di Ettore Grassano
“Confrontiamoci sui temi, e sulle priorità vere, che in provincia di Alessandria si chiamano sanità, lavoro, trasporto, università. In base a questo decideremo come presentarci alle elezioni comunali di Alessandria e Acqui Terme, senza preclusioni e mettendo in campo ne necessario anche candidati autorevoli”.
Cristina Bargero, segretario provinciale di Italia Viva, il Piemonte lo conosce bene, anche perché lo studia per mestiere come ricercatrice dell’Ires regionale. E altrettanto da vicino conosce le questioni del mondo del trasporto: membro del cda di Trenitalia, sta cercando di affrontare le tante problematiche degli spostamenti su rotaia (“e sono solo: la chiave oggi è l’intermodalità, una sinergia stretta fra treni e gomma”), sia per le merci che per le persone. E su questo fronte, ogni tanto, Bargero sobbalza a fronte di esternazioni un po’ demagogiche: “Capisco bene le lamentele dei cittadini, quasi sempre giustificate, ma proprio per venire incontro alle loro esigenze bisogna essere chiari, non promettendo castelli in aria e cercando soluzioni percorribili, con le risorse disponibili, anche in diversi step temporali. Tutti sappiamo che il sistema che da un po’ di anni è in sofferenza va migliorato, ma anche che molto dipende dalle risorse stanziate dal Fondo Nazionale trasporti per la parte corrente, ossia per la gestione dei treni e degli autobus. Per quanto riguarda gli investimenti invece occorre puntare con decisione sui fondi europei: PNRR e Por Fesr, ossia fondi europei per lo sviluppo regionale”.
Proviamo allora ad individuare insieme all’on. Bargero (parlamentare del Partito Democratico nella scorsa legislatura, si occupò nello specifico di attività produttive) gli asset fondamentali su cui l’Alessandrino deve puntare nei prossimi anni, e cerchiamo anche di capire come Italia Viva affronterà le prossime elezioni amministrative di primavera.
On. Bargero, partiamo dall’Ospedale di Alessandria: Italia Viva ha annunciato per il prossimo 3 dicembre un’iniziativa pubblica: siete favorevoli all’ipotesi Orti Aeroporto avanzata nei mesi scorsi dal sindaco Cuttica?
Siamo assolutamente convinti che l’opportunità di realizzare il nuovo Ospedale, stavolta, va colta e concretizzata. Le risorse Inail ci sono e Alessandria, per tante ragioni, ha assolutamente bisogno di investire su una struttura moderna, accogliente, capace di essere punto di riferimento non solo dell’intera provincia, ma di tutto il sud Piemonte. Va benissimo la zona Orti, non lontana dal centro, ma anche raggiungibile agevolmente da chi arriva da fuori, con la tangenziale. Importante è procedere, senza perdere altro tempo. Lì vicino, tra l’altro, sorgerà anche il campus universitario, e le sinergie tra università e sanità, sul fronte della ricerca, auspichiamo possano essere sempre più forti.
Si riferisce al progetto del primo IRCCS pubblico del Piemonte, da costruire sull’asse Alessandria Casale Monferrato, con focus sul mesotelioma e le altre malattie ‘ambientali’?
Ormai non è più solo un progetto per fortuna, l’iter è pienamente avviato, e ci saranno ricadute positive in tutta la nostra provincia non solo sul piano della qualità della sanità, ma dell’economia del territorio. Focalizzare oggi risorse e competenze sul fronte IRCCS significa davvero far fare all’Alessandrino un importante salto verso il futuro: non bisogna fermarci, anzi occorre accelerare. Ma attenzione: nuovo ospedale e Irccs non significa indebolire la sanità di territorio. Al contrario semmai: i presidi ospedalieri nei diversi centri zona, in una provincia vasta ed eterogenea come la nostra, rimangono fondamentali per una sanità di prossimità, vicino ai cittadini. Ovviamente un hub di primo livello come Alessandria, soprattutto con una nuova struttura ospedaliera, dovrà essere il perno di tutto il sistema.
Il che ci porta ad un altro tema che lei conosce a fondo, e segue da vicino: la mobilità. Oggi le parole chiave sono green, e ecosostenibile. Intanto però chi viaggia per lavoro, su treno come su gomma, racconta esperienze da ‘ultima frontiera’….
