Nuovo Ospedale e IRCCS pilastri della sanità alessandrina di domani? Sì, ma non scordiamoci il territorio. Parlano i candidati sindaco

di Ettore Grassano

 

La campagna elettorale è ufficialmente cominciata.
Alcune settimane ci separano dalle elezioni comunali alessandrine del 12 giugno. Nel pieno rispetto della par condicio ogni lunedì poniamo ai quattro candidati sindaco di Alessandria (il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e gli sfidanti Giorgio Abonante, Gianni Barosini, Vincenzo Costantino) una domanda su un settore di interesse generale per i cittadini.

Questa settimana affrontiamo il tema della sanità: argomento che riguarda la salute di tutti i cittadini, ma che rappresenta anche uno degli asset strategici per lo sviluppo del territorio.

Ecco la domanda, e le risposte dei candidati:

Nuovo Ospedale, IRCCS ma anche sanità territoriale e emergenza medici di famiglia: su cosa puntare per la sanità alessandrina di domani?

 

Gianfranco Cuttica di Revigliasco (Centro Destra: Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia – UDC – Per Alessandria – Per la Nostra Città)

Il punto di partenza per il Sindaco non può che essere il bisogno di salute dei cittadini, e il sostegno a tutti i canali e percorsi che possono consentire di soddisfare quel bisogno. Il biennio covid ha mostrato quanto sia importante poter contare su strutture sanitarie all’avanguardia, reattive anche di fronte all’emergenza, e il Comune ha fatto appieno la sua parte, ovviamente in totale sinergia con Regione Piemonte, Aso e Asl. Cito l’esperienza dell’Hub vaccinale alla ex Casterma Valfrè come esempio concreto e tangibile. Le sfide del futuro della sanità, peraltro, si intrecciano con quelle dello sviluppo economico del territorio: sia la realizzazione del nuovo Ospedale, sia il riconoscimento del primo IRCCS pubblico del Piemonte (sviluppato sull’asse Alessandria e Casale, con Aso e Asl, in forte sinergia con l’Università del Piemonte Orientale) saranno infatti anche lievito di crescita economica per la città e per tutta la provincia: e parliamo di crescita estremamente specializzata e qualitativa. Ma soprattutto l’obiettivo rimane fare in modo che gli alessandrini, nei prossimi anni e decenni, possano contare su un ‘sistema sanità’ all’avanguardia, in grado di curare ma anche di fare ricerca, e di erogare ai cittadini prestazioni di eccellenza. In questo percorso la sanità territoriale, di cui i medici di famiglia sono un tassello fondamentale, deve stare saldamente al centro, e pur senza entrare in specificità tecnico organizzative che sono competenza di altri, certamente come comune eserciteremo il massimo di pressione affinchè tutti gli alessandrini possano contare su una rete sanitaria diffusa, radicata ed efficiente.

Giorgio Abonante (Centro Sinistra: Partito Democratico – Movimento 5 Stelle – Abonante per Alessandria – Alessandria Civica – Moderati – Europa Verde Verdi Alessandria)

