C’era una volta un vecchio muratore [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Quest’anno è stato segnato da chiusure e partenze.
A farne le spese una buona fetta di una generazione che nel secondo dopoguerra è stata protagonista della ricostruzione.

C’è una favola di Gianni Rodari che mette a confronto un giovane muratore con un vecchio muratore; il giovane, curioso e voglioso di conoscere il mondo perché ha un futuro davanti a sé, interroga il vecchio chiedendogli conto di tutte le terre sulle quali ha costruito case e palazzi.
Il vecchio muratore gli narra di luoghi affascinanti, quasi magici infiammando ulteriormente l’entusiasmo dell giovane muratore.

La favola, nel libero adattamento di “Anni da Rigiro” per la Compagnia Teatrale Miagoli, si conclude con queste battute:
“Tu – chiede il giovane – conosci il mondo però non hai una casa…”
“Una casa –
risponde il vecchio – non è una questione di mattoni ma di amore”.
Da questo momento incomincia una canzone che domanda insistentemente “una casa cos’è?” e le risposte risultano disparate ma portano ad un unico denominatore comune: una casa è suoni, profumi, sensazioni, sguardi, parole.

“Una casa è una questione d’amore, la storia di chi ha costruito illusioni
consumando le mani:
digli grazie”

Per quanto siamo adulti, grandi, anziani, abbiamo sempre al nostro fianco un muratore più vecchio al quale affidare le nostre orecchie e dedicarci all’ascolto.
Il giorno che non lo avremo più, il vecchio muratore saremo noi; auspicheremo allora di avere al seguito almeno un giovane muratore che abbia desiderio di ascoltare le nostre storie, noi pronti a parlare e lui pronto a farne tesoro.

C’erano una volta tanti vecchi muratori.
Oggi sono molti di meno e non possiamo perdere tempo nel rivolgergli un grazie.