Sul territorio provinciale è allarme siccità a causa delle persistenti condizioni di tempo secco, con temperature sino a qualche giorno fa nettamente superiori alla media, spesso accompagnate da vento forte e mancanza di pioggia.
A questa situazione si aggiunge l’ondata improvvisa di freddo che ha portato il brusco abbassamento delle temperature anche di oltre dieci gradi che rischia di compromettere la produzione di ciliegi, albicocchi, peschi e mandorli già fioriti ma anche di ortaggi coltivati come lattughe, carciofi, cavoli, verze, cicorie e broccoli.
Le semine stanno continuando senza sosta, la campagna non si è mai fermata nonostante le difficoltà, ma adesso, senza pioggia, il rischio è di vedere produzioni fortemente compromesse: un danno economico che andrebbe ad aggiungersi ad una situazione già particolarmente complicata anche a causa della mancanza di manodopera.
Insomma, un vero e proprio SOS per le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, barbabietole, riso e pomodoro nei terreni aridi per la mancanza dell’acqua necessaria alle coltivazioni per crescere.
“E’ allarme, infatti, per i terreni secchi seminati a cereali che rischiano di non far germogliare ed irrobustire a dovere le piantine – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco –. Problemi per cereali e ortaggi: il clima pazzo non aiuta la programmazione colturale esponendo le piante a rischi che porterebbero alla conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di mesi”.
“Non piove in modo significativo ormai da settimane ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Se da un lato, infatti, il bel tempo di queste settimane ha permesso agli agricoltori di procedere nelle lavorazioni in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che può avvenire solo se in presenza di buona umidità. Per questo cresce la preoccupazione e in molti casi l’unica soluzione è intervenire con le irrigazioni di soccorso e quindi con un ulteriore aumento dei costi”.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima per continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, è necessario raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati: nonostante i cambiamenti climatici, infatti, l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%.
Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui, con l’emergenza Covid, l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazioni.
Per cogliere un’opportunità unica Coldiretti ha elaborato e proposto un progetto concreto immediatamente cantierabile per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità d’irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, con l’attenzione massima verso l’ambiente e con lo scopo di generare nuove opportunità lavorative.
Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di costruire, senza uso di cemento, per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservino l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
“Serve un cambio di mentalità, ovvero passare ad una cultura della prevenzione con opportuni interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso opere infrastrutturali – concludono Bianco e Rampazzo -. Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030”.