Comitato C.AL.CA.: da vent’anni in prima fila per la sicurezza idrogeologica. Magari anche dando fastidio a qualcuno…

di Graziella Zaccone Languzzi*

 

Da un anno l’isteria mediatica su Covid-19 e dintorni ha distolto l’attenzione su diversi altri settori, tra cui certamente la sicurezza idrogeologica.

Me ne occupo dal ’94, e ho vissuto in prima linea tutti questi quasi tren’anni di lotta. Mi ero ripromessa di impegnarmi in prima persona, e l’ho fatto all’interno di Associazioni e Comitati di comuni cittadini come me, costituitisi legalmente allo scopo di controllare e spronare le pubbliche amministrazioni e gli enti preposti alla costante prevenzione, e manutenzione dei corsi d’acqua maggiori e minori.

Prendo spunto dal Comunicato Stampa del Comitato C.AL.CA. (Comitato Alluvionati del Casalese – alluvione ottobre 2000) che dalla sua costituzione nel dicembre 2000, non si è mai fermato nel compito di “sentinella” e nel denunciare problemi e ritardi, sempre in attesa di risposte su franchi arginali, sbarramenti, mancati disalvei, dighe, manutenzioni rii e risarcimenti ai danneggiati, vittime non di calamità naturale ma di gravi ritardi e incuria.

L’impegno civico il Comitato lo ha svolto per anni con centinaia di riunioni, organizzando convegni di alto livello con grandi ospiti istituzionali, politici, tecnici anche a livello nazionale.

Per evitare l’obbligo della polizza anticalamità, la voce del C.AL.CA. è entrata nella VIII Commissione permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici appoggiata nel 2003 dall’On. Silvana Dameri e dal 2006/2010 da Ermete Realacci: ci hanno ascoltati e la battaglia è stata vinta anche con il nostro massiccio contributo.

Il C.AL.CA. ha interessato da sempre organi di informazione non solo locali ma nazionali. Nel 2005 Report/Rai 3 fece una trasmissione con noi su Casale Monferrato e Alessandria. Abituati a non rassegnarci, nei giorni scorsi il C.AL.CA. è nuovamente uscito con un Comunicato/ denuncia del Vicepresidente e portavoce Massimo De Bernardi corredato di allegati quali protocolli del Comitato e relativa risposta AIPO che lascia il tempo che trova.

A seguire uno stralcio del comunicato: “E’ mai possibile ad esempio che solo il C.AL.CA. chieda che il nuovo argine vicino cascina Consolata sia costruito con un franco arginale adeguato e sensato? E’ giusto che dopo 11 anni di solleciti e discussioni si discuta di questo ancora oggi? Questi sono i motivi che ci costringono ancora oggi a scrivere e discutere con AIPO ed AdBPO su questioni che vorremmo oramai superate. Pare a volte che solo il nostro Comitato si preoccupi della sicurezza idrogeologica e dei danni che potrebbe ancora subire il territorio casalese. Noi comunque andiamo avanti anche da soli, come è stato in questi 20 anni. Sulla tabella ISTAT di Casale Monferrato sono evidenziati i numeri dei “Residenti a rischio in aree a pericolosità idraulica “che sono ben 13.013 sui 34.010 abitanti (dati al 1 gennaio 2018) perciò il 38% degli abitanti di Casale (!!!), di questo 38% quasi 4.000 residenti (il 12% degli abitanti casalesi) si trovano in aree con pericolosità elevata e media. I numeri parlano chiaro e noi come C.AL.CA. pretendiamo che ci sia attenzione su questi argomenti, così come per i rimborsi danni per gli abitanti di Terranova e Motta de Conti alluvionate lo scorso ottobre. La Regione Piemonte conferma con un recente comunicato stampa che servono almeno 149 milioni di euro per i danni prioritari ai privati alluvionati e chiede aiuto al Governo perché i 7,5 milioni di € stanziati dalla regione stessa sono assolutamente insufficienti e non possono garantire di fatto neanche la partenza dei lavori di ripristino. Il Governo in questo caso deve intervenire urgentemente e deve fare la sua parte così come devono farla gli Enti locali per quanto riguarda i lavori di messa in sicurezza idrogeologica ….”

E meno male che il C.AL.CA. c’è a dare puntualmente la “sveglia” a tutti i preposti. Alluvioni, dissesto del territorio, fondi stanziati ai territori, risarcimenti ai danneggiati, sono un argomento di interesse da sempre e quando noi del C.AL.CA. leggiamo questa notizia dove la nostra Regione chiede aiuto, facciamo il paragone tra ieri e oggi: “Alluvioni 2019 e 2020, la Regione chiede aiuto ai parlamentari piemontesi”.

Questo ci fa pensare a come è cambiato il modo di agire dei governi degli ultimi vent’anni. Non abbiamo mai considerato le alluvioni calamità naturali, ma disastri procurati e in alcuni casi indotti con chiare responsabilità dolose. Ed è per questo che il Governo e il Parlamento, ben consapevoli, dovrebbero impegnare fondi per manutenzione, prevenzione onde evitare disastri: e quando purtroppo accade, sarebbe opportuno decretare Leggi urgenti, vale a dire subito, allo scopo di ristorare i territori e i cittadini danneggiati, non a parole ma con i fatti.
Il Piemonte nel 2019 e 2020 ha subìto danni incalcolabili, e la colpa per “lor signori” è solo del maltempo, e da buoni “Ponzio Pilato” si scaricano la coscienza.

