di Ettore Grassano*
C’è un filo, invisibile ma fortissimo, di passione e competenza che accompagna da oltre cinquant’anni di crescita della Lenti Villasco Italian Luxury, azienda valenzana che dal 1963 disegna, produce e commercializza in tutto il mondo prodotti di alta gioielleria. Ricostruire la storia di questa impresa famigliare attraverso la narrazione dei due attuali proprietari, Danilo e Giuliana Lenti, significa inevitabilmente ripercorrere il cammino della migliore tradizione orafa del distretto di Valenza, con tutti i suoi pregi in termini di laboriosità, professionalità, creatività.
“Nostro padre Piero – racconta Danilo Lenti – nei primi anni Sessanta lavorava come incassatore in un laboratorio cittadino, insieme al suo collega orefice Osvaldo Villasco. Erano tempi, come entrambi ci raccontavano quando eravamo ragazzini, in cui si lavorava fianco a fianco senza neanche poter fiatare, ma fuori dall’orario di lavoro i due uomini cominciarono a confrontarsi, e poi presero la decisione di licenziarsi, per mettersi in proprio: un salto nel vuoto, forti solo del proprio entusiasmo, e della voglia di fare”.
Era sicuramente un’Italia, e una Valenza, in cui tutto sembrava possibile, e realizzabile, “ma nessuno ti regalava nulla neanche allora – continua Danilo Lenti -, e per non pochi anni l’unica distrazione che i due soci si concedettero fu di andare a ballare il sabato sera in Lomellina, terra di belle donne e di conquiste. Per il resto, sempre e solo lavoro, sette giorni su sette”. I risultati però non tardarono a venire, e i figli di Piero Lenti da ragazzini (Danilo nasce nel 1969, Giuliana nel 1973) crescono tra casa e bottega. “Il laboratorio era al piano terra di via Alfieri 15, e noi abitavamo al primo piano: mio fratello ed io facevamo i compiti con la mamma, ma non vedevamo l’ora di scendere a giocare con gli strumenti di lavoro di papà. All’epoca avevamo già una decina di dipendenti: l’azienda cominciava a crescere, e a strutturarsi”. La passione per l’oreficeria induce il primogenito Danilo ad iscriversi all’Istituto Superiore d’Arte Cellini, mentre Giuliana opta per il liceo linguistico, e ricorda “le lingue mi piacevano, ma soprattutto c’era la piena consapevolezza che mi sarei preparata per gestire le fiere internazionali, e i clienti stranieri”. Che oggi, trent’anni, dopo, sono effettivamente il core business di un’azienda che è brand di eccellenza della gioielleria valenzana in tutta Europa, “con clienti che un tempo acquisivamo soprattutto durante i grandi eventi internazionali del settore, da Basilea, ad Hong Hong, a Las Vegas, mentre oggi siamo una factory che punta su una digitalizzazione sempre più spinta e innovativa, anche da prima della pandemia”.
Ma procediamo con ordine.
La prima vera svolta arriva nel 2000, quando la Lenti Villasco cambia sede, trasferendosi in realtà di poche decine di metri, in piazza Lanza, in uno stabile di 2.500 metri suggestivo e ricco di fascino, dei primi dell’Ottocento, senza peraltro abbandonare la struttura di via Alfieri, che oggi ospita un’esposizione storica di strumenti, banchi, modelli e fotografie che ‘raccontano’ la storia e le radici dell’azienda. L’anno successivo la proprietà passa completamente nelle mani della famiglia Lenti, e comincia davvero la sfida del nuovo millennio. “Ricordo perfettamente – sottolinea Danilo – che nel settembre 2001, due giorni prima dell’attentato alle Torri Gemelle, completammo l’iter di acquisizione dell’azienda, perché Osvaldo Villasco aveva deciso di ritirarsi dall’attività. Ci buttammo anima e cuore oltre l’ostacolo: ci attendevano cinque anni di forti impegni economici, ma anche l’entusiasmo e la voglia trasformare la Lenti e Villasco in una moderna factory di livello internazionale, capace di coniugare innovazione e creatività del gioiello. Erano anni di grande trasformazione, sia sul fronte tecnologico che su quello commerciale, e con mia sorella Giuliana, che è una designer straordinaria, siamo riusciti a dare all’azienda un’identità forte, moderna e al contempo specchio della nostra tradizione orafa. Nostro papà, naturalmente, ha svolto un’attenta opera di supervisione in tutto questo percorso, anche con un certo orgoglio, regalandoci tutta la sua forza e la sua esperienza fino alla scomparsa, nel 2016”.
