Zum Zumzum Zan Zan [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Che bello essere direttore d’orchestra!
Avere a disposizione una bacchetta per segnare l’attacco, il tempo, le dinamiche, i silenzi, gli accelerando e i rallentando, la fine.

Chi è cittadino semplice ha il dovere di conoscere e rispettare le leggi e il diritto di criticare e mettere in evidenza le magagne del paese.
È la dura legge della democrazia, ad oggi vigente in Italia.

Alcuni anni fa, circa una ventina, andammo in gita scolastica a Verona e zone limitrofe; tre giorni di grande divertimento e di cultura, tra l’arena, il balcone di Giulietta e la campagna paleontologica.
All’autogrill sull’ultimo tratto di autostrada effettuammo il pipì-stop previsto dalla Carta dello Studente Incontinente, dallo Statuto dell’Insegnante Over 55 nonché dai Diritti dell’Autista Esaurito.
Le vetrine e l’interno della rivendita erano ricolmi di busti (di vari formati) del duce, magliette e portafogli riportanti frasi da lui pronunciate o a lui ispirate, gadgets con evidenti simboli fascisti.
Non fu facile spiegare ai ragazzi per quale ragione non fosse il caso di acquistare quegli articoli, indubbiamente di design accattivante (il nero per gli adolescenti ha sempre il suo fascino).

Ritornando sul pullman ragionammo insieme sul reato di apologia di fascismo – senza troppa enfasi per non creare l’effetto opposto.
Nel tempo non si è contrastato il fenomeno nostalgico legato a Mussolini e alla storia di un secolo fa.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le infiltrazioni neofasciste, palesandosi, sono divenute pericolose a tal punto che stanno richiedendo un intervento – ancorché tardivo – della Giustizia e del Governo.
La bocciatura al Senato del “decreto legge Zan”, invece, è di segno opposto: la legge aveva l’intenzione di prevenire il debordare di atteggiamenti omofobi e discriminanti, è stata ricacciata indietro a calci in culo, tra risate e applausi meschini.

Premesso che per l’uno e l’altro episodio basterebbe riferirsi alla Costituzione Italiana emanata nel 1947, mi viene spontanea una riflessione.
È indispensabile che non si dia sempre la colpa alla Scuola, che ha molte responsabilità. Ma non in quel senso (tra l’altro dal settembre 2020 l’educazione civica è ritornata prepotentemente nella Scuola dell’obbligo in forma trasversale ed efficace).
Continuo a pensare che la Scuola sia l’ultimo baluardo per il rispetto della Costituzione visto che la Famiglia in parte significante è scomparsa dai radar.


L’Uomo che Aveva le Occhiaie Prima di Cominciare a Lavorare è un direttore d’orchestra sbiadito, non ha la bacchetta magica, ha una bacchetta spuntata, i suoi movimenti sono veloci sottobanco, lenti per la gente semplice, lo sguardo verso una crescita del PIL che non rappresenta il Paese vero, i suonatori appaiono bolsi e incapaci, gli spettatori restano vittime di una narrazione che adesso comincia a fare acqua anche per i più obnubilati.

Leggere poi che il G20 si svolge a “Rome 2021” anziché “Roma 2021” mi mette tristezza…
E non mi si dica che sono un nostalgico.
Taca banda, maestro!