Massara (Azimut): “Oggi occorre investire guardando al medio lungo periodo, e affidandosi a professionisti seri”. E su Alessandria: “E’ una città splendida, amiamola di più!”

di Ettore Grassano

 

“Alessandria è una città splendida: noi alessandrini dobbiamo solo cercare di amarla e amarci di più. Lo spirito autocritico va benissimo, e il disincanto lo abbiamo nel nostro dna: ma dobbiamo anche rimboccarci le maniche, e fare ognuno la propria parte”. L’ufficio di Giuseppe Massara, socio fondatore e consulente senior di Azimut ad Alessandria, si affaccia su Piazza Garibaldi, che vista dall’alto offre davvero uno splendido ‘colpo d’occhio’, e si mostra in tutta la sua bellezza. “Ogni tanto osservo la città da qui, e mi piace sempre tanto, come quando ero ragazzo, e mi dedicavo all’atletica leggera e alle arti marziali: grande palestra di vita”.

Pino Massara (in Azimut dal 1991, “all’epoca ero il più giovane finance manager d’Italia, oggi cerco di offrire la mia esperienza, e mi occupo soprattutto di selezione e reclutamento, oltre che di formazione”) è una figura che ad Alessandria rappresenta tante cose. Non solo è un qualificato professionista del mondo della finanza, ma da sempre opera nel mondo del volontariato: è Presidente dell’Avis cittadina (sede in Lungo Tanaro Magenta, con diverse novità in arrivo), e da tanti anni una delle ‘anime’ del Rotary International di Valenza: “su un fronte e sull’altro la pandemia non ha fermato le nostre attività, ma certamente speriamo, dalla primavera, di tornare ad un’operatività piena, e ad incontri completamente in presenza: vederci e parlarsi vis à vis è tutta un’altra cosa, lo sappiamo bene”.

In questa occasione, però, incontriamo Giuseppe Massara nella sua veste professionale di consulente della finanza. Mai come in questo momento infatti nel nostro paese aleggia incertezza, e il dubbio di tanti è “che faccio dei miei risparmi, e delle risorse di famiglia, frutto del lavoro di più generazioni?”. Tante certezze sono finite, lo stesso mercato immobiliare, dal dopoguerra in avanti costante punto di riferimento degli italiani, ha subìto nell’ultimo decennio brusche inversioni di tendenza. E allora che fare? Proviamo a capire, con l’aiuto di un professionista della finanza, quali sono oggi le opportunità migliori, e se ci sono ‘porti sicuri’ in cui ripararsi.

Partiamo da una fotografia della realtà, in termini finanziari: Alessandria città e provincia sono ancora ‘forzieri’, in termini di denaro presente nelle tasche delle famiglie? In queste settimane si percepisce un forte rallentamento delle presenze nei locali, dai ristoranti ai negozi….
Quest’ultimo credo sia un effetto inevitabile, non necessariamente sinonimo di mancanza di risorse, ma frutto un po’ di paura, e un po’ di nuove abitudini di consumo. Da due anni viviamo sotto un martellamento mediatico senza precedenti, e timori e regole legate alla salute hanno spinto le persone ad un progressivo isolamento, che è diventato abitudine. Per cui magari non si va al ristorante, ma si ordina il cibo e lo si consuma a casa, così come succede per gli acquisti di beni e servizi in rete. I numeri ci dicono che Alessandria e la sua provincia continuano ad essere realtà ricche, con una disponibilità finanziaria pro capite rilevante. Il che naturalmente non significa che non esistano sacche di povertà estrema, anche crescenti: essendo impegnato nel volontariato da sempre lo so bene, e cerco di fare la mia parte per dare una mano.

Oggi però chi ha denaro da parte non può più limitarsi a tenerlo ‘fermo’, anche perché i tassi di rendimento sono insignificanti, talora addirittura negativi..
Non solo: rispetto ad alcuni anni fa, quando abbiamo affrontato il tema in una chiacchierata analoga, è cambiato molto il contesto di riferimento. Quanti sportelli e quante filiali bancarie sono state chiuse negli ultimi 5 o 6 anni in provincia? E il fenomeno è tutt’altro che finito. I risparmiatori e piccoli investitori sono lasciati spesso in balia di se stessi, o di metodologie di consulenza ‘da remoto’ che spesso non sono in grado di soddisfare le esigenze delle persone in carne e ossa. Immaginarsi che chi ha delle risorse da investire possa farlo da solo, in base alle ‘voci’ o al passaparola è certamente follia. Per questo Azimut, che è la più grande società di risparmio gestito italiana, con una presenza capillare in termini di investimenti ma anche di uffici in tutte le principali piazze mondiali, ha deciso di articolare sempre più la propria offerta, guardando non solo alla clientela ad alta capacità di investimento, ma anche a coloro che hanno la necessità di gestire in maniera nuova i risparmi di famiglia, per evitare di vederli ‘sciogliere’ nel giro di pochi anni.

Lo scenario non sembra dei migliori: rendimenti molto bassi, e un’inflazione alle porte che qualcuno già ipotizza a doppia cifra….
Certamente l’aumento di tante materie prime, a partire dall’energia, avrà ricadute pesanti su tutta la nostra economia. Ma niente panico: il consiglio migliore che posso dare è affidarsi alla consulenza di professionisti qualificati, e ragionare sul medio lungo, ossia dai 4 ai 10 anni. Occorre saper individuare mercati e aziende su cui investire, con forte attenzione per i comparti più innovativi, e con potenzialità di crescita. Azimut ha deciso di puntare con decisione su fondi che sostengono l’economia reale, in tutto il mondo, con particolare riguardo per realtà che sanno fare della conoscenza e dell’innovazione i loro asset strategici. Sia alla nostra clientela privata che alle aziende offriamo il massimo di consulenza personalizzata, ma anche una piattaforma gestionale con cui avere la possibilità di vedere e gestire tutta la loro situazione patrimoniale complessiva, in tempo reale. Finora oltre 25.000 clienti hanno investito con noi nei 24 fondi di economia reale attraverso i quali siamo riusciti, primi in Italia, a democratizzare l’asset class dei private markets offrendo rendimenti ai nostri clienti in un contesto di tassi a zero. La prossima sfida? Creare il più grande ecosistema Fintech in Italia, innovando il nostro modello di business.

Si fa un gran parlare di Metaverso, anche in finanza oramai: voi siete pronti?
Lo stiamo studiando seriamente, per poterci entrare nel caso, insieme ai nostri clienti, in maniera non improvvisata. Aprirsi al nuovo è fondamentale, ma senza salti in avanti troppo rapidi. Del resto che Azimut abbia un profilo internazionale di grande solidità lo testimonia il fatto che la stessa famiglia Bezos, alla ricerca di un partner finanziario italiano con cui sviluppare strategie di investimento, abbia pensato a noi, avviando un solido percorso di collaborazione.

 

Parliamo di casa nostra: Azimut ad Alessandria come è strutturata?
Siamo ormai una trentina di persone, con professionisti qualificati in grado di affiancare il cliente in ogni scelta, partendo dalle sue esigenze, e dalla sua disponibilità di investimento. Occupandomi di formazione, posso anche dire che mai come in questo momento ci troviamo ad inserire nel team professionisti quaranta cinquantenni in arrivo dal mondo bancario, con carriere di livello: il che significa che rappresentiamo davvero la serie A, dal punto di visto dell’appetibilità di mercato.

 

Per lei Alessandria e gli alessandrini non hanno segreti: cosa ci manca per decollare davvero?
(riflette, ndr) Vorrei che gli alessandrini ci credessero di più, semplicemente. Ad Alessandria si vive bene, e abbiamo una posizione logistica invidiabile, anche per chi intende sviluppare investimenti. Mi manca tanto lo spirito positivo e l’entusiasmo del mio amico Lele Gatti, e di Rilanciamo Alessandria: mi piacerebbe che ripartissimo da lì, da quell’amore per la nostra città che deve spingere ognuno di noi non a lamentarsi, ma a chiedersi ‘cosa posso fare io per migliorare le cose?”.

Lei ha due figli tra i venti e i trent’anni, con percorsi formativi importanti: tra vent’anni li immagina alessandrini?
Sono cresciuti qui, e mia moglie ed io abbiamo sicuramente trasmesso loro l’amore per la città. Gabriele, il più giovane, tra poco compirà 25 anni, e sta completando un master in Svizzera, dopo la laurea in discipline economiche in Cattolica, con focus sull’ambiente e sull’economia circolare. Elisa, in arte Elasi, dopo studi economici in Bocconi ha scelto la musica, e lo sta facendo con grande professionalità: ci saranno presto novità importanti che la riguardano. Utilizza al meglio tutti i canali e le piattaforme multimediali di oggi, ma in fin dei conti lei ama esibirsi sul palco più di ogni altra cosa, per cui certamente in questi due anni ha dovuto ‘mordere il freno’. Entrambi i miei figli appartengono ad una generazione che, per formazione e per lavoro, vive il mondo intero come casa propria, e non sarebbe immaginabile il contrario. Ma sì, credo che siano e saranno sempre profondamente alessandrini.