Mercato del lavoro nel 2020, calo da pandemia [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

I dati della Camera di Commercio Alessandria-Asti, il quadro settoriale, l’andamento giovanile e la triste conferma della penalizzazione dell’occupazione femminile

Con qualche giorno di ritardo rispetto ai dati regionali presentati da Unioncamere Piemonte, la Camera di Commercio Alessandria-Asti ha diffuso quelli sul mercato del lavoro nelle due province. Come emerso già dall’analisi regionale, il calo del 2020 è stato importante, ovviamente strettamente collegato alla pandemia da coronavirus, ma con alcune differenze anche marcate fra i territori.

Questi i numeri in provincia di Alessandria nel 2020: occupati, 164.000 (-3,5 per cento rispetto al 2019); tasso di occupazione, 62,5 per cento (64,6 nel 2019); disoccupati, 17.000 (come nel 2019); tasso di disoccupazione, 9,5 per cento (9,2 nel 2019); tasso di disoccupazione giovanile, 27 per cento (32 nel 2019).

«Gli effetti della pandemia sull’occupazione provinciale hanno prodotto 6.000 occupati in meno rispetto al 2019, per un calo del 3,5 per cento, segnando incisivamente il trend già in calo. Il tasso di disoccupazione in provincia di Alessandria è più alto della media piemontese e si avvicina al trend nazionale degli ultimi 5 anni. Nel caso del lavoro giovane, il tasso sale ancora di più, sovrastando il dato regionale e italiano, salvo il 2020» commenta Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio Alessandria-Asti (nella foto, la sede di via Vochieri, ad Alessandria).

La fusione? Rinviata. E gli enti camerali restano a guardare…[Centosessantacaratteri] CorriereAl

Tutti i segni meno, in particolare ‘in rosa’

La fotografia dell’andamento settoriale: nell’industria (senza le costruzioni) si è registrato un calo di 2.000 unità (passaggio da 46.000 a 44.000 occupati) pari a -4,3 per cento; agricoltura (5.000 unità) e costruzioni (13.000) stabili; commercio e ristorazione -8,6 per cento: da 35.000 a 32.000 persone; calo analogo all’industria nel comparto dei servizi: da 72.000 a 69.000 occupati (-4,2 per cento). «Sulla totalità dei settori – spiega una nota dell’ente camerale – gli occupati dipendenti sono calati di 4.000 unità (da 127.000 a 123.000, pari a -3,1 per cento); gli occupati indipendenti di 3.000 unità (da 43.000 a 40.000, -7 per cento). Il tasso di disoccupazione è salito, passando da 9,2 per cento del 2019 a 9,5 lo scorso anno. È rilevante – si legge – il maggior valore del tasso di disoccupazione per le donne: intorno all’11 per cento per entrambi gli anni, contro il 7,5 del tasso maschile. Nel rapporto 2020/2019 il valore dimensionale resta inalterato, ma il tasso femminile scende (da 11,7 per cento a 11,4), mentre il tasso maschile sale (da 7,2 a 8,1)».

Alcune differenze tra Alessandria e Asti vengono sottolineate dallo stesso Coscia: «Commercio e ristorazione in calo ad Alessandria e in crescita ad Asti, industria e costruzioni in lieve calo e stabili in Alessandria e in netto calo ad Asti».

Tasso di disoccupazione. Alessandria «viaggia su un binario simile all’Italia, superiore alla media piemontese». Quello provinciale è del 9,5 per cento, il tasso nazionale è del 9,2 e quello piemontese del 7,5 per cento.

Il tasso di disoccupazione giovanile vede ancora Alessandria superare il dato regionale: 27 per cento contro il 26,6, ma è inferiore a quello nazionale, 29,4, registrato nel 2020. Un risultato che andrà analizzato: nel 2019 il tasso era del 32 per cento, sceso al 27 nell’anno della pandemia.

