di Graziella Zaccone Languzzi
1) Mercoledì 19 maggio ho ricevuto la prima dose di vaccino all’Ospedale di Alessandria, un luogo idoneo per ridurre il rischio di effetti collaterali. Confesso che è un passo che non ho compiuto volentieri: non sono contraria ai vaccini, se adeguatamente testati e sperimentati. Un po’ meno se la sperimentazione avviene su di me: e siamo onesti, questo è il caso del vaccino Covid. Solo il tempo ci dirà se è stato utile, neutro o (incrociamo le dita) per qualcuno anche dannoso, nel breve ma anche nel medio e lungo termine. La frase del Prof. Massimo Galli (che tutti conosciamo perché passa il suo tempo nei salotti TV ) non rassicura certo: “Effetti collaterali tra 10 anni? Impossibile escluderli”. Quindi, nessuno può dare una risposta ed è un enorme punto interrogativo. Ci è stato spiegato che il vaccino non è in grado di generare immunità permanente, nè sappiamo per quanto tempo il vaccino ci proteggerà. Si parla di sei mesi, o un anno, e poi? Si ricomincia? Probabilmente, sperando che nel frattempo il virus si indebolisca e sparisca o quasi. Ho letto che Pfìzer e Moderna hanno comunicato che i loro prodotti proteggono almeno per otto mesi: e poi? Tornando alla mia esperienza vaccinale, ho notato quanto personale è necessario per tale operazione, quanto lavoro c’è dietro, quanto movimento di persone a ricevere il vaccino, in molti casi accompagnate. Negli ambulatori preposti, dove medici ed infermieri si occupano del vaccino, ho colto gentilezza e molta cautela, soprattutto su soggetti a rischio, e mentre attendevo l’effetto di un’iniezione di antistaminico per poi ricevere il vaccino in sicurezza, la mia mente è andata agli “impuniti”. Chi ha provocato tale disastro e a chi in Italia non ha avuto la capacità e la volontà di gestire una pandemia preannunciata. Mentono su tutto e vogliono farci credere di aver fatto tutto il possibile, ma ormai le informazioni e le denunce stanno emergendo, i responsabili hanno volti e nomi ben precisi. A partire dall’OMS per arrivare al Governo giallo/rosso e al Ministero della Salute: “Speranza era molto seccato…. la verità sul report Zambon”.
Speranza seccato? Dovrebbe preoccuparsi della massa di italiani che sono più seccati di lui, io per prima: troppi morti, troppo dolore e troppi danni, eppure non hanno il buonsenso di dire: “chiediamo scusa, abbiamo sbagliato, ci togliamo da attorno”.
Voto: 8
2) Finalmente l’ANAS ha preso in carico ufficialmente la gestione di 300 Km. di strade nella nostra provincia. Alla buonora! Il Presidente Gianfranco Baldi ha dichiarato “E’ stato un processo iniziato nel 2018, che ha preso forma nel DPCM del 2019 e che dopo varie traversie legate anche all’emergenza Covid ha trovato conclusione in data odierna, con la stipula del verbale firmato dalle parti interessate”. Sempre il Presidente Baldi in una intervista a La Stampa del 16 maggio ha espresso tale rammarico: “riconsegnare allo Stato più di 300 chilometri di strade è stato un po’ come liberarsi di una zavorra, anche se, dal punto di vista politico, è una sconfitta per un ente locale”.
Si sbaglia Presidente, la sconfitta non è del nostro Ente, la sconfitta è di altri, di chi ha avuto l’incapacità politica di governo causando tale disastro sensa il buonsenso di porne rimedio nel momento stesso del fallito referendum costituzionale. Non avremmo avuto bisogno dell’ANAS se l’ex ministro Graziano Delrio PD (governi Letta – Renzi – Gentiloni) non avesse condannato le province in un limbo senza fondi economici e con compiti da assolvere. Certi politici che assumono tali poteri decisional, fanno danni e nonostante tutto sono sempre in groppa in Parlamento e Senato, al contrario della regola che se fai errori o danni te ne vai. Adesso vediamo se l’ANAS si impegna a sistemare le strade che ha in consegna senza ulteriori perdite di tempo. Non ce lo possiamo proprio permettere. Parlando di strade altra notizia è che il secondo ponte sulla Bormida può finalmente diventare realtà: “Terzo Valico: 49 milioni al territorio, 11 per il ponte sul Bormida. Vicesindaco: “Tempi brevi”.
Prudenza però, c’è un proverbio che dice: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Mai dimenticare che siamo in Italia, paese di antica gloria ma più che mai in declino perché da tempo mal governato e corroso dalla burocrazia.
Voto: 6
3) La scorsa settimana Papa Francesco e il Presidente del Consiglio Mario Draghi hanno aperto gli Stati Generali sulla Natalità. Secondo l’Istat negli ultimi 12 anni si è passati ad un 30% in meno di bambini nati, e nel 2020 con la pandemia, la situazione è peggiorata causa gravi ripercussioni sull’equilibrio delle generazioni e sul welfare italiano. Ecco cosa è emerso al primo meeting italiano sul futuro del Paese, con proiezioni inedite Istat. Di solito vengono organizzati tavoli più o meno permanenti, stavolta è un meeting e hanno deciso di parlarne, ma so già che “finita la festa gabbato lo Santo”. Tutto sarà come prima, percè così ormai è in questo Paese: chiacchiere a ruota libera, fini a se stesse. Tutti sappiamo perché gli italiani non fanno più figli: non è egoismo ma paura del futuro, e in fondo anche senso di responsabilità. I figli vanno mantenuti e curati all’onor di questo mondo, per farlo le mamme devono lavorare perché oggi uno stipendio non basta più, e il welfare offre un sostegno assolutamente marginale. Unici a non farsi problemi sono gli stranieri, quasi sempre nullatenenti e pronti a riprodursi senza limiti: tanto qui in Italia c’è chi li mantiene, li cura e non gli fa mancare nulla. In Italia chi ha uno o due figli non ha diritto a quasi nulla, per avere agevolazioni e supporti si parte da tre figli, quindi viene favorita sempre una famiglia straniera. Una donna, lavoratrice e mamma italiana è legata principalmente alla “doppia presenza” vale a dire “essere presente”, contemporaneamente sia al lavoro sia in famiglia, e per tale pesante e pressante ruolo non ha aiuto e supporto da parte dello Stato. Dopo aver letto del meeting tra il Papa e Draghi ho voluto conoscere quale è la politica del welfare in ambito nei paesi europei: “Scandinavia paradiso rosa. La Francia va all’inseguimento”.
Invece di chiacchiere perditempo, perché non copiare dalla Scandinavia, e incentivare le nascite per le mamme lavoratrici nelle fabbriche e nelle altre attività professionali private? Cosa e chi lo impedisce? Le lobby padronali? E le organizzazioni sindacali non sono in grado di ottenere più diritti e tutele per donne a cui non bastano 24 ore per occuparsi dei figli, degli anziani, della propria famiglia dopo averne passate almeno otto sul posto di lavoro? Il Papa, Draghi e tutti gli ospiti al meeting che pretendono? Sono consapevoli del perché non nascono bambini da famiglie italiane? No!
Voto: 2