Le organizzazioni sindacali Fabi, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – a seguito della cessione dell’azienda a Pignataro-Gruppo ION – si rivolgono alla nuova proprietà e dicono «basta alle incertezze, servono
garanzie».
I sindacati unitari del credito FABI, FISAC CGIL, UILCA UIL e UNISIN chiedono risposte urgenti alla “nuova proprietà” di Cedacri e dicono «basta alle incertezze, servono garanzie».
Nonostante i numerosi e formali solleciti delle scorse settimane, infatti, le organizzazioni sindacali (in
raccordo tra tutte le sedi distribuite sul territorio italiano) non sono riuscite ad avere risposte dai vertici del Gruppo né dalla “proprietà uscente” circa le sorti dei lavoratori a seguito della cessione di Cedacri al Gruppo ION di Pignataro.
Le rappresentanze dei lavoratori hanno dovuto attendere l’ufficializzazione della chiusura dell’operazione per avere un interlocutore: ora esigono di ricevere tutte le informazioni e garanzie necessarie, a partire dall’esistenza di un piano industriale con prospettive produttive, per fugare ogni possibile timore relativamente ad eventuali tattiche di speculazione finanziaria.
Su testate nazionali il 10 maggio scorso si è letto che “La gestione Pignataro conta di realizzare subito con Cedacri 19 milioni di sinergie sui costi e altri 29 milioni di risparmi a tendere” e che sarebbero “in molti a ritenere inoltre che insieme Cerved e Cedacri potrebbero creare importanti sinergie sui ricavi e sui costi, a iniziare da quello del personale”.
“Il prossimo 10 giugno è previsto un incontro illustrativo dell’operazione in
cui i lavoratori del Gruppo si aspettano giungano i doverosi chiarimenti: se non arrivassero, le reazioni non si faranno aspettare”, dichiarano i sindacati.