Marcia per la Pace compie sessant’anni. Significato e importanza dell’appuntamento

di Pier Luigi Cavalchini

 

Aldo Capitini (1) sarebbe sicuramente orgoglioso dei risultati ottenuti dalla Perugia/Assisi 2021, marcia per la Pace ormai conosciuta in tutto il mondo e da lui voluta fortemente nel 1961.

Si era in una epoca completamente diversa per contingenze politiche e con un anelito sociale ed una fiducia nel futuro difficilmente riscontrabile oggi.
Era il tempo di Giorgio La Pira sindaco di Firenze, di Comunità importanti come quella di Barbiana e dell”Isolotto, del boom economico e della prima percezione evidente dell’abnormita autofistruttiva di una eventuale terza guerra mondiale.
Allora si mescolavano facilmente tematiche etico/religiose a scelte di impegno politico con, sullo sfondo, la novità dei governi di centro/sinistra a guida DC – PSI che andavano a chiudere un quindicennio di strapotere democristiano.

Di quella particolare commistione resta la forte presenza cattolica, nel caso specifico evidente per l’alto numero di giovani scouts presenti e per le lettere di augurio provenienti direttamente da Papa Francesco e dal Cardinale di Perugia Bassetti, come pure il continuo riferimento alle più recenti encicliche papali ed ai documenti “mondialisti” delle Nazioni Unite.

Una “marcia” ormai diventata ‘consuetudine’ per il mondo pacifista italiano e che, questa volta, ha registrato novità significative.

La prima è stata quella di aver coinvolto (con opportuno spazio di intervento) un medico di base che ha ben spiegato le nuove condizioni di vita che caratterizzeranno ancora per molto il “post Covid”, poi la forte presenza, assolutamente non scontata, di moltissimi giovani che hanno rinnovato nei linguaggi e nei contenuti un appuntamento che stava irrigidendosi nella routine “manifestaiola”.

Poi l’argomento scelto dagli organizzatori, Flavio Lotti in testa, la “cura della condizione di pace” mai disgiunta dall’attenzione alla democrazia vera e dalla tutela dei diritti  (2). Notevoli le presenze del mondo sociale/ecopacifista, che si sono succedute. Da Mimmo Lucano, nel pieno del dibattimento giudiziario che lo vede temporaneamente in difficoltà, al religioso/scrittore/missionario Alex Zanotelli, fino alla figlia di Gino Strada, Cecilia, ora alla guida di Emergency.

Molti e qualificati gli interventi degli amministratori locali e di politici, sempre molto contenuti nei commenti e nelle formule di benvenuto. Presente e ben visibile, seppure cordiale e mai pressante, la presenza della forza pubblica, più volte chiamata in causa per i fatti di ieri 9 ottobre a Roma.
Passando ai contenuti, Flavio Lotti si è scagliato con forza e puntuale documentazione sulla #politica_estera del governo Draghi. “Il comparto “produzione bellica” nell’ultimo anno, da luglio 2020 a luglio 2021, ha incrementato del 19 per cento il fatturato, sia su forniture di supporto o piccolo taglio, sia su mezzi navali e aerei del valore di miliardi.

Questo sarà l’obiettivo in vista della prossima marcia” conclude Lotti, con l’intenzione di condizionare l’industria della guerra, trasformandola in produzioni ecocompatibili e moderne. Continuando i successi ottenuti con la campagna di messa al bando delle mine, di cui eravamo – fino al 2016 – I principali produttori mondiali.

Vedremo. Per il momento gli organizzatori incassano un indubbio successo, data a complessità di organizzazione e gestione all’indomani di una grave pandemia.

 

1. Aldo Capitini
Inviso alle gerarchie ecclesiastiche seppur credente, vegetariano, definito il Ghandi italano, antifascista, nel 1937 fonda il Movimento liberalsocialista con Guido Calogero, con l’adesione di Giorgio Amendola, Norberto Bobbio, Ugo La Malfa…
Inventa la *Perugia Assisi* nel 1961, in spirito laico e svincolato, specie all’inizio, da ogni condizionamento religioso.

2. Il discorso è andato più volte a Patrik Zaki, studente bolognese detenuto in Egitto. Divenuto emblema dei diritti negati.