La pioggia di giovedì in provincia non basterà a sanare gli oltre 100 giorni di siccità nei campi, se non sarà omogenea, costante e prolungata. Servirebbero almeno 100 millimetri di acqua nell’arco di una settimana per dare respiro ai terreni arati o seminati. La siccità ha fatto già fuori il 50% del grano precoce in Italia, sia duro che tenero, in una stagione già instabile per l’assenza di import dall’Ucraina in guerra, e granaio d’Europa. Per Cia è l’ennesima prova che la crisi idrica va affrontata con piani europei di adattamento climatico, più ricerca e innovazione a portata delle aziende agricole e con una nuova rete idraulica per il Paese.
I cambiamenti climatici – sottolinea l’Organizzazione – stanno modificando di continuo le regole in campo, con le aziende a inseguire un equilibrio, comunque precario, per contrastare condizioni estreme, sia di siccità che di pioggia. Allo stato attuale, varietà precoci di frumento su terreno torboso avranno perdite superiori e fino al 50%. Quanto alle tardive, invece, se pioverà bene e arriverà nutrimento, il danno sarà più limitato per via del ciclo più lungo di maturazione, ma la perdita del 20% causa secca sarà irrecuperabile.
La combinazione tra condizioni del terreno e portata della pioggia fa la differenza -precisa Cia -. Se compatto c’è il rischio di ristagno e, quindi, fallanze e malattie fungine. Ma allo stesso tempo, se troppo arato, con poca acqua si può solo disperdere umidità, quando servirebbe anche contenere, a beneficio della concimazione e della qualità. Senza contare, in un’Italia disastrata a livello idrogeologico, il pericolo frane per fenomeni temporaleschi estremi.
Serve pioggia fino a maggio – conclude Cia – ma le previsioni parlano ancora di instabilità e di cambi bruschi delle temperature che riaccendono le preoccupazioni per le gelate tardive. Quelle che nel 2021 provocarono oltre 800 milioni di danni alla frutticoltura estiva e primaverile.
Per Cia, quindi, si fa sollecita l’urgenza di stringere il cerchio su questioni chiave contro il cambiamento climatico, con strumenti, più adeguati e flessibili, in ambito assicurativo e di gestione del rischio. Occorre portare a vantaggio delle imprese l’agricoltura di precisione e occuparsi della difesa attiva delle colture, incentivando investimenti in tecnologie specifiche di protezione sia tradizionali che innovative e multifunzionali.