Venerdì 17 dicembre 2021, alle ore 18, nel Castello del Monferrato, a Casale Monferrato, si terrà – per il ciclo «Quarta di copertina», con il patrocinio del Comune di Casale Monferrato – la presentazione del libro Mani che curano. La pranoterapia nella mia vita, di Maria Cicconetti e Gino A. Torchio, Serel International – Stefano Termanini Editore. L’incontro sarà introdotto dal saluto istituzionale di Federico Riboldi, sindaco della Città di Casale Monferrato. Interverranno Gigliola Fracchia, Assessore alla Cultura Comune di Casale Monferrato, Paola Casulli, Ufficio Cultura Comune di Casale Monferrato, Nicole Freddi, Garante per i Disabili Comune di Casale Monferrato. Con gli autori dialogherà Stefano Termanini, editore.
“Mani che curano” non è un manuale sulla pranoterapia, né uno dei molti libri sulle medicine alternative che affollano gli scaffali delle librerie. “Mani che curano”, scrive l’editore Stefano Termanini nell’introduzione, è un saggio e un racconto. È una collezione di testimonianze che «si propone di suggerire, di far riflettere». Raccontando «un’esperienza che coincide con una persona – Maria Cicconetti – e con le molte persone, moltissime ormai, che Maria ha incontrato e aiutato» “Mani che curano” «vorrebbe farci ricordare che ci sono cose che si vedono e che si toccano e altre che non si vedono e non si toccano», ma che «sono spesso più importanti delle altre». Non, dunque, un libro che voglia convincere o convertire gli scettici, ma «il racconto di una e molte esperienze: ciascuno, quando l’avrà letto, potrà più consapevolmente scegliere quale posizione prendere e tenere».
«Con Quarta di copertina – spiegano il sindaco Federico Riboldi e l’assessore Gigliola Fracchia – si vuole mettere in dialogo autori e lettori, per scoprire aneddoti, curiosità o anche solo per sentir raccontare come nasce un libro. L’evento di venerdì sarà esattamente questo, perché permetterà di conoscere una storia vissuta, scritta e raccontata in prima persona dalla protagonista. Un’opportunità da non perdere, per scoprire, senza pregiudizi o preconcetti, un tema troppe volte conosciuto solo superficialmente».
«Sento il dovere di raccontare il mio lavoro di antropopranoterapeuta e i risultati che in questi anni ho potuto ottenere», spiega Maria Cicconetti, che esce in libreria con “Mani che curano” a due anni dall’uscita del suo romanzo autobiografico “La foto che non c’è” (Serel International). «Provo gratitudine verso chi ha creduto e crede nel mio lavoro, i tanti miei pazienti, gli amici medici». Maria Cicconetti ha lavorato a quattro mani con Gino A. Torchio, medico scrittore. «Per scrivere questo libro – aggiunge Maria Cicconetti – ho chiesto aiuto a un amico fidato. Gino A. Torchio è medico di medicina “ufficiale”, quindi la persona più idonea a giudicare seriamente e professionalmente le emozioni che nel libro ho provato a presentare al lettore. La gioia che la pranoterapia mi ha dato e che tuttora mi dà è difficile da spiegare».
“Maniche curano” è diviso in una prima parte (“I. La pranoterapia nella mia vita”), in cui Maria Cicconetti e Gino A. Torchio raccontano l’esperienza della pranoterapia nella vita di Maria, dalla scoperta del “dono” – come a Maria piace chiamarlo –, avvenuta grazie all’intervento del frate cappuccino padre Nicola, fino al suo più compiuto possesso. Scelgono di raccontarla secondo il modo in cui la si esercita, fra alti e bassi, nel confronto con il dolore e tramite la soddisfazione che si prova ogni volta che si riesce ad alleviarlo. Nella seconda parte del libro (“II. Esperienze di pranoterapia”) si raccolgono testimonianze e testi di pazienti, a cura di Stefano Termanini, e di medici e operatori sanitari. Chiude il libro, prima delle conclusioni e dei ringraziamenti, un giudizio finale e riepilogativo sulla pranoterapia, capitolo di Gino A. Torchio.
«La domanda di Maria sulla mia idea di pranoterapia e il desiderio di conoscere – spiega Gino A. Torchio – mi hanno sollecitato a seguirla nel suo lavoro. Conoscevo la pranoterapia, ma non me ne ero mai interessato. Sono stato felice di compiere questo percorso grazie a Maria, il cui principale desiderio è far conoscere l’effettiva potenzialità della bioenergia posseduta da chi ne è predisposto. Non solo, ma verificare dai risultati che il prana è un’energia che esiste, seppur invisibile, mi aiuta a consolidare la mia personale convinzione che ciò che non appare, esiste». /