Alle parole chiave aggiungerei intermodalità e multimodalità: che significa prevedere, su scala regionale, un sistema di trasporti pubblici, su rotaia come su gomma, moderno e flessibile, in cui le diverse parti si parlano, e costruiscono progetti condivisi. Per quanto riguarda i treni, settore di cui mi occupo da vicino, sgomberiamo il campo da un equivoco perché certe cose sono chiare agli addetti ai lavori ma non conosciute dai cittadini per la loro specificità. Il trasporto ferroviario merci nulla ha a che vedere con quello passeggeri ed è completamente a mercato ed è gestito da Mercitalia o altri operatori privati su tratte messe a disposizione da RFI (società titolare della concessione sessantennale della rete ferroviaria italiana).Se l’Alta Velocità è un servizio di mercato, gli Intercity e i treni regionali sono servizio universale (l’utente con la tariffa paga solo una parte dei costi sostenuti per l’esercizio, mentre il resto è coperto dalla fiscalità generale) e quindi regolati da un contratto di servizio, sulla base di un programma di esercizio concordato tra le parti, nel primo caso tra lo Stato e Trenitalia, nel secondo caso tra lo Stato e le Regioni [in Piemonte l’AMP], che a loro volta ricevono i fondi destinati al trasporto pubblico locale dallo Stato. Le risorse storiche del Fondo Nazionale Trasporti certo non hanno favorito il Piemonte , che per una situazione finanziaria non semplice che oramai si trascina da anni fatica a trovare risorse aggiuntive. Credo che per dare realizzazione alla transizione green il PNRR sia un tassello importante sul lato infrastrutture, ma ora occorre aumentare la dotazione del Fondo Nazionale Trasporti [ questo vale anche per la gomma] con un’attenzione ai territori policentrici, dove la popolazione è più dispersa e garantire l’accessibilità a tutti i territori è più costoso. Confido che anche in Piemonte la situazione presto migliorerà e con la stipula di un nuovo contratto di servizio verrà rinnovato anche il materiale rotabile. Sono stata un po’ didascalica ma credo sia necessario per fare chiarezza, non ingenerare false aspettative e rendere le persone più edotte di quali siano i passaggi corretti da compiere. Ma il motore primo sono sempre le risorse, senza le quali si costruiscono solo castelli in aria e per reperire le quali ci deve essere una concordia tra le istituzioni. Per questo dico: puntiamo con decisione su progetti specifici e concreti, da finanziare con i fondi europei del PNRR e del Por Fesr: altrimenti facciamo semplice demagogia.
Come sta il Piemonte, sul fronte dell’economia e del lavoro? Lei se ne occupa per mestiere, che sensazione ha?
Guardiamo ai dati: il Piemonte ha, pur con tutte le diversificazioni al suo interno, un’economia forte, solida, che sta reagendo alla crisi legata al covid con grande determinazione. Certamente però anche prima della pandemia ci si confrontava, in molti comparti, con situazioni non ottimali, e con la necessità di ‘cambiare pelle’, e innovare. Da questo punto di vista l’emergenza che abbiamo vissuto può rappresentare anche un acceleratore di modernizzazione. Anche qui, sarà fondamentale fare buon uso dei fondi europei.
Alessandria da troppi anni è solo capoluogo di provincia, ma non vero baricentro e traino: come può recuperare centralità?
Sanità e Università sono asset fondamentali, ma ce n’è un altro altrettanto rilevante, che passa dall’implementazione di servizi digitali avanzati: dalla smart city ad una logistica integrata, che passi dallo scalo/retroporto intermodale alla capacità di gestire e smistare merci in maniera intelligente ed evoluta. Ho l’impressione che Alessandria sia a metà del guado, e va dato atto all’amministrazione Cuttica di averci provato e in quei casi ha trovato il nostro sostegni aprendo tanti fronti, qualcuno magari pensa anche troppi. L’importante ora è ‘chiudere il cerchio’, e fare in modo che, entro il 2027, davvero questa parte di Piemonte faccia un balzo in avanti di quelli che segnano un’epoca.
Tutto questo passa anche (non solo, naturalmente) attraverso la scadenza delle elezioni comunali della prossima primavera: Italia Viva con chi sta?
Noi stiamo con chi davvero mostrerà di voler realizzare i progetti di cui abbiamo parlato. Guardando avanti con capacità di innovare, e non con la testa rivolta all’indietro, e a schemi da vecchia politica. So che può sembrare una risposta attendista, ma è il contrario: non ci interessa discutere di nomi, correnti o altro se non è chiaro cosa si intende fare perché Alessandria diventi davvero una città moderna e competitiva.
Quindi non necessariamente sarete alleati del centro sinistra?
(sorride, ndr) Non mi faccia dire quel che non ho detto: che la nostra matrice sia il centro sinistra è evidente. Ma non firmiamo cambiali in bianco, così come non ci interessa demonizzare gli avversari. Siamo interessati invece a costruire un polo riformista e moderato, alternativo al sovranismo di una parte della destra e al populismo di una parte della sinistra e dei 5 stelle. Vogliamo parlare di programmi: subito, e con chiunque se la senta di prendere impegni certi con gli elettori. Intanto aspettiamo gli alessandrini all’appuntamento pubblico sul futuro ospedale, il 3 dicembre all’ex Taglieria del Pelo.