Dopo il ’94, c’è stato il 2000, 2009, 2011, 2016, 2019, 2020. Possiamo andare avanti così?

Anche i parlamentari piemontesi non sono più come quelli di una volta, quelli di ieri battaglieri ad ottenere ristori per i propri territori elettivi, oggi unico impegno un comunicato stampa che dice di aver interrogato il Governo per stanziare i fondi promessi al momento dell’evento e tutto finisce lì, oppure i comunicati per informare che il governo ha stanziato, la domanda è: a chi? Quando? Per cosa?

Alla luce dei fatti poi non si muove una foglia. La differenza tra ieri e oggi sta nella garanzia che chi era danneggiato veniva risarcito e che i fondi sarebbero stati immediati, oggi tanta burocrazia, scartoffie, ritardi e elemosina, perchè mancano i soldi!

Ritardi pure nel riparare i danni arginali per evitare nuovi danneggiamenti, ma già… mancano i soldi!

Eppure dall’Unione Europea i fondi arrivano, solo che non siamo capaci di spenderli correttamente: “Dissesto idrogeologico: dall’Ue 1,6 miliardi in 14 anni. Ma ne abbiamo spesi appena il 20%”.

Secondo i dati del ministero per la Coesione territoriale, dal 2007 a oggi gli interventi per la mitigazione del rischio programmati dalle regioni italiane sono stati quasi 700. Ma quelli conclusi sono meno della metà. Leggete: “Sbloccare i fondi Dissesto Italia: i soldi per mettere in sicurezza il paese ci sono, ma chissà perché non li usiamo”.

Oltre dieci miliardi previsti dal piano del governo Conte sono bloccati da un sistema inefficiente. E ancora: “In Gazzetta il Piano operativo dissesto idrogeologico 2019 da 361 milioni”.

C’è da chiedersi se i fondi europei sono reali o virtuali. Se sono reali ci chiediamo se i nostri governanti, i burocrati ministeriali, gli enti preposti “lo sono o lo fanno”, roba da non crederci, … ma già è più comodo dire: mancano i fondi! Ma passiamo a ieri, perché ritengo giusto ricordare il pregresso vissuto in pieno da noi Comitato giorno dopo giorno, istante per istante.

Alluvione novembre 1994 a cavallo tra il Governo Berlusconi e il Governo Dini. Ci fu una buona Legge che diede un importante aiuto ai territori e alle popolazioni danneggiate, ma poco nulla alle imprese. Ai danneggiati privati il 75% , alle imprese agricole il 92% come fondo perduto, alle imprese industriali, commerciali, artigianali in un primo momento il 20% del danno patito poi, a seguito di proteste una aggiunta del 10% per un totale del 30% che andavano documentati, e la possibilità di un finanziamento agevolato per le imprese.

Alluvione Ottobre 2000 a pochi mesi dalla fine del Governo Amato, alluvione che colpì pesantemente la parte sinistra del PO di Casale Monferrato: i quartieri di Oltreponte e Nuova Casale, le frazioni di Terranova e Casale Popolo. Nel Governo Amato il Ministro dei Lavori Pubblici era Nerio Nesi e il politico di riferimento sul territorio era Angelo Muzio (casalese).
Grazie a questa componente Angelo Muzio, memore della Legge sui risarcimenti del ’94, riuscì a far approvare un ottima provvedimento, che risarciva al 75% privati e imprese, 100% ai bi-alluvionati. Grazie ai nostri suggerimenti, ascoltati dal Senatore Muzio, in questa Legge fu previsto di dare il giusto risarcimento alle imprese alluvionate nel novembre ’94 e al 30% ricevuto, le imprese e dopo sette anni ebbero il conforto di ricevere il 45%, con adeguamento ai danneggiati del 2000.

Anche in questa occasione il C.AL.CA. ci mise tutto il suo impegno, forte di alcune mancanze della Legge risarcitoria del ’94.

Per far comprendere la buona volontà di chi eletto si impegnava in solido per il territorio elettivo, alla nascita del Governo Berlusconi nel 2001 una giovane Senatrice di Tortona, Rossana Boldi, accettò di portare le nostre istanze a Roma. Con lei tra il 2002, 2004 fino alla fine del Governo Berlusconi ottenemmo una modifica di Legge, e tre Leggi nuove sempre in aiuto alle imprese danneggiate nel ’94.

Quanto sopra è una parte di ciò che la nostra organizzazione di puro volontariato ha fatto, quanto scritto è documentato, il C.AL.CA. protocolla ogni documento e possiede un archivio.

Questo scritto serve a dimostrare che un Comitato di cittadini può fare molto quando la politica ascolta le istanze e si affianca per ottenere il bene, e sostenere le legittime necessità di un settore e territorio. Non ci vuole molto, solo buona volontà, costanza e soprattutto preparazione. Come riscontro la soddisfazione di aver ottenuto risultati impensabili per il bene comune.

* Componente Consiglio Direttivo Comitato C.AL.CA