Oggi Lenti Villasco è brand leader a livello europeo, e tutto il processo creativo e produttivo si snoda tra le mura dello stabile di piazza Lanza, al centro tra l’altro in questi mesi di un restyling imponente e al contempo rigoroso, destinato a rendere la sede ancora più accogliente ed ‘esplicativa’ di cosa significa, oggi, creare bellezza nel mondo orafo.
“Due sono i filoni fondamentali della nostra attività – sottolinea Danilo Lenti. Da un lato la formula del private label, che ci consente di mettere a punto collezioni per altre aziende del mercato europeo, sia sul fronte creativo che realizzativo. Dall’altro, c’è la nostra identità, la linea di gioielleria Lenti Villasco, che grazie alla creatività di mia sorella Giuliana ci consente di ritagliarci un nostro spazio forte e autorevole nel panorama internazionale del settore”.
È proprio Giuliana Lenti a precisare: “Molto positivo si è rivelato il fatto che l’azienda avesse deciso, ben prima dell’esplosione della pandemia, di intraprendere un innovativo percorso on line sul fronte della promozione e commercializzazione dei nostri prodotti, in termini di presentazione della nostra creatività, ma anche di e-commerce. Le fiere, praticamente ferme da un anno, già da diverso tempo mostravano la corda: costi sempre più elevati, per poi tornare a casa di fatto con ordini di clienti che già avevamo in portafoglio. Sono lontani i tempi in cui tornavi da Basilea con cinquanta nuovi clienti insomma. Per questo oggi saper essere una factory web oriented è fondamentale: e se nella Valenza in cui siamo cresciuti la parola d’ordine era ‘nascondere’ le proposte più innovative, per timore che venissero copiate (succedeva, eccome…), oggi la sfida è mostrare e promuovere tutto ciò che sai fare, e utilizzare il web come vetrina mondiale: ovviamente con un sistema di accessi ‘a password’ riservati ad una clientela selezionata”.
Lo scorso anno, il Covid-19: la pandemia ha letteralmente ‘investito’ tutta l’economia occidentale, e il settore orafo ha subito contraccolpi potenti, per qualcuno probabilmente letali. “Come tutti abbiamo dovuto modificare il nostro approccio al business – spiega Danilo Lenti -, ma per fortuna, nonostante le zone rosse e gli stop ‘a singhiozzo’ imposte dal Governo siamo riusciti a pagare tasse anche nel 2020 (gli scappa un sorriso, ndr), il che significa che non è andata così male. Abbiamo 38 dipendenti diretti, oltre ad una dozzina di incassatori esterni, e con orgoglio possiamo dire che nessuno di loro ha fatto un solo giorno di cassa integrazione: anzi, ad agosto 2020 abbiamo chiuso solo 2 settimane, anziché le abituali quattro, per far fronte agli ordini che erano ‘slittati’ a causa della chiusura forzata di primavera”. Ciò non significa che, come imprenditori, i Lenti siano così soddisfatti dell’operato delle istituzioni: “Chi fa impresa in Italia sa di essere solo, e il confronto con altre realtà europee, dalla Germania alla Francia, è impietoso: tanto che abbiamo imparato ad accontentarci di poco, ossia che ci lascino lavorare, senza continui intoppi burocratici”.
