“La sconfitta del sindaco Cuttica al ballottaggio del Comune di Alessandria andrà analizzata con grande trasparenza nelle sedi opportune, per capire quali sono stati gli errori commessi, e ripartire con ancora maggior slancio, nel capoluogo di provincia come altrove. Fin d’ora, però, mi pare chiaro che siamo purtroppo in presenza di un trend comune a tante realtà del nostro Paese, in cui ai fattori locali si somma una tendenza nazionale. E’da lì che dovranno arrivare le prime indicazioni”.
Daniele Poggio, segretario provinciale della Lega, contestualizza il risultato alessandrino, ma non per questo rifugge da una puntuale analisi di quanto successo: “Quando a votare è soltanto il 37% degli aventi diritto al voto, e il sindaco di Alessandria viene eletto da circa 14.500 elettori su oltre 73 mila, è evidente che dall’intero corpo elettorale arriva un forte segnale di disaffezione, e di malessere. Frutto anche del covid, certamente, ma non possiamo nasconderci dietro la pandemia: la Lega vince se sta tra la gente, se ascolta le persone in carne e ossa, e riesce a dare loro voce e ad offrire soluzioni. Ad Alessandria non è successo, e dobbiamo capire perché. L’elettorato di centro destra non ha cambiato campo, neppure in minima parte: semplicemente ha deciso in buona parte di non partecipare al voto, e occorre chiedersi come mai. Anche con gli alleati serve una fase di chiarimento, e una strategia condivisa per il futuro: l’impressione è che non tutti abbiamo remato nella stessa direzione, e che al candidato Cuttica sia mancato il sostegno unitario che sarebbe stato lecito attendersi”.
Il segretario provinciale della Lega ha una preoccupazione: “La giunta Cuttica ha messo in campo una serie di progetti, tra infrastrutture e innovazione, destinati a proiettare Alessandria nel futuro, e a ritagliare a tutto il territorio provinciale un ruolo di primo piano nello scacchiere economico e occupazionale del nord ovest: fermarli, come sembra intenzionato a fare il sindaco eletto da sinistra e 5 Stelle, sarebbe una scelta suicida. Alessandria, e tutta l’area vasta circostante, pagherebbero un conto salatissimo”.