«Come sistema camerale – afferma Gian Paolo Coscia – interveniamo con approfondimenti sui contributi regionali a sostegno della capitalizzazione delle imprese e come presenza stabile di riferimento per ogni azienda del territorio: la Camera di Commercio, oggi potenziata nel suo assetto territoriale, si pone quale luogo di incontro fra le rappresentanze settoriali per costruire percorsi praticabili di graduale uscita dalla contingenza».

Ad Asti il mercato del lavoro è andato così: occupati, 90.000 (-1 per cento rispetto al 2019); tasso di occupazione, 66,8 per cento (67,8 nel 2019); disoccupati, 7.000 (5.000 nel 2019); tasso di disoccupazione, 7,1 per cento (5,6 nel 2019); tasso di disoccupazione giovanile: 28,3 per cento contro 25,1 del 2019.

“Conseguenze senza precedenti in regione”

«La sospensione e il rallentamento di alcune categorie produttive hanno determinato conseguenze senza precedenti sulla produzione delle merci, sull’erogazione di servizi e, di conseguenza, anche sull’occupazione. Gli ammortizzatori sociali e le strategie adottate a più livelli per evitare contraccolpi ancora più seri sui livelli occupazionali italiani stanno svolgendo un ruolo di paracadute, purtroppo non del tutto sufficiente. Il clima generale di sfiducia e incertezza hanno colpito tutti i settori, a eccezione delle costruzioni, e soprattutto le donne e i giovani. Accelerare la campagna vaccinale continua a essere l’unica strada davvero efficace per ritornare a crescere e a investire nel capitale umano» aveva commentato Gian Paolo Coscia, come presidente di Unioncamere Piemonte, durante la presentazione del dati regionali. Il numero medio di occupati in Piemonte nel 2020 si è attestato a 1.778 mila, il 2,8 per cento in meno rispetto alla media 2019. Il 55,6 per cento è rappresentato da soggetti di genere maschile contro il 44,4 per cento di genere femminile. Il calo degli occupati di 52.000 unità è riconducibile a una marcata flessione registrata dal comparto agricolo (-5,3 per cento) e dal commercio e turismo (-4,4 per cento), seguita da una contrazione consistente nelle altre attività di servizi (-3,6 per cento). «Unico comparto in crescita – rileva l’indagine – è quello delle costruzioni (+10,9 per cento) spinto dal Decreto Rilancio 2020, che ha aperto nuove interessanti prospettive per il settore».

L’anno scorso l’occupazione dipendente è calata dell’1,6 per cento, mentre quella indipendente del -6,6 per cento. La riduzione ha interessato in particolare gli occupati a tempo parziale (-8,8 per cento), mentre quelli a tempo pieno hanno evidenziato un calo inferiore alla media (-1,4 per cento). Sul fronte dei disoccupati nel 2020, Unioncamere rileva un calo di settemila unità rispetto al 2019 e sono aumentati gli inattivi (coloro che non hanno un lavoro, ma non lo cercano nemmeno) di 41.000 unità rispetto al 2019 (+5,4 per cento).

Il tasso di disoccupazione del Piemonte passa dal 59 per cento del 2019 al 58,1 nel 2020. «Permane anche nel 2020 – viene rilevato – il divario di genere: circa 13,6 punti separano il tasso di occupazione maschile (71,4 per cento) da quello femminile (57,8 per cento). Il tasso disoccupazione del Piemonte si mantiene su livelli nettamente inferiori a quelli medi nazionali: la regione, l’anno scorso, ha registrato un tasso di disoccupazione del 7,5 per cento, stabile rispetto al 2019. L’Italia ha segnato un lieve calo, passando dal 10 per cento al 9,2 per cento del 2020».

E anche per il tasso di disoccupazione in Piemonte esiste «un evidente scarto di genere, quello maschile nel 2020 si attesta al 6,5 per cento e quello femminile all’8,8 per cento».

Infine, il fronte della disoccupazione giovanile (15-24 anni) con il dato piemontese (24,6 per cento) relativo al 2020 che continua a essere «marcatamente maggiore» alla media europea (15,2 per cento), ma inferiore rispetto al risultato nazionale (29,4 per cento).