Flavescenza dorata della vite: il monitoraggio continua grazie al contributo della Camera di Commercio

Sono ormai 23 gli anni di presenza massiccia della Flavescenza dorata nella provincia di Alessandria.
La Flavescenza è una fitoplasmosi che viene trasmessa da viti infette a viti sane da un vettore, l’insetto cicadellide Scaphoideus titanus, originario del continente Nord Americano che negli anni ’50 si è diffuso in Francia e quindi in Italia, ove è comparso per la prima volta in Veneto.

Dalla fine degli anni ’90 è presente anche in Piemonte: dai territori vitati del Tortonese in Provincia di Alessandria si è poi insediata in tutta la Regione.

La trasmissione della malattia avviene mediante la suzione della linfa da parte dell’insetto sulle piante infette; il micoplasma si insedia nelle ghiandole salivarie  dell’insetto; nel momento in cui l’insetto, che conserva nel proprio organismo il fitoplasma,  si sposta per cibarsi di linfa su piante sane, inietta con la saliva anche l’agente della Flavescenza dorata, infettando una nuova pianta. A causa di questa malattia, la stragrande maggioranza delle le piante colpite disseca e muore.

La valutazione dei danni non si deve limitare alla mancata produzione delle uve di alta qualità come quelle che vengono prodotte nei diversi areali vitati alessandrini, ma anche al patrimonio viticolo che qui da noi è simbolo di territorio, paesaggio, turismo enogastronomico, di eccezionale importanza sociale ed economica. Ma no solo: la ricerca della sostenibilità economica e ambientale che tutti i produttori alessandrini stanno ricercando, viene ad essere seriamente compromessa.

Questo è dovuto al fatto che la difesa della vite dalla Flavescenza dorata è di tipo indiretto: infatti questa fitoplasmosi non è curabile. L’unico modo di difendere la vite è il controllo dell’insetto vettore con interventi mirati. Per questo motivo in Italia dal 2000 è in vigore un decreto di Lotta obbligatoria che annualmente viene aggiornato dal Settore Fitosanitario Regionale che ha recentemente confermato le modalità in vigore da alcuni anni, fissando in almeno due gli interventi a difesa della vite, uno contro le forme giovanili ed uno contro le forme adulte dell’insetto.
Per ottemperare agli obblighi del decreto di lotta è di basilare importanza il monitoraggio delle popolazioni dell’insetto nei vigneti.

Il Comitato di coordinamento per la difesa fitosanitaria integrata delle colture della Provincia di Alessandria, grazie all’indispensabile contributo finanziario della Camera di Commercio di Alessandria da alcuni anni sta monitorando la diffusione sul nostro territorio dello Scaphoideus titanus.

L’insetto ha incominciato a fuoriuscire dalle uova svernanti verso la terza decade del mese di maggio. Compie 5 mute prima di diventare insetto adulto – ci informa Marco Castelli, direttore del Comitato di coordinamento – “La difesa parte proprio da questi giovani: il raggiungimento della 3° età è un livello di sviluppo che comprende il maggior numero di stadi giovanili di maggiore sensibilità, per cui il primo intervento di deve effettuare a partire da questa fase, nel rispetto della fine dell’epoca di fioritura della vite e degli insetti come le api e gli altri pronubi”.

I viticoltori stanno effettuando il primo intervento sulle forme giovanili.

Nei prossimi giorni i tecnici delle Associazioni di Categoria Agricole posizioneranno nei vigneti campione trappole attrattive per la cattura degli adulti. Questi monitoraggi consentiranno la determinazione dell’epoca ideale per il secondo intervento di lotta obbligatoria, che normalmente si effettua tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Inoltre, protraendosi fino al mese di ottobre, consentiranno alla verifica della dinamica di sviluppo delle popolazioni anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto.

I monitoraggi serviranno anche a verificare la necessità di un eventuale terzo intervento a difesa della vite, che, prosegue il direttore Castelli, “non si è reso necessario, ma i dati raccolti negli ultimi anni vedono un aumento della popolazione di Scaphoideus titanus anche oltre la vendemmia”.
Si tratta di situazioni che possono esporre la vite a infezioni tardive che “potrebbero comportare un aumento delle infezioni in momenti in cui le operazioni colturali in vigneto si sono concluse. Con i nostri monitoraggi, grazie al lavoro dei tecnici e ai contributi della CCIAA di Alessandria – conclude Marco Castelli – noi non abbassiamo la guardia”.