“Benvenuti in corsia”. Le parole sullo schermo al centro del salone di rappresentanza dell’azienda ospedaliera, al primo piano dello storico edificio che si affaccia su via Venezia, hanno accolto i 47 studenti del terzo anno del corso di laurea di medicina dell’Università del Piemonte Orientale che dalla prossima settimana faranno il loro ingresso nei reparti di Medicina interna, Medicina d’urgenza, Geriatria, Cardiologia, Pneumologia, Neurologia e Chirurgia generale. Una accoglienza semplice, diretta e concreta che non ha mancato di riservare una sorpresa: il camice bianco per ogni singolo studente donato proprio dall’azienda ospedaliera. È stato consegnato insieme a due tesserini, quello magnetico per registrare ingressi e uscite, e quello identificativo personale.
La cerimonia, resa un po’ più complessa per le norme di distanziamento, è stata svolta in presenza per accogliere nel migliore modo possibile gli studenti in un giorno definito “storico” da tutti i presenti. Di «orgoglio ed emozione» per una giornata che tutti ricorderanno per il resto della vita professionale ha parlato Luigi Icardi, assessore regionale alla Sanità. «State per entrare – ha aggiunto – in un ospedale ad alta complessità dove sono presenti reparti generalisti, perché sono quelli che frequenterete per il tirocinio, che presentano ognuno dei picchi di eccellenza non comuni». La «vicinanza ai giovani da parte dell’intera comunità alessandrina» è stata espressa da Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, che ha sottolineato come «l’ingresso in corsia sia un altro elemento del complesso puzzle che favorirà la trasformazione di Alessandria in città universitaria a pieno titolo».
Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, ha toccato due temi diversi, ma accomunati da uno stretto legame. Il primo è quello dell’avvio del tirocinio che è il primo contatto con il paziente e «rappresenta un insostituibile momento di crescita personale oltre che scientifica e tecnica. Il rapporto con il paziente è infatti il nucleo della nostra professione che deve prevedere la capacità di ascolto, di interpretazione e di individuazione dei bisogni e dei problemi di salute del paziente stesso, ma nel contempo capacità di sintesi e di indagine oltre che di dialogo e di empatia. È un rapporto che va affrontato ed esercitato con metodo scientifico». Il secondo tema è legato all’evoluzione futura. «Con l’ingresso degli studenti in corsia – ha affermato Avanzi – si suggella anche l’inizio della trasformazione del ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ in azienda ospedaliera universitaria».