Invito alla Pasqua [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Stiamo per vivere la settimana più complessa degli ultimi settant’anni, la settimana che ha inizio con la Domenica delle Palme e si conclude con la Domenica di Pasqua.
Per me, figlio di pomeriggi di catechismo e campetti di calcio, è difficile riuscire a comprendere.
Ho vissuto lo sdoganamento del Jesus Christ Superstar di Andrew L. Webber e Tim Rice, la cieca rabbia pacifista aveva conquistato il mondo, la compenetrazione delle parole auliche con quelle di strada era un dato di fatto, la chitarra distorta e il flauto traverso suonavano bene assieme.

Gesù entra a Gerusalemme tra due ali di folla festante che sventola al sole ramoscelli d’olivo e palme.
Le due Marie si recano al sepolcro, la grande pietra d’ingresso è scostata e la tomba è vuota.

Vai a spiegare che in mezzo a tutto questo c’è una settimana di Passione, vai a spiegare che questa settimana potrebbe durare anni. E che la resurrezione dovevamo guadagnarcela prima.

Invito i lettori all’ascolto della Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach (1724).
Lo so, è un ascolto impegnativo, lungo e faticoso. Prendetelo come un piccolo simbolico calvario (lo dico con rispetto, senza blasfemia) per capire.

Oggi le città non sono festanti, non entrano Messia né uomini di pace.
Non risorgeranno coloro che sono finiti sotto i colpi di nemici, da entrambe le parti.
Non possiamo riavvolgere il nastro.
Le sofferenze e la passione, quelle sì continueranno.
Buona Pasqua.