La Lenti Villasco però nel futuro ci crede, eccome. Tanto che sta scommettendo, oltre che su linee di prodotto sempre più diversificate, in grado di intercettare l’evoluzione del gusto conservando la forza della tradizione orafa valenzana, anche su un’accoglienza del cliente a 360 gradi. “Alla fine della pandemia – spiegano all’unisono Danilo e Giuliana – vogliamo essere pronti ad accogliere qui nella nostra sede di Piazza Lanza, completamente rinnovata, una clientela di livello internazionale, a cui mostrare davvero come nasce un gioiello, dalla fase creativa, alla scelta dei materiali (abbiamo relazioni dirette con i migliori fornitori di diamanti e pietre preziose del mondo, da Bangkok a Tel Aviv), alla realizzazione del prodotto finale. Chi ci fa visita viene accompagnato in uno show room itinerante, in cui trovano spazio tra l’altro 16 Moto Guzzi d’epoca, dagli anni Venti agli anni Settanta: sono una passione di famiglia, ma ad un certo punto ci siamo resi conto che, oltre ad un investimento, possono essere anche un elemento che arricchisce il dialogo con i clienti, e ci consente di raccontare un pezzo di storia dell’Italia del Novecento”.
Al tema dell’accoglienza Danilo e Giuliana Lenti dedicano qualche riflessione ulteriore: “E’ impensabile far arrivare in centro a Valenza clienti dalla Gran Bretagna, dalla Svezia o da tutto il resto del mondo, mostrar loro i gioielli e immediatamente rimetterli sull’aereo. Per questo, in partnership con alcuni relais del Monferrato, pensiamo di organizzare veri ‘pacchetti’ di accoglienza, che siamo certi possano essere graditissimi: alla Lenti Villasco troveranno gioielli di qualità assoluta, ma in Monferrato ci sono altre eccellenze, dal vino al tartufo. Vale la pena fermarsi qualche giorno insomma, ovviamente accolti da un’organizzazione impeccabile, che non lascia nulla al caso”.
Ma quanto Valenza, come tutto l’Alessandrino, sanno davvero ‘fare squadra’, quando si parla di gioielli come di territorio? Qui Danilo Lenti non nasconde qualche critica: “Sappiamo che qualcosa di recente si sta muovendo, ma siamo scettici: la formazione ce la facciamo tutta internamente, ed essendo stato per 8 anni consigliere della vecchia Associazione Orafa so cosa vuol dire cercare di fare squadra a Valenza: praticamente impossibile purtroppo, troppi interessi in conflitto diretto e troppe aziende che si comportano poco professionalmente”.
E il futuro? Se il presente della Lenti Villasco è saldamente in mano al tandem Danilo Giuliana, c’è una nuova generazione di Lenti (tre ragazze e un ragazzo, per la precisione) che si sta formando, con un approccio assolutamente internazionale, ma un forte senso delle radici famigliari, e aziendali.
È Giuliana Lenti a presentare figli e nipoti: “Come fece nostro padre con noi, anche Danilo ed io stiamo cercando di far ‘respirare’ la cultura della Lenti Villasco ai nostri ragazzi, ma senza forzature: oggi l’importante è che acquisiscano gli strumenti con cui muoversi con consapevolezza in un mondo che cambia rapidamente, e non ha più confini. Poi decideranno cosa fare. Mio figlio, Federico Bellini, ha 23 anni, una laurea in scienze e tecniche psicologiche, e un master in completamento allo IED di Milano in Digital Strategy. Alla fine del percorso siamo pronti ad accoglierlo in azienda, perché affini subito, sul campo, le sue competenze. Mia figlia Martina invece ha 19 anni, sta preparando la maturità al liceo linguistico, e ha già trascorso 6 mesi negli States per approfondire la lingua. Intende studiare Comunicazione d’Impresa allo Iulm. Anche mia nipote, Marianna Lenti, primogenita di Danilo, ha 19 anni, sta finendo il liceo scientifico, ed è già stata per studio in Inghilterra: all’Università studierà Ingegneria Fisica a Torino. Per sua sorella Vittoria invece, che ha solo 12 anni, forse è ancora un po’ presto per fare progetti, ma certamente l’esempio di sorella e cugini le sarà di stimolo”. Avanti tutta verso i prossimi decenni dunque: la Lenti Villasco è saldamente nelle mani di Danilo e Giuliana Lenti, ma il ricambio generazionale è certamente assicurato”.
* Tratto da Unindustria 1/2021