Partiamo dalla Sanità territoriale. La crisi economica e l’invecchiamento crescenti determineranno maggiori bisogni sociali e più prestazioni per malattie croniche. Si tratta di condizioni di vita che richiedono cure sanitarie e sociali integrate. In questo momento i Comuni sono al margine di questi processi: pochi fondi con strumenti di gestione inadeguati. Cresceranno i problemi degli anziani e delle fasce marginali di popolazione: sarà complicato garantire i servizi per tutti e in particolare per le periferie. Alessandria ha un territorio vastissimo e una difficile situazione economica. Occorrerà cercare di assicurare la prossimità dei servizi, di tutti i servizi, nella convinzione che l’azione integrata potenzia il loro impatto e i loro risultati. Basta pensare al nodo dei trasporti: rendono fruibili servizi che, pur esistendo, sono di difficile accessibilità. Possono razionalizzare l’offerta (concentrando servizi in luoghi raggiungibili) o sprecare risorse (collocandoli in modo inconsulto).
Inutile illudere con promesse azzardate. Meglio difendere e consolidare l’esistente operando per integrare servizi oggi frammentati. Far lavorare i servizi in modo integrato, centrare la loro organizzazione attorno ai bisogni delle persone, sviluppare il metodo della anticipazione, della presa in carico globale.
Dobbiamo inserire organicamente le iniziative sanitarie e sociali nella azioni di governo del territorio. Il Comune ha poche risorse economiche, ma ha strumenti per regolare, governare, promuovere la vita sociale di un territorio. Non rinunciare a questo ruolo. Dobbiamo inserire le politiche sociosanitarie in tutte le politiche del Comune. Anche se l’assetto istituzionale è complesso (due aziende sanitarie, un consorzio per gestire il sociale, la presenza di imprese private e una rete di associazioni di volontariato e partecipazione ) occorre operare perché gli interessi di questi soggetti convergano. Il Comune può fare molto: può offrire occasioni per dialogare e può mettere in campo azioni di promozione dell’integrazione agendo con gli strumenti regolatori di cui dispone.
Abbiamo un ospedale con reparti di elevata qualificazione ma di difficile fruibilità per gli alessandrini secondo l’opinione dei medici. La gestione separata tra ASL e ASO rende complesse le relazioni e le comunicazioni. Il rischio è che il nuovo piano di potenziamento delle strutture territoriali (per ora tutto concentrato sugli investimenti) trascuri i contenuti delle attività di questi poli e non si ponga il tema di come governare un sistema frammentato e conflittuale. Non spetta al Comune intervenire e proporre modelli per il riordino. Ma è necessario segnalare i pericoli: occorre un nuovo ospedale perché il nostro è strutturalmente obsoleto ma è difficile pensare di realizzare un nuovo ospedale ad Alessandria senza porsi il problema di come riorganizzare la rete degli altri servizi (ospedalieri e territoriali) presenti in provincia. Si discute di ospedale universitario e di istituto di ricerca. Ben venga qualsiasi intervento di potenziamento e di qualificazione, il Comune farà la sua parte per favorire localizzazioni e insediamenti. La condizione, però, e che queste migliorie siano fruibili dalla nostra comunità: dai medici e dai pazienti di Alessandria. Riguardo ai presidi territoriali non basta la ristrutturazione del Patria, abbiamo ampie porzioni di città non sufficientemente servite.

Gianni Barosini (Azione +Europa – SìAmo Alessandria – Alessandria Viva – Alessandria Pulita)

Le Politiche sanitarie del nostro Comune possono essere sviluppate in diverse direzioni. In sintesi:
• Evitare l’emigrazione ospedaliera sollecitando Asl e Regione ad un’analisi più accurata dei bisogni del territorio, investendo di più sull’aumento di medici di famiglia
• Creare una sorta di “Case Salute” in edifici comunali, specie nei sobborghi, aggregando medici di base e specialisti, per avvicinarsi ai pazienti, facilitando (burocrazia, costi) la loro attività
• Valfré: una parte dell’ex caserma che ha eccellentemente ospitato l’hub vaccinale potrebbe essere allestita come ambulatorio per prelievi o semplici esami diagnostici
• Servizi Sociali. Alessandria è ‘azionista’ di maggioranza del Cissaca. Potenziare i servizi per i più fragili, oggi c’è troppa povertà ed anche solitudine non rilevata
• Associazionismo sanitario. Di concerto col Fand (di cui sono presidente provinciale) favorire le attività sanitarie
• Ospedale: la collocazione nell’area dell’aeroporto merita approfondimenti. Temo la perdita di un polmone verde in pieno contesto urbano.
• Sanità veterinaria: proseguire con i servizi alla collettività e a favore delle fasce deboli
• Sul fronte Irccs e Ateneo, eventi epocali, occorre migliorare l’interlocuzione (rendendola più autorevole da parte del Sindaco del Capoluogo) con gli enti di ricerca e scientifici (per il Campus agli Orti la decisione è piovuta da Novara, senza un serio dialogo preventivo con il territorio), aumentare gli iscritti ad infermieristica, facilitare le eccellenze sanitarie su input delle esigenze contingenti.

