Ora è uno spiazzo di forma quadrata: ma per tutti è rimasto “il Rondò” [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Il “Rondò” sul fondo di via Dante, così come lo ricordano gli alessandrini di una certa età, formava inizialmente un’ampia rotonda circolare ma da parecchio tempo ormai è stato sostituito da un meno ampio slargo di forma non più rotonda ma squadrata che peraltro ne migliora sensibilmente l’utilizzo. Il precedente “Rondò” infatti, era di forma circolare e ospitava sulla sinistra una palazzina di tre piani fuori terra e nessuna bottega al piano terra mentre, a destra di chi volta le spalle all’Arco di Trionfo, era ben visibile l’ingresso di un ampio garage oltre alla vetrina della concessionaria Piaggio. Il tutto si affacciava, durante il periodo fascista, sulla Piazza Dalmazio Birago (ora Piazza Matteotti).
Per la cronaca diremo che Dalmazio Birago (San Michele di Alessandria, 11 aprile 1908 – Asmara, 20 novembre 1935) era un aviatore italiano. Motorista della Regia Aeronautica, partecipò alla guerra d’Etiopia e venne decorato con la medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Si arruolò nella Regia Areonautica nel 1927 a 19 anni e in qualità di primo aviere venne assegnato alla 15ª squadriglia da bombardamento detta “La Disperata“…
Ma, tornando alla nostra rotonda, diremo che l’unico soggetto tutt’ora esistente di quel tempo è rappresentato dall’Arco di Trionfo al centro delle foto. Completamente rifatti invece i nuovi edifici che oggi possiamo ammirare a partire dal grattacielo sulla sinistra e la serie di palazzi e negozi sul lato destro. Questi ultimi, per un breve periodo, ospitarono anche il nuovo cinema Dante ma evidentemente con scarso successo tant’è che, pochi anni dopo, l’interno fu smantellato e adibito a nuove attività commerciali.
Sono molti i particolari che si possono ammirare guardando le foto d’epoca, una di queste riesce a cogliere persino la recinzione del cimitero degli ebrei, situato sulla sinistra del fondo di via Dante ma teniamo presente che in quell’epoca, l’Arco e tutto quello che appariva in fondo a via Dante rappresentava l’estrema periferia. Bella anche la foto scattata dal terrazzo di casa Imarisio-Massari, posta sulla piazza (questa volta dedicata non più a Dalmazio Birago bensì a Giacomo Matteotti), proprietari dell’ex cinema Dante sulla omonima via, e del Garage situato sulla “rotonda”. Entrambe le foto immortalano lo stesso luogo in epoche diversissime.
Da notare una foto in particolare, ossia quella dove si vede sullo sfondo il campanile ancora sprovvisto della parte terminale, in secondo piano una metà della rotonda così come si presentava, mentre l’altra metà recingeva il cosiddetto cimitero degli ebrei visibile (sempre nella foto 1) anche il cancelletto d’ingresso posto sull’estrema destra, in primo piano oltre al nostro vecchio Arco di Trionfo, si scorge l’area in terra battuta della futura piazza Genova oltre ad un filare di piante che ornavano l’area perimetrale dell’antica Cittadella.
Da notare infine le masserizie accatastate contro l’Arco, dalle quali spuntano le ruote di un carretto, sono la dimostrazione che in quel tempo, parliamo della fine del ‘900 inizio anno 1000, tutta quell’area ancora non aveva alcuna destinazione definitiva. Anche il campanile, che vediamo ancora mozzo fin dal 1901 dovette attendere il 1922 prima che Nicolao Milone, nuovo Vescovo di Alessandria, riuscisse a benedire la Croce sul campanile finalmente terminato. Risulta evidente quindi che tutte le foto pubblicate in questo servizio, tranne una, sono posteriori a quella data.
Alcune delle cartoline riprodotte sono tratte da “Ricordi Alessandrini” Ricordi alessandrini : cartoline e cronache d’epoca / Tony Frisina; introduzione di Gianfranco Calorio. – Alessandria: Comune di Alessandria, 2008.
IL RONDO’
Rondò era la denominazione popolare del piccolo piazzale che si apre tutt’ora in fondo alla via Dante, dinanzi al cosiddetto Arco di Trionfo. Il piazzaletto fu decretato dal Civico Consiglio, all’incirca nel 1790, e già per mettere in risalto L’Arco anzidetto, bensì per tenere in evidenza il portale d’accesso alla Cittadella spagnola che occupava, da qualche secolo, l’intero spiazzo divenuto poi Vecchia Piazza d’Armi, una cittadella antica del tutto inservibile, tanto che un ventennio appresso, veniva distrutta da Napoleone. Il titolo di “rondò” fu dato dai francesi per quella sua forma semicircolare che il piazzale aveva, e“rondò” rimase poi anche per il nostro popolo.
Da osservare che sul lato di destra a quel tempo, correva ancora il basso muricciolo del Cimitero degli Ebrei, oggi cinema Dante e Palazzo Imarisio Massari. In quella stessa epoca venne rifatto in muratura e centrato rispetto alla via Dante, l’Arco dapprima eretto in legno, in memoria del passaggio da Alessandria del Principe Vittorio Amedeo di Savoia e della sua sposa. Di quel tempo è pure il primo passeggio pubblico della Città, lungo l’odierno Corso Lamarmora, con relativo giardino sul Bastione accanto della Maddalena (all’incirca Mercato Orto-frutticolo). Di quel passeggio i nostri anziani certamente ricordano ancora i grandi platani che in unico filare, correvano da piazza Valfrè alla Piazza d’Armi Vecchia.
Il “Rondò” è opera di un egregio Architetto, noto specialmente per aver costruito la prima metà del Palazzo Municipale: Andrea Caselli. Il rondò fu allora considerato lavoro originale: regolare nel tratto di via Dante, continuava come ora si vede, verso il viale del pubblico passeggio, seguendo una linea curva. Sull’angolo della via delle Scuole, ora Pontida, il Caselli aveva costruito altra casa di modeste proporzioni che fu detta il “Casino” casa che pervenne in eredità alla figlia del Caselli. La parte maggiore di via Dante e Piazza era da ultimo proprietà Carnevale. Si dice che appunto questa parte Carnevale debba ora cadere sotto il piccone demolitore; si dice che al posto del Palazzo Caselli, sorgerà un grattacielo; si dice ancora che vi saranno portici e verso via Dante e verso la Piazza, con annullamento del popoloso “rondò”. Se saranno rose fioriranno.
PIERO ANGIOLINI anno 1954