di Graziella Zaccone Languzzi
1) Finalmente! Al Galimberti un quartiere progressivamente svuotato di tutto, è tornato l’ufficio postale. Dopo un anno esatto di chiusura ‘forzata’ hanno riaperto gli sportelli dell’ufficio postale n.9 di piazza Torriani, ad Alessandria. La sua lunga chiusura per il Covid-19 ha creato un disagio non indifferente in un quartiere con molti residenti anziani. Poste Italiane oltre a svolgere il compito del servizio postale e pagamenti bollettini per molti è “banca”, assicurazione e molte altre cose. Ci siamo chiesti perché di tale lunga chiusura, considerato che l’ufficio 9 di piazza Torriani (con tre sportelli) è sotto l’androne di un condominio che avrebbe potuto proteggere dalle intemperie le persone in coda esterna. E poi perché chiuderlo considerato che gli sportelli erano già in protezione? Mistero! Il Covid oltre ai danni sanitari ha permesso di creare un disservizio totale. Poste, banche, uffici pubblici essenziali hanno sbarrato gli ingressi, obbligando le persone a lunghe code, ma il peggio è stato dover ottenere servizi o risposte tramite i telefoni che squillavano e ancora squillano ‘a vuoto’. Ci dicono: ‘fate tutto da casa, pagate con smartphone e pc, per comunicare usate whatsapp. Ma scherziamo? Lo scrivo perché anch’io sono vittima di tal andazzo, personale in smart working che dovrebbe essere allo sportello e non a casa. Vogliono portarci verso un nuovo modo di vivere tramite la tecnologia, ma il paese non è ancora pronto e non perché arretrato. Il ricambio generazionale va accompagnato, non potete pretendere che settanta ottantenni, che spesso vivono soli, trasformino completamente il loro modo di rapportarsi al mondo esterno. Anziani il Covid ne ha ‘falciati’ parecchi, ma quelli che sono rimasti meritano rispetto, e strumenti adeguati al loro stile di vita di sempre.
Voto: 10
2) Cake Star – Real Time e le pasticcerie di “Alessandria”. E’ una trasmissione che non guardo mai, trovo i conduttori fastidiosi e antipatici, anche se probabilmente interpretano semplicemente i loro personaggi.
Ho guardato la trasmissione solo perché parlava di Alessandria e delle nostre eccellenze pasticcere. Le uniche visioni gradevoli sono state le immagini della nostra città veramente belle, Alessandria quasi irriconoscibile e la delizia di vedere tanti dolci che fanno parte dei miei “peccati” di gola. Faccio i complimenti al vincitore Matteo Calderone della pasticceria Elvezia di Novi Ligure, ma se la trasmissione era dedicata alle pasticcerie di Alessandria perché ‘infilarcene’ una di Novi Ligure? Ad Alessandria ci sono tante pasticcerie storiche, e Novi non è un sobborgo o frazione sotto Alessandria, ma una città con tante eccellenze, meritevole di un approfondimento ad hoc.
Sgradevole fin dall’inizio perché i conduttori non dovevano portare i due titolari alessandrini Alice Zoccola della pasticceria “Zoccola” e Vito Pantuosco della pasticceria “La Dolce Vita” di Spinetta Marengo (sobborgo di Alessandria) allo scontro, mentre hanno “giocato” direi di proposito, punzecchiando entrambi sui celebri cannoli. Chiaro è che il battibeccare ha fatto comodo, perché paga sempre con gli ascolti: cosa si fa per l’audience! Così facendo hanno presentato Alice Zoccola della omonima pasticceria come donna antipatica e rancorosa, ma chi la conosce sa bene che non è così: io stessa non sarei felice se un mio storico prodotto venisse copiato, e come dichiara Alice in un’intervista “i miei cannoncini sono registrati per la forma e il nome, ma per copiarli basta confezionarli con piccole differenze, quindi non è possibile difendersi”. I cannoncini Zoccola sono una delizia da sempre, sui tavoli delle famiglie alessandrine nelle occasioni festose non mancano mai. Personalmente ho scelto la pasticceria Zoccola anche per le torte nuziali dei matrimoni dei miei figli, e insomma non è certamente una trasmissione di quel tipo a poter offuscare l’eccellenza acquisita in duecento anni. Il risultato della gara: medaglia d’oro a “Elvezia” di Novi Ligure, d’argento a “La Dolce vita”, di bronzo a “Zoccola”. Ognuno di loro ha la sua storia lunga o breve, ognuno ha le sue eccellenze, e una sua clientela affezionata. A parte la brutta parentesi della trasmissione, a loro va l’augurio di buon lavoro e giusto profitto. Sono aziende che hanno dipendenti, e generano reddito per molte famiglie: già devono affrontare i “decreti” Covid, ci manca ancora la cattiva pubblicità.