 

Vincenzo Costantino (ItalExit)

L’epidemia da Sars-Cov2 ha rappresentato e rappresenterà per il futuro una delle più grandi emergenze sanitarie e sociali degli ultimi 50 anni, dove la situazione è stata affrontata con coraggio dai professionisti, ma che ha anche fatto emergere tanti problemi in una sanità purtroppo malata e sofferente, dove una politica sanitaria territoriale inadeguata, la carenza di risorse umane qualificate, strutture inadeguate, mancanza di integrazione tra servizi sociali e sanitari hanno di fatto reso difficile la gestione emergenziale.
Il Comune e il Sindaco hanno avuto un ruolo importante, riconosciuto dai cittadini, dove la salute deve essere vista come un bene comune che va salvaguardata e tutelata.
 Diventa importante assegnare un ruolo di regia e di impegno all’Amministrazione Comunale ed intraprendere una seria collaborazione con Aso, Asl, Sanità Privata convenzionata, Ordini professionali, CISSACA ed Associazioni con finalità socio-sanitarie, che pianifichi e salvaguardi i livelli delle prestazioni sanitarie, potenziare la medicina territoriale e la telemedicina, migliorando gli ambiti critici come ad esempio rapporti e i costi nelle RSA, riduzione delle liste di attesa, mobilità nel territorio per prestazioni diagnostiche a salvaguardia del principio fondamentale della prevenzione.
 Abbiamo avuto svariati anni per pensarci ad una possibile ricollocazione dell’ospedale e oggi, vista anche la nuova organizzazione sanitaria regionale, sembra giunto il momento di costruire il nuovo ospedale di Alessandria. La città deve diventare la “Città della salute” con un disegno strategico sanitario che metta al centro il benessere psico-fisico sociale del cittadino, ma allo stesso tempo un Polo sanitario d’eccellenza a livello regionale e non solo, che insieme all’Ospedale Infantile e il Centro Riabilitativo Borsalino, deve trovare la sua collocazione naturale nell’area sud della città, ridisegnando e dando al territorio una nuova visione strategica e una grande opportunità di sviluppo e occupazione.
 Come pure bisogna favorire una seria collaborazione tra ospedale e territorio con una particolare attenzione e potenziamento del servizio domiciliare, incrementare il numero dei medici di famiglia e creare “case della famiglia” vere per essere più vicino alle esigenze e istanze dei cittadini. Sarebbe opportuno inoltre, in una città che ha una percentuale elevata di anziani, di cui molti non autosufficienti, ragionare seriamente sul tipo di assistenza da erogare, valutando anche i costi e in alternativa all’inserimento in una RSA rafforzare le reti dei servizi residenziali e abitativi, anche istituendo convenzioni, finalizzati al sostegno della domiciliarità (in particolare verso quei pazienti affetti da patologie rare e invalidanti), con il supporto di personale di assistenza qualificato che consentirebbe alle persone malate di permanere nell’ambito familiare e mantenere uno stile di vita legato alle proprie condizioni socio-ambientali, oltre ad un risparmio sui costi.
Verranno attuate politiche di prevenzione, tutela, controllo, vigilanza sanitaria e ambientale in tutto il territorio alessandrino in particolare modo in quelle aree con una densità industriale elevato e chi non rispetterà i parametri imposti dalle normative vigenti nazionali ed europee andrà incontro a severe sanzioni. Alle aziende che promuoveranno politiche educative ambientali e sviluppo sostenibile verranno messe in atto agevolazioni e sgravi fiscali.