L’Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna, e ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti a partire da Prosecco e Asti, ma tra le denominazioni più apprezzate ci sono anche i vini piemontesi e alessandrini, in particolare Gavi e Moscato.
E’ quanto emerge dallo studio di Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dai Ristoratori e Albergatori della Federazione Russa sui problemi di approvvigionamento per ristoranti e caffè in Russia che non riescono a ricevere i prodotti necessari a causa delle sanzioni, oltre che per la svalutazione del rublo.
Alcune spedizioni, secondo gli operatori russi sono state interrotte, mentre un certo numero di operatori ha ridotto il periodo di differimento dei pagamenti o l’ha annullato del tutto.
Il tutto mentre sull’agroalimentare italiano continua a pesare l’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014 come risposta alla sanzioni occidentali per l’annessione della Crimea.
“Il mercato russo è sempre stato molto importante per il nostro export regionale e provinciale, infatti, veniva esportato il 30% circa della produzione piemontese, soprattutto per quanto riguarda frutta, verdura, formaggi e vino. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge ora la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Piemonte”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Nel 2021 il Piemonte ha esportato in Russia merci per 820,6 milioni di euro con una crescita del +28,3% rispetto al 2020. L’aumento era stato invece del +26,1 rispetto al 2019 che si era chiuso con 650,7 milioni di euro. L’export verso la Russia vale l’1,7% del totale export regionale. Si esportano principalmente prodotti alimentari (29,4%), macchinari (22,1%), mezzi di trasporto (13,5%) e prodotti tessili e abbigliamento (8,7%). Il Piemonte è la 4° regione italiana per export in Russia e incide per il 10,7% sull’export nazionale.
“Il danno riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali. Situazione non migliore nei supermercati russi dove si moltiplicano i casi di italian sounding: infatti, si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali”, ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.