di Graziella Zaccone Languzzi
1) Al Prof. Alessio Zaccone, Fisico italiano, alessandrino classe 1981, Docente di Metodi matematici della Fisica presso il Dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” dell’Università Statale di Milano, ma prima ancora al Politecnico di Zurigo, all’Università Tecnica Monaco di Baviera, al Queens College, Cambridge e all’Università di Cambridge. Uno dei tanti giovani talenti (e in questo caso nostrano, alessandrino doc) molto apprezzati all’estero. Basta leggere le sedici pagine del suo curriculum per capire il valore di questo scienziato di soli 40 anni.
Già vincitore di riconoscimenti internazionali e collaboratore del governo USA, ha vinto il premio Gauss Professorship 2020 dell’Accademia delle Scienze di Goettingen in Germania, un premio che dà la possibilità ad affermati scienziati nei campi di matematica e fisica di ricoprire la cattedra che fu di Carl Friedrich Gauss presso l’Università di Goettingen Georg-August-Universität Göttingen per un periodo di tre mesi come visiting professor per studiosi stranieri o italiani, di elevata qualificazione scientifica, appartenente a Università, Enti e Istituzioni di ricerca o di alta formazione non italiane, invitato a svolgere presso l’Università corsi, moduli, cicli di lezioni o di seminari. Lo si legge qui.
Grazie alla Gauss Professorship il Prof. Zaccone è stato in grado di instaurare progetti collaborativi di ricerca con gruppi operanti nello stesso settore presso l’Università di Goettingen in Germania, che è una delle più prestigiose Università al mondo, con 45 premi Nobel associati all’Ateneo. Altro riconoscimento ricevuto: “Alessio Zaccone – Top Italian Scientist in Physics”.
Cito il suo ultimo successo appena presentato: la soluzione ad uno dei più fondamentali e irrisolti problemi nella geometria discreta, con profonde connessioni con la fisica dei sistemi disordinati, fornendo una risposta al quesito su come determinare la massima frazione di volume che un insieme di sfere possono occupare nello spazio. Quest’ultimo impegno è stato pubblicato il 14 gennaio 2022 su “Physical Review Letters”. “Innovazione e Ricerca . Il lavoro di Alessio Zaccone, docente della Statale, che “risolve” uno dei grandi quesiti matematici ancora aperti”.
E’ solo una pagella e mi fermo, ma ho voluto far conoscere uno dei nostri giovani talenti che brillano all’estero, dove viene loro riconosciuto il giusto valore. Dimenticavo: Alessio Zaccone è mio cugino, ma non credo di essere stata di parte nello stilare questa pagella.
Voto: 10
2) Questo articolo del 13 gennaio mi dà lo spunto per parlare dell’evoluzione del commercio, non solo in Alessandria: “La saracinesca abbassata della Pacto e quello che può insegnarci sul futuro di Alessandria”.
Una riflessione sulla Pacto, che ho visto nascere perché è a pochi metri da casa mia: al tempo qui al Galimberti vi erano due negozi di alimentari e un ambulante di frutta e verdura, con l’arrivo della Pacto hanno cessato l’attività. La Pacto aveva una posizione d’oro per la vicinanza degli ospedali, ma anche delle pecche: gli unici spazi parcheggio erano a pagamento, gli affitti dei locali carissimi e un costo di gestione “condominiale” pesante. Piano piano i negozi nella galleria hanno cessato le attività, ma rimanevano gli assi portanti: la Farmacia Comunale, il market UNES e l’OVIESSE, tutte realtà utilissime per le famiglie dei pazienti degli ospedali, ma quando chiuse l’UNES, se ne andò la Farmacia e con lei l’OVIESSE, fine della storia. Oggi che valore hanno quei negozi vuoti? Tra qualche anno la generazione dopo la mia racconterà a figli e nipoti questa storia: “C’erano una volta, molto ma molto tempo fa, le botteghe a conduzione familiare, negozi di merceologia varia di prossimità che convivevano benissimo con un mercato coperto e con il mercato ambulante sia merceologico che alimentare. A seguire arrivarono piccole catene di supermercati, una nuova realtà dove trovavi in vendita alimentari e molti articoli in un unico luogo, molto comodo fare acquisti. Piano piano al supermercato si aggiunse la galleria, ospitare negozi fu utile per attirare consumatori e condividere le spese di gestione. Infine nacquero i retail park, e a seguire ecco la tempesta perfetta: il commercio tecnologico online! La pandemia globale Covid-19 ha stravolto il mondo, nel giro di poche settimane tutte le abitudini sono cambiate in modo radicale con il