore radiotelevisivo, ebbe un grande merito: stimolò l’interesse dei britannici nei confronti della divulgazione scientifica, una sorta di Piero Angela d’oltremanica che univa la cultura alla curiosità e bandiva gli atteggiamenti superficiali dell’essere umano.

Prendo spunto da una sua massima che recita: “È davvero troppo facile vedere la metà di ciò che ti aspetti di vedere”.
Che detto così suona come una baggianata che gioca sulle parole.

Ma siccome come dice Mel Brooks c’è molto di più in te di quello che c’è in te (che suona come un’altrettanto profonda baggianata drammaticamente vera) mi soffermo e vado a fondo.

Ci sono periodi dell’esistenza in cui noti particolari ai quali non avevi fatto caso in circostanze precedenti e analoghe oppure ai quali non farai più caso in circostanze successive e altrettanto analoghe.
Eh già, perché non è detto che l’età ti aiuti in un’analisi più attenta. Conosco adolescenti ricchi di spirito di osservazione e adulti poveri di qualsivoglia spirito.


Il periodo storico che stiamo vivendo è la dimostrazione di quanto Patrick Moore abbia asserito mezzo secolo fa. E cioè che la superficialità dell’uomo travalica i tempi, i confini, le mode, i generi, i colori.
Partiamo dal preconcetto – da ciò da cui i media vogliono farci partire – e costruiamo le nostre conoscenze sulla visione parziale che ci viene offerta.

È un po’ come dimenticare che esista la parte scura del nostro satellite naturale e fare affidamento solo sulla luce.
Che però è luce riflessa.