di Dario B. Caruso
Si è trattato di un incidente di percorso.
Un inciampo.
Un semplice intoppo.
I grandi numeri della pandemia non si fermano davanti a una unità.
Il circo mediatico – che in questo 2021 (sembra impossibile ma è così) si è fatto ancora più fazioso e monodirezionale – pare puntare preferibilmente alle statistiche più asciutte.
Un inciampo.
Un semplice intoppo.
I grandi numeri della pandemia non si fermano davanti a una unità.
Il circo mediatico – che in questo 2021 (sembra impossibile ma è così) si è fatto ancora più fazioso e monodirezionale – pare puntare preferibilmente alle statistiche più asciutte.
Allora non importa che una ragazza di 18 anni, una sola, sia stata vittima di un sistema imperniato esclusivamente sulle cifre.
L’incidente di percorso ci può stare se io decido di correre la Parigi-Dakar, se scientemente decido di scalare tutti gli ottomila della terra, se mi getto a testa in giù dal terzo piano sperando nell’intervento divino.
Questo non è un incidente di percorso: è la cronaca di una morte annunciata anche se non attesa.
Sono molti gli organismi che hanno commesso leggerezze e a carico dei quali si può imputare questa morte: dai vertici del Governo ai Governatori di regione, dal sistema dei medici di base all’autocertificazione prevaccinale, per arrivare anche alle famiglie sprovvedute e a ciascuno di noi perché dimentichiamo troppo spesso che la scienza della comunicazione è una scienza inesatta.
Sono molti gli organismi che hanno commesso leggerezze e a carico dei quali si può imputare questa morte: dai vertici del Governo ai Governatori di regione, dal sistema dei medici di base all’autocertificazione prevaccinale, per arrivare anche alle famiglie sprovvedute e a ciascuno di noi perché dimentichiamo troppo spesso che la scienza della comunicazione è una scienza inesatta.