Voto: 3
3) Lotta ai cinghiali. La scorsa settimana la CIA Alessandria (Confederazione Italiana Agricoltori) ha divulgato un appello per attuare su tutto il territorio nazionale nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica. Cia ha scritto al neoministro dell’Ambiente e della Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Cia: “Il ministro Cingolani ci aiuti a risolvere l’emergenza della fauna selvatica” Cia Alessandria afferma: “Una problematica che necessita un intervento immediato da parte delle Istituzioni, finalizzato a contenere il proliferare indiscriminato degli ungulati sul territorio nazionale, passati da una popolazione di 900mila capi nel 2010 a quasi 2 milioni, oggi”. Nei giorni scorsi la buona notizia: “Coldiretti: “Dalla Corte Costituzionale via libera all’abbattimento dei cinghiali: in Italia sono 2 milioni”. La responsabilità per danni cagionati da animali è disciplinata dall’Art. 2052 del Codice Civile., che così recita: “Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito” . Questo articolo lo devono rispettare tutti i cittadini che possiedono un animale, tutelandosi con l’attenzione e una assicurazione, lo Stato cioè il pubblico con i soliti codicilli che inserisce nelle sue Leggi e con una scusante o l’altra, nò non risarcisce, non rispettando lo stesso Codice Civile. Sto parlando dei danni provocati da fauna selvatica e chi ne è responsabile. E’ risaputo che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale, lo Stato e chi per esso, Regioni e Province raramente risarciscono i danni causati al settore agricolo o privato, danni a cose o persone causando ferite o perdita della vita per chi si trova un ostacolo ad es. un cinghiale, un capriolo un cervo sulla rete stradale. Il Piemonte ospita numerose popolazioni di ugulati, tra le più numerose d’Europa con un incremento notevole negli ultimi anni. L’Osservatorio ASAPS, (Centro Ricerche e Studio dell’Associane Sostenitori Amici della Polizia Stradale), in un report sugli incidenti con animali selvatici dichiara che nel 2020 ci sono state 90 collisioni gravi, ossia con morti e feriti, un numero molto alto nonostante il lockdown. Quando lo Stato/Regione/Provincia rifiutano di risarcire, unica è dare incarico ad un legale e ci sono svariate sentenze in ambito che fanno testo, una di queste sentenze della Corte di Cassazione del 24 agosto 2020, stabilisce che i danni alle auto provocati da animali selvatici protetti sono a carico delle Regioni.
Viene indicato che in Italia, soltanto la Provincia Autonoma di Trento, insieme alla Regione Piemonte, hanno adottato una specifica normativa con riconoscimento di indennizzi per i danni cagionati dalla fauna selvatica. Per gli agricoltori che subiscono danni alle produzioni agricole, una deliberazione della Regione Piemonte (BU37 del 10/09/2020) del 07 agosto 2020, n. 15-1837- Legge 157/1992, articolo 26: “ Risarcimento danni arrecati da fauna selvatica alla produzione agricola”. Rimane un argomento annoso, a cui i legislatori nazionali non mettono mano concretamente.
Voto: 3