di Dario B. Caruso
Per l’Italia quaranta medaglie per un’Olimpiade sono una cifra ragguardevole, settimi nel ranking mondiale per numero di metalli.
Dodici in più di Rio 2016 e Londra 2012.
Tredici in più di Pechino 2008.
Otto in più di Atene 2004.
Sei in più di Sydney 2000.
Le statistiche ci confortano o allarmano, i numeri ci danno sicurezza o preoccupazione. Dipende non da come si scrivono ma da come si leggono.
E non tutti sono capaci di leggere, è fin troppo evidente.
I pensieri che mi saltano in testa – e che ho già espresso nel Flessibile precedente anche se con parole differenti – sono gli stessi.
Sacrificio
I risultati dei nostri atleti – e comunque di tutti gli atleti dei Giochi – sono frutto di anni di impegno, non è possibile improvvisare un record, un primato, una qualificazione.
Il concetto di sacrificio in questi ultimi diciotto mesi è stato banalizzato.
Sacrificarsi è qualcosa di serio, non può essere un concetto di tutti e dunque non è per tutti; molti non lo capiranno mai, non saranno in grado di commuoversi dietro le parole di commozione di un vincitore che ringrazia o di uno sconfitto che ringrazia con la stessa forza.
Lavoro
Chi lavora conosce la fatica e non per questo fa a meno di lavorare, anzi si ingegna affinché il proprio lavoro risulti soddisfacente, crei voglia di fare a fronte di un risultato non importa quanto positivo sia.
Il termine lavoro oggi è stato denobilitato, il lavoro non può essere solamente un mezzo. Sarebbe pensabile viaggiare in nave da Genova a New York per vedere la Statua della Libertà e dopo un paio d’ore ripartire in direzione opposta per altrettante ore di bastimento? Chiunque lo facesse potrebbe definirsi folle.
Regole
Sono le regole che ci permettono di andare avanti; l’imbarbarimento è dato dalla mancanza di regole, la dittatura è data dall’eccesso di regole, la libertà sta nel giusto mezzo che non è a metà ma quasi.
Se ripasso mentalmente ogni specialità olimpica non riesco a pensare ad una disciplina che non contenga regole; dentro quelle regole l’atleta si muove libero esprimendosi liberamente e viene sanzionato nel momento in cui la sua libertà intralcia la libertà dell’avversario.
Oro
Qualsiasi medaglia vale oro.
L’oro contiene sacrificio, lavoro e regole.
Chi ha perso avrà possibilità di rifarsi o forse no, certamente ha accumulato esperienze che valgono altrettante medaglie.
Oro per tutti.
Basta saper leggere.