di Ettore Grassano
Acque agitate e fase di grande confusione a Roma nel Partitone Istituzionale Rivoluzionario, con onde così alte che arrivano ad infrangersi fino a noi, in piena arsusa padana. Il sogno del campo largo con i grillini è già naufragato? E che importa: basta inglobarsi Giggino, probabilmente con ampie garanzie a lui e famigli, e ridadire a media unificati che i 5 Stelle sono ormai soltanto ‘il partito di Conte’. L’avvocato di Foggia da statista e prezioso alleato a infame populista insomma, nel giro di pochi giorni. Ora il problema sarà solo ‘sfilargli’ il brand, ma state certi che, applicandosi, lo squadrone di consulenti del Partitone Istituzionale troverà il modo.
A casa nostra però, dove il campo largo si appresta a salvare e rilanciare Alessandria, serpeggia un po’ di confusione. Eh sì, perchè da un lato Federico Fornaro (capogruppo di Leu, all’uscio del Pd secondo felice definizione) è già lanciato in peana al compagno Draghi (o lui, o lo sfascio), e ovviamente la responsabilità di qualsiasi disastro prossimo venturo sarà di Salvini e della Lega, non di chi fino ad oggi non ne ha azzeccata mezza, pur nell’enfasi del Coro Mediatico Unificato.
Dall’altro il nuovo sindaco di Alessandria si è rifiutato (o magari non è riuscito per troppi impegni, vedremo) di firmare l’appello dei sindaci a favore della prosecuzione dell’esecutivo Draghi.
En passant, questa mobilitazione di sindaci, sindacati e compagnia cantante dà proprio il senso di un regime. Da operetta magari, ma regime. Quindi noi avremmo fatto come il sindaco di Alessandria, onestamente, anche se magari con motivazioni diverse. Non solo per ‘tenerci buono’ il fedele architetto Grillino (e Contiano) insomma, ma per prendere davvero le distanze dal teatrino.
Però noi non siamo figure istituzionali del Partitone, ma liberi cittadini tra lo sconsolato e il divertito. Spettatori di un brutto spettacolo che non vorremmo vedere, e che avrà comunque pesanti ripercussioni sulle nostre vite.