boom dell’e-commerce e delle vendite online. Gli acquisti ‘in rete’ dal pc o smartphone hanno preso piede prepotentemente durante il Covid a causa del lockdown, e delle limitazioni di accesso alle attività commerciali, il disagio delle code e la necessità di mantenere le distanze. Indossare la mascherina in un negozio o centro commerciale ha reso meno piacevole l’esperienza d’acquisto, e ha cambiato dall’oggi al domani le abitudini di spesa. Un esempio? Durante il lockdown non era permesso acquistare cancelleria scolastica, quindi dove si rivolgevano i genitori? “Coronavirus, nei supermercati vietato l’acquisto di quaderni, pennarelli e biancheria: “Non sono beni di prima necessità”. Il perché”. Negozi non alimentari chiusi, supermercati con interi scaffali sbarrati su cancelleria, abbigliamento, biancheria, scarpe etc, e cartelli con scritto” Non è possibile acquistare i prodotti presenti in questa area”. Giocoforza la gente chiusa in casa acquistava dove poteva, ed è diventata un’abitudine di acquisto che rischia di mantenersi in futuro, orientando un pubblico sempre più vasto a rivolgersi agli e-commerce. Siamo partiti dalla Pacto, e di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Il cambiamento verso il digitale, nelle vendite, sarà un percorso di sofferenza per molti anni per il commercio ‘in presenza’, e la gestione governativa Covid con l’obbligo di chiusura delle attività ha dato loro una profonda sberla. Ultim’ora da La Stampa cartacea del 16 gennaio a pag.46: “Il covid ha affossato il commercio L’allarme del Consorzio “Centro di Novi deserto tanti negozi sono spariti”. I Governi della gestione Covid avrebbero potuto evitare questo disastro a spese del commercio, della ristorazione, dello spettacolo?
Voto: 5
3) Oggi, lunedì 24 gennaio, parte la maratona per eleggere il Presidente della Repubblica. Sono mesi che a Roma è iniziato il mercato delle vacche. Non voglio però parlare di candidati, ma trattare la parte finale del discorso di fine anno del Presidente Mattarella: “… Ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverte due esigenze di fondo. Spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno…”, Per ciò che ricordo a partire da Scalfaro, Ciampi, Napolitano (uno e due) ad arrivare a Mattarella, tutti rigorosamente espressione della cultura del centro sinistra, nessuno si è mai spogliato davvero delle precedenti appartenenze partitiche, e chi sostiene il contrario sa di dire una vistosa panzana. Ciò che intendo dire lo spiega perfettamente Marco Zacchera nel suo “Il Punto n.845” del 14 gennaio: Mattarella, “Un uomo in grigio”.
Consiglio la lettura integrale, ma riassumo il punto. Come me, Zacchera ha qualche dubbio sulla dichiarazione di Mattarella, che nel suo intimo avrebbe forse voluto essere sopra le parti, ma in sette anni non pare abbia mai preso una posizione contro la “sua” parte, non tenendo conto degli umori dei cittadini elettori. Non esiste un solo episodio in cui Mattarella abbia preso le distanze dalla sua “casa madre” (ovvero il PD, versante ex democristiano). Una presidenza la sua senza scandali (per fortuna), ma contraddistinta da un diluvio di dichiarazioni scontate, prese di posizioni corrette quanto spesso del tutto ovvie, senza mai assumere una posizione che mettesse in imbarazzo chi ne volle l’elezione, e in primis proprio il “suo” PD. A fare un esempio, no alle elezioni anticipate nonostante Mattarella sapesse benissimo che il Parlamento non rappresentava più da molto tempo l’opinione politica degli italiani, con oltre il 10% dei parlamentari che ha cambiato gruppo politico, infischiandosene dell’opinione degli elettori. Il nuovo Presidente sarà eletto da un Parlamento dove il partito più numeroso è appunto quello dei “senza partito”, in un diluvio di migrazioni e cambi di casacca che hanno del tutto stravolto il voto degli italiani, prefigurando oggi mercanteggiamenti sottobanco di ogni tipo. Sconcertante la (non) gestione della Magistratura, a fronte di vicende eclatanti cui il Presidente avrebbe dovuto farsi sentire, eccome, uscendo dal riserbo e dal silenzio. Un esempio? Il “caso Palamara”, che negli anni si è trasformato in un groviglio di veti, correnti e tresche. Negli ultimi 16 anni il “Colle” ha fatto invece politica diretta: “Dopo Napolitano-Mattarella serve un cambio di rotta”. Da parte mia spero che Mattarella non succeda a sé stesso, serve appunto un cambio di rotta